Accesso negato in bar e ristoranti a cittadini USA a Vicenza e Livorno, ministero Salute: “certificato americano equivale a Green Pass”

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CDC card USA come Green Pass
CDC card USA come Green Pass

Da quando in Italia è entrato in vigore l’obbligo del Green Pass, gli americani delle basi militari di Vicenza e Camp Darby sono alle prese con una situazione unica. Impossibilitati a scaricare il green pass, si trovano nella necessità di dover dimostrare ogni volta che il certificato vaccinale emesso dalle autorità sanitarie statunitensi è equipollente alla certificazione italiana. Dal 6 agosto, in Italia è obbligatorio esibire il green pass per accedere a una serie di attività, in particolare per consumare al tavolo in bar e ristoranti al chiuso, per andare in palestra, in piscina, a teatro, al cinema, ai concerti e allo stadio. Dal primo settembre, sarà necessario mostrare la certificazione verde anche per viaggiare sui treni a lunga percorrenza, sulle navi e sugli aerei. Di fatto, il comando della guarnigione dell’esercito statunitense in Italia ha ricevuto la segnalazione di alcuni cittadini statunitensi dipendenti delle installazioni di Vicenza e Camp Darby, a cui è stato negato l’accesso a ristoranti e bar da quando serve avere il green pass. “Siamo utenti di beni e servizi italiani, perché la maggior parte dei nostri militari e delle loro famiglie vivono immersi nella comunità locale qui in Veneto come pure in Toscana,” spiega in un comunicato il colonnello Matthew Gomlak dal comando della guarnigione statunitense presso la Caserma Ederle di Vicenza. “Sappiamo anche che gli esercizi commerciali sono interessati a mantenere i rapporti con la clientela statunitense.”

Oltre il 75% del personale statunitense in forza presso le sedi di Vicenza e Darby, inclusi soldati, civili e familiari, risulta regolarmente vaccinato contro il COVID-19. Molti dipendenti italiani, inoltre, si sono avvalsi della possibilità di ricevere il vaccino all’interno delle basi, grazie ad accordi con le aziende sanitarie locali. Il Ministero della Salute ha chiarito che certificazioni vaccinali rilasciate dalle autorità sanitarie degli Stati Uniti d’America sono riconosciute come equivalenti alle certificazione nazionale del green pass, e quindi valide per gli usi interni in Italia.

La Sanità ha infatti emanato nei giorni scorsi una circolare che regola i requisiti che le certificazioni vaccinali rilasciate da Stati Terzi, inclusi gli Stati Uniti d’America, devono riportare affinché siano utilizzabili regolarmente sul territorio italiano. Le certificazioni vaccinali provenienti da altri Paesi, si legge nella circolare, dovranno riportare i dati identificativi del titolare (nome, cognome, data di nascita); dati relativi al vaccino (denominazione e lotto); e la data/e di somministrazione del vaccino. Si specifica, inoltre, che sono solo quattro finora i vaccini ammessi e autorizzati in Italia: Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Janssen. Per i certificati cartacei e digitali redatti in lingua inglese, non è necessaria la traduzione.

“La circolare del Ministero della Sanità ha fatto chiarezza – conferma la dott.ssa Mariateresa Padovan, direttore del SISP dell’ULSS 8 Berica -: a tutti gli effetti il certificato di vaccinazione rilasciato dalle autorità statunitensi è riconosciuto come equivalente al Green Pass e consente quindi il libero accesso ai servizi per i quali è richiesto il certificato verde europeo. Questo vale per il personale militare di stanza in Italia, ma anche per eventuali turisti statunitensi in Italia. Del resto va ricordato che a differenza di altri Paesi extra UE, i vaccini utilizzati dagli Stati Uniti sono i medesimi autorizzati in Europa”.

Dallo scoppio della pandemia, gli operatori sanitari del’ULSS 8 Berica hanno lavorato in stretta collaborazione anche con i sanitari statunitensi della Caserma Ederle per i test, i tracciamenti, i trattamenti previsti, la gestione della quarantena e le vaccinazioni.

Molti americani di Vicenza e Livorno vaccinati all’interno delle basi in Italia hanno un tesserino bianco con il logo CDC che indica la data e il tipo di vaccinazione ricevuta. Questo tesserino è equipollente al green pass e può essere esibito per accedere dove richiesto. Nel frattempo, l’esercito degli Stati Uniti sta lavorando con l’Ambasciata a Roma per valutare le modalità per il rilascio del green pass con valenza per l’ambito UE ai cittadini statunitensi che hanno effettuato la vaccinazione negli Stati Uniti o nelle basi americane all’estero.

Anche attraverso i social media, prosegue la campagna di informazione dei vertici della guarnigione per gli americani che vivono a Vicenza e Livorno. Copia della circolare del Ministero della Salute che convalida l’equipollenza del tesserino CDC al green pass è consultabile direttamente dal sito web. Gli utenti sono incoraggiati a scaricarne una copia e presentarla a qualsiasi struttura che non abbia familiarità con l’equivalenza del Green Pass. In un videomessaggio alla comunità, Gomlak ha ricordato al personale tutti i requisiti previsti. La preoccupazione è che alcuni esercizi commerciali purtroppo ancora non riconoscono il tesserino CDC e la sua equipollenza con il green pass.

“Abbiamo ottimi rapporti con i commercianti delle nostre zone. Ci auguriamo che la progressiva familirizzazione con il tesserino CDC come prova di vaccinazione consentirà al nostro personale di accedere ai servizi richiesti e, nel contempo, permetterà a noi di continuare a supportare le attività locali durante le sfide economiche poste dalla pandemia,” ha detto Gomlak. “Con un po’ di pazienza e comprensione, supereremo questi tempi difficili, insieme”.