Ieri alle 11.19 mi arriva un messaggio di invito di Jacopo Bulgarini d’Elci: “Achille Variati, nominato Sottosegretario all’Interno, incontra la stampa oggi alle 12.30 a Vicenza, davanti alla Loggia del Capitaniato, in piazza dei Signori…“.
Sono ad assistere e registrare una delle deposizioni fondamentali del processo BPVi, quella dell’avv. Anna Papacchini. ex responsabile degli Affari Legali BPVi, per renderla disponibile a tutti sul nostro portale (clicca qui) ma, di certo, non posso mancare all’evento che sancisce, come gli evidenzierà poi in piazza uno dei colleghi più colti che conosco in città, Antonio Di Lorenzo, che, anche, di storia ne sa, un nuovo primato di Achille Variati: quello di essere il primo sottosegretario vicentino nel centrale ministero degli interni.
Chiamo, allora, una mia collaboratrice, la faccio arrivare trafelata da Montecchio dove stava “operando”, le passo le consegne in aula, arrivo in piazza giusto in tempo per ascoltare dalle prime alle ultime le dichiarazioni ufficiali del neo sottosegretario e attendo che tutti lo videointervistino, come faccio quasi sempre da umile cronista senza un editore che non sia io stesso e, anche, lo confesso, per ascoltare, da apprendista, le domande altrui prima di farne io con un pizzico di originalità anche nei momenti più “standard” come quelli dell’annuncio di ieri.
Poi, mentre sbuffa qualche giovane collega, meno uso alla cortesia di chi lascia passare altri avanti (per due volte una bella e brava cronista di Tva e, quindi, un esperto videogiornalista di Rete Veneta), provo a fare i miei complimenti, sempre sinceri (come certi miei vecchi appunti), al neo sottosegretario e mi accingo alla mia mia domanda con un cappello che devo subito “precisare” per non incorrere nelle ire del sempre “gagliardo” anche se sempre, apparentemente, “mansueto” politico vicentino di riferimento.
Ecco come
«Achille Variati, è arrivato probabilmente un premio a una lunga carriera...»
Buio negli occhi nonostante i contemporanei complimenti e Variati puntualizza: Direttore no, non è un premio, non può essere un premio, un incarico è la richiesta di un lavoro, di un ulteriore servizio…”
E io subito: «chiedo scusa, un riconoscimento anche he perché un premio non è un regalo, è sempre a fronte di un qualcosa di realizzato…».
Ecco che il sottosegretario si apre allora al sorriso accettando volentieri il termine riconoscimento e di fianco alla “sua” Sala Bernarda e con la Sua sullo sfondo dice …
Il resto vedetelo e ascoltatelo senza i titoli che ieri ho ascoltato in tv e oggi ho letto su parte della stampa visto che puntano sulle solite rincorse, per un lettore o telespettatore in più, a quei “dannati” dei migranti e sul buonismo o cattivismo di uno dei nuovi protagonisti di vertice del Ministero competente (che lo è anche, se non soprattutto, per le mafie, gli diremo e lui ce lo confermerà con attenzione) di chi pare seguire l’abitudine, che Variati subito boccia, di voler affrontare alla Salvini “un problema complesso con soluzioni semplici”. O semplicistiche.
Ascoltate allora Variati, scrutatene anche il linguaggio del corpo e poi, più tardi, vi consentiremo di farvi altre vostre vostre, libere opinioni, le mie ieri sono state positive, con un nuovo video, meno ufficiale e, perciò, più rivelatore della chiacchierata insieme ai colleghi intorno a un sobrio tavolino (solo acqua e caffè) di un bar in piazza col fido Bulgarini impegnato a ricontare mentalmente i 50.000 voti per le europee raccolti in pratica solo in Veneto e vederli ancora di più come un successo.
È da quella base, infatti, che partirà il nuovo contributo al Paese di un politico vicentino e veneto con gli ultimi anni spesi già anche a Roma, ma da cui io e i nostri lettori ci aspettiamo tanto.
Di più, visto che, se Achille Variati dal ministero ora guarda verso l’interno dell’Italia, Vicenza e il Veneto guardano molto a lui.