ACCESSIBILITY FOR ALL

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Turismo e diritti negati

Che sia a scopo personale, di lavoro o di studio, organizzare un viaggio (e/o un insieme di attività che comportino comunque uno spostamento o soggiorno al di fuori dell’abituale ambiente per almeno 24 ore) vuol dire ‘turismo’.
E al termine ‘turismo’ oggi si affianca anche quello di ‘accessibilità’.

Ma cosa si intende per turismo accessibile?
Si potrebbe dire ‘libertà di fruire in autonomia di luoghi di interesse, strutture ricettive, mezzi di trasporto ed esperienze’.

Nell’ambito del progetto O.S.S.A.T.E (One-Stop-Shop for Accessible Tourism in Europe) Accessibility market and stakeholder analysis, promosso dalla Comunità Europea nel 2005, sono stati individuati 3 target principali della domanda di migliore fruibilità:
– persone ‘normodotate’ che manifestano bisogni temporanei (genitori con passeggino o carrozzina, e/o figli piccoli a carico; persone con carichi pesanti; stranieri che non parlano la lingua locale o non conoscono la città; persone con difficoltà di deambulazione momentanea; persone che presentano intolleranze; disponibilità economica);
– persone con disAbilità (fisica, sensoriale, intellettiva);
– persone anziane.

Si tratta di una sfida importante, perché riflette una vera e propria esigenza sociale, non solo di mercato.
Per raggiungere l’obiettivo, non basta il rispetto dei requisiti di legge, pure fondamentale, ma serve anche saper abbracciare le esigenze di ogni singolo persona.

In questa direzione, proprio per favorire il turismo da parte di persone con disAbilità, nel 2012 nasce il progetto Bandiera Lilla, sponsor di tante iniziative in tutta Italia, che supporta e premia Comuni e operatori privati attenti alla c.d. accessibility for all. Da nord a sud, ci sono già Comuni che hanno scelto di migliorare la propria accessibilità turistica (che non può comunque prescindere da caratteristiche geografiche e presenza di edifici antichi).
Ma, su quasi 8.000 comuni italiani, solo 45 sono Bandiera Lilla.
Di più si può e si deve fare.

Che tutti dovrebbero poter scegliere una meta turistica non in base all’accessibilità della stessa, ma in base a necessità e desiderio è già nel Manifesto per la Promozione del Turismo Accessibile (in attuazione dell’art. 30 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disAbilità, ratificata con l. n. 18 del 24 febbraio 2009), per la cui riuscita devono essere coinvolti il sistema dei trasporti e informazione, la ristorazione. Deve essere possibile usufruire dell’offerta culturale del luogo, della spiaggia e del mare, dei parchi e delle strutture sportive. Devono esservi servizi igienici adeguati come anche aree parcheggio dedicate, quindi assenza di barriere architettoniche, ambientali e culturali.

All’Ufficio Antidiscriminazione ANMIC (Associazione nazionale mutilati ed invalidi civili) giungono ancora ogni anno tantissime segnalazioni di diritti violati proprio in relazione alla capacità di accesso a luoghi di cultura, mostre, spiagge; di usufruire dei mezzi di trasporto a breve e lunga percorrenza, che siano essi su ruote o rotaie o aerei; di accesso a sistemi di supporto per la risoluzione di difficoltà che, nell’organizzazione di un viaggio, possono normalmente capitare.
A tal proposito, la Presidente dell’APMARR, Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, commenta: «Per riuscire a migliorare le pratiche di accessibilità, eliminando le principali barriere strutturali (servizi di prenotazione e trasporto, strutture ricettive, comunicazione) e sociali (mancanza di formazione delle imprese e degli operatori del settore

turistico e di consapevolezza circa le tematiche dell’accessibilità), occorre pensare a una partecipazione attiva e diretta delle persone con disAbilità nella stesura di protocolli internazionali standard che siano in grado di garantire lo stesso livello di accessibilità e qualità del servizio».

La strada da percorrere è ancora lunga e non priva di difficoltà ma è doveroso proseguire lungo la direzione intrapresa, e con maggior convinzione.

A tal fine è indispensabile
– una migliore divulgazione delle informazioni anche in rete in ordine ai livelli di accessibilità delle singole mete;
– che la fruibilità sia analizzata già in fase di progettazione, adottando i principi del Design for all e coinvolgendo le associazioni a tutela e supporto delle disAbilità in tutte le fasi di definizione dell’offerta turistica, così da poter rispondere a tutti i bisogni speciali che vengono individuati;
– puntare su personale competente e specializzato;
– garantire maggiore sostegno alle strutture ricettive che intendano migliorare la propria accessibilità.

«Gli uomini sono nati uguali ma sono anche nati diversi» (Erich Fromm).

Sul tema v. già

Inclusione e accessibilità

FONTI

https://www.bandieralilla.it/
https://www.infoaccessibilita.it/media/attachments/documento/1653586776/accessibile_libro_bianco_it_2013.pdf
www.turismoaccessibile.eu
https://ledha.it/page.asp?menu1=4&menu2=3&notizia=10645&page=1
https://www.apmarr.it/

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Fonte: ACCESSIBILITY FOR ALL

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