Diritto all’aborto – si legge nella nota che pubblichiamo a firma dell’Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. Un vento conservatore (come qualcuno lo chiama) sta arrivando sul Pianeta, e anche in Italia. La potenza di questo vento è in atto alla Corte Suprema Usa dove, rovesciando una sentenza del 1973 (1), verrebbe meno il diritto federale all’interruzione di gravidanza; diritto che già alcuni Stati di quella federazione hanno modificato, limitandolo o abolendolo.
Cose d’America? Certo. E di quell’America che oggi alcuni ritengono ci condizioni meno e di cui abbiamo meno bisogno, salvo poi evocarla quando militarmente (vedi Ucraina) ne abbiamo grande necessità. L’Europa di oggi è diversa da quella degli anni ‘70 del secolo scorso, quando gli Usa in materia, insieme a Francia e Uk erano riferimento di buona legislazione, di diritto e libertà. L’Europa di oggi, oltre ai colossi francese e britannico, in materia ha anche il colosso tedesco e quasi tutti gli altri Paesi dell’Ue, scandinavi ed ex-Urss in testa (tranne Polonia).
Quindi i fatti d’America li potremmo osservare a distanza senza timore di qualche condizionamento nella nostra legge che – per quanto imperfetta, male applicata e boicottata – riconosce il diritto?
Mai dare per scontato nulla.
Soprattutto in un Paese dove due dei maggiori partiti (FdI all’opposizione, e Lega al governo), si distinguono per vari tentativi di modifica restrittiva dell’attuale legge, col corollario di iniziative locali di cimiteri per i feti abortiti. Non solo, ma l’Italia di questi due partiti anti-abortisti è quella – Donald Trump, presidente che ha modificato l’attuale Corte Suprema che si accinge alle modifiche di oggi – plaudeva al golpista di Capitol Hill e coglieva ogni occasione per elogiarlo e farsi vedere insieme a lui (2).
L’America, quindi, continua ad essere polo d’attrazione (non ideologico ma opportunista e da spettacolo) per chi vuole cancellare il diritto d’aborto… e tutto ciò che possa servire per dimostrare di essere “bravi” come gli americani.
Aspettiamoci di tutto. E soprattutto non aspettiamo di vedere che questo “tutto” accada: non trascuriamo di impegnarci perché quando questi partiti avranno i numeri anche in Parlamento abbiano un Paese distratto ed assuefatto all’indifferenza che oggi prevale per il boicottaggio dell’applicazione dell’attuale legge, quella che impone ancora il turismo abortivo in Italia e verso l’estero, nonché l’interruzione di gravidanza clandestina.
La recente iniziativa dell’associazione Coscioni, “Aborto al sicuro” (3), è un campanello d’allarme sullo stato pietoso con cui la legge viene applicata in Italia.
Informare, pretendere il rispetto della legge, denunciare, confrontarsi sono necessità perché, quando gli emuli dell’anti-aborto Usa si sentiranno più forti per agire in modo più incisivo di quanto già facciano oggi, si trovino una opinione pubblica informata, consapevole e pronta a difendere e applicare il diritto delle donne a disporre del proprio corpo.
E chi, sempre distratto, crede che questo diritto possa essere una questione di donne o marginale (4), è bene ricordare che, tra le altre cose, il nostro modo di vita libero e democratico, si fonda anche su questo diritto umano.
1 – nota
2 – proprio come facevano con il russo Vladimir Putin che, “sfortunati” loro, non sembra avere le loro stesse idee sull’aborto.
3 – nota
4 – ci vengono in mente le canzonature e sottovalutazioni che in diversi hanno fatto quando la Corte Costituzionale ha riconosciuto la libertà di padri e madri per il cognome dei figli: https://salute.aduc.it/comunicato/cognome+solo+babbo+incostituzionale+dopo+70+anni_34437.php
François-Marie Arouet – Aduc