Sono pochi, vecchi e inservibili. Le strutture stesse faticano a fornirli. Come spiega la ricerca di Chiara Lalli e SIlvia Montegiove, pubblicata da Fandango, questo rende difficile capire in quali ospedali si pratica l’interruzione volontaria della gravidanza e quanti siano i medici disposti a farlo.
Come sta la 194, la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza? Per saperlo avremmo bisogno dei dati, ma quelli della relazione di attuazione del Ministero della salute sono chiusi, aggregati per regione e vecchi. Cioe? sono poco utili e poco a fuoco.
Immaginate di voler sapere se in un ospedale si eseguono le interruzioni volontarie della gravidanza, perche? non in tutti gli ospedali si puo? abortire, quanti ginecologi ci sono e quanti di questi sono obiettori di coscienza. E? possibile? Non proprio. Che fare? O avete un amico medico, meglio se in buoni rapporti con la direzione sanitaria di quell’ospedale, oppure potete provare a telefonare o a mandare una email (possibilmente certificata e con la ricevuta di avvenuta consegna), ma in questo caso potrebbe volerci molto tempo e non e? nemmeno detto che riuscirete a ottenere questa informazione.
Perche? le Asl o i singoli ospedali non sempre ti rispondono all’email, anche se dovrebbero, al telefono elencano scuse burocratiche e amministrative e difficolta? nel recuperare i dati (cioe?, quanti sono i medici del tuo reparto – sembra una impresa eroica e forse lo e?), a volte ti attaccano o cade la linea quando ti passano l’interno giusto (come un qualsiasi call center Tim) o ti promettono di richiamarti e poi scendono a comprare le sigarette. A volte ti mandano via posta certificata il numero di protocollo che hanno assegnato alla tua richiesta cui risponderanno e poi si incontrano tutti al bar o dal tabaccaio. Anche solo “fate ancora interruzioni della gravidanza?” oppure “c’e? il reparto?” sono domande che non prevedono una risposta facile e tempestiva.
Non sempre chi ha bisogno di sapere questo dato ha cosi? tanto tempo da perdere. (Diciamo quasi mai, soprattutto se ti serve per decidere dove andare ad abortire.)
Ecco perche? MAI DATI, perche? i numeri delle singole strutture non ci sono o si trovano solo con molta fatica. Ecco perche? abbiamo mandato molte richieste di accesso civico generalizzato ai singoli ospedali, per sapere quanti ginecologi c’erano e quanti di loro erano obiettori di coscienza.
Non tutti ci hanno risposto, anche se avrebbero dovuto e anche se dopo il primo invio abbiamo mandato un sollecito al responsabile trasparenza (a volte la pagina dedicata non funzionava nemmeno, anche se avrebbe dovuto, e trovare il giusto interlocutore non e? stato sempre facile).
Sono passati alcuni mesi dal nostro primo invio e dalla prime risposte – era agosto scorso – e bisognerebbe ricominciare tutto dall’inizio perche? quei numeri sono gia? vecchi (alcuni lo erano gia? quando ce li hanno mandati) e anche la nostra fotografia non e? a fuoco.
Abbiamo bisogno di una mappa dettagliata e aggiornata, disegnata a partire da dati aperti e ufficiali. Tutti i numeri e tutte le tabelle della relazione ministeriale dovrebbero essere declinati sui singoli ospedali e dovrebbero essere aggiornati con una certa frequenza e non ogni anno e mezzo (piu? o meno, quando capita). Dovrebbe esserci un elenco pubblico e facilmente rintracciabile dei centri in cui si eseguono le interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) e dei centri in cui non si eseguono, e non solo il numero totale e quello parziale. Quello che ci dice la relazione, oggi, e? che ci sono 564 ospedali; di questi in 356 si effettua l’Ivg, cioe? nel 63,1%. Anche il significato di questo dato e? nebbioso se preso da solo. Dovremmo cioe? leggerlo insieme al numero delle donne che chiedono di abortire, ai tempi di attesa, al rapporto tra richiesta e offerta.
Non solo. Sappiamo poi che questo numero potrebbe essere perfino sbagliato, perche? di questi 356 alcuni ci hanno risposto che hanno il 100% di obiettori di coscienza e quindi, pur essendo magari ufficialmente punti Ivg, non c’e? nessun medico a garantire il servizio di interruzione della gravidanza. Che e? un servizio medico ma che sembra essere diventato solo una questione di coscienza – del medico, ovviamente, perche? la donna che abortisce forse la coscienza non ce l’ha.
Ci sono anche ospedali in cui gli anestesisti o i professionisti sanitari non medici sono tutti obiettori, che e? curioso e preoccupante.
Dovrebbe anche esserci un’altra informazione: quanti non obiettori eseguono davvero le interruzioni volontarie della gravidanza. Questo e? un dato piu? invisibile degli altri. Non c’e? nemmeno aggregato nella relazione e non c’e? nei dati che la Regione Lazio ci ha mandato. Ce ne siamo accorte per caso leggendo alcune risposte (poche, pochissime). E all’inizio ci siamo sentite un po’ sceme: in che senso “non obiettore che esegue Ivg”? E gli altri? E quindi nelle percentuali ufficiali del Ministero va aggiunta una ulteriore percentuale (ignota, ovviamente)? Quanti di quel 33% di medici non obiettori di coscienza eseguono Ivg?
Non basta dunque essere non obiettore per eseguire aborti (cioe? per essere tra quelli che garantiscono una procedura medica), e quelli che eseguono aborti sono un sottoinsieme dei non obiettori che sono a loro volta un sottoinsieme di tutti i medici.
Per non sembrare dei picchiatelli al parco, parlando a vanvera in piedi su una cassetta, abbiamo bisogno di avere i dati ufficiali. Aperti, aggiornati e dettagliati. E sui quali non dobbiamo fare ipotesi magiche o essere costrette a verifiche complicatissime.
Non e? impossibile, non e? nemmeno troppo difficile se impostiamo bene il modello da usare. E se non abbiamo abbastanza fantasia, basta copiare chi lo ha gia? fatto.
Alcuni dati preliminari sono stati pubblicati nella pagina del sito dell’Associazione Luca Coscioni dedicata a 194. MAI DATI. Gli aggiornamenti sui numeri, sulle risposte future o su altre informazioni sui dati aperti o su quelli mai dati si possono trovare sul sito https://www.maidati.it
Speriamo che tutti questi (mai) dati si possano trovare presto sui siti istituzionali. Aperti e aggiornati.
(Da “Mai dati. Dati aperti (sulla 194) Perche? sono nostri e perche? ci servono per scegliere”, di Chiara Lalli e Sonia Montegiove, Fandango, 2022, pagine 172, euro 15)
(da Linkiesta del 31/05/2022)
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