A scuola di legalità con Giovanni Chinnici, il sindaco Rucco all’evento dell’istituto comprensivo “Barolini”

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Alcune centinaia di ragazzi dell’istituto comprensivo statale n. 4 Barolini hanno gremito il Pala Altair di piazzetta Gian Battista nel quartiere di San Pio X, in occasione di un singolare evento denominato “A scuola di legalità”, voluto per promuovere e rafforzare il concetto di cittadinanza responsabile e consapevole nei ragazzi.

Ospite d’onore l’avvocato Giovanni Chinnici, figlio del giudice Rocco, il magistrato ideatore del pool antimafia trucidato dalla mafia a Palermo nel 1983, che ha raccontato la propria dolorosa esperienza ricordando la figura del padre. Con l’occasione è stato firmato un protocollo d’intesa tra la Fondazione Chinnici e l’Istituto Comprensivo Vicenza 4 per tutta una serie di iniziative in modo da coinvolgere direttamente i ragazzi sulla tematica della legalità.

Accolti dalla dirigente scolastica, erano presenti per l’amministrazione comunale il sindaco, l’assessore alla trasparenza amministrativa e alla prevenzione della corruzione e il consigliere comunale delegato ai diritti civili.

Il primo cittadino si è rivolto ai ragazzi ricordando che l’amministrazione di Vicenza si sta impegnando in modo concreto per diffondere la cultura della legalità e lo sta facendo attraverso varie iniziative, dalla presentazione di libri con testimonianze dirette a eventi di varia natura tra cui anche rappresentazioni teatrali.

“E’ fondamentale che voi giovani siate informati e consapevoli che le mafie si sono stanziate anche nel nordest – ha dichiarato il sindaco –. Mafie che ancora oggi tendono a non essere considerate dalla popolazione come fenomeni reali e pericolosi, nonostante le inchieste e le operazioni della magistratura. Dobbiamo tutti impegnarci a tenere vivo il ricordo delle vittime di mafia, incentivando una maggiore consapevolezza nei confronti del fenomeno perché, riprendendo una citazione dell’associazione “Cosa Vostra”, la speranza vive dove è gettato il seme della conoscenza”.

Nel suo intervento Giovanni Chinnici ha detto agli studenti che devono ritenersi fortunati a vivere in Veneto, una regione dove gli abitanti tendono generalmente a rispettare le regole, cosa che spesso non avviene al sud, ed in particolare in Sicilia. Ha ricordato, inoltre, che il padre è morto proprio perchè voleva far rispettare le regole e di aver provato un dolore devastante in seguito all’attentato, che lui stesso ha vissuto in prima persona all’età di 19 anni.