Achille Variati sottosegretario nel Conte 2: perché sì?

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Zingaretti indica Variati?
Zingaretti indica Variati?

Quello di Achille Variati è ricorrente nella caccia ai nomi dei possibili vice ministri e sottosegretari del governo Conte 2, atteso, però, ancora al vaglio della fiducia da supporre non proprio liscia al senato per i soli 5 voti di margine sui 161 che faranno maggioranza per la coalizione M5S, Pd e LeU con l’appoggio del misto.

Ma, se tra i parlamentari c’è chi voterà contro le indicazioni dei gruppi di appartenenza, come Gianluigi Paragone, il collega diventato pentastellato dopo aver diretto la legista Padania forse solo per diventare presidente della prossima seconda commissione di inchiesta sul sistema bancario e che ora si vede sfuggire l’obiettivo perché giudicato come un giudice che ha già giudicato prima di entrare in aula, non sarà improbabile trovare qualche soccorritore addirittura senza “pagarlo” in qualche modo visto che tra i responsabili ora ci sono tutti o quasi i forzisti.

Alessio Villarosa e Massimo Bitonci illustrano il decreto attuativo (mai emanato) degli indennizzi del FIR
Alessio Villarosa e Massimo Bitonci illustrano in passato il decreto attuativo degli indennizzi del FIR

E allora facciamo anche noi una capatina sui possibili sottosegretari o vice ministri, cariche tutt’altro che di facciata per i ruoli che assolvono prova ne siano le deleghe al settore bancario mai concesse dall’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria ai suoi due sottosegretario, Alessio Villarosa (M5S) e Massimo Bitonci (Lega).

E sì che costoro hanno sempre fatto credere, ai risparmiatori ingenui, ce n’erano e ce ne sono sulla piazza a decine di migliaia, per farsi belli con loro ogni qualvolta pareva si facesse un passo avanti sulla strada dei dovuti indennizzi salvo poi addebitare al ministro e agli… alieni gli scarsi risultati ottenuti con la legge istitutiva del Fir che lascia briciole in mano alle vittime delle banche al posto del 100% promesso in campagna elettorale.

Allora nella nostra capatina sui sottosegretari papabili, ovviamente nel Vicentino, metteremo, intanto, in un cantone la difficile questione delle ex banche popolari venete (una, la più lontana da Vicenza, uccisa per salvare l’altra troppo messa male e gestita con ancor maggiore arroganza per essere salvata), non per dimenticarla ma per ritirarla fuori nel caso augurabile che Vicenza abbia almeno un rappresentante in quello che è tutt’altro che il sottogoverno.

Se ci sarà allora lo impegneremo direttamente, se avrà qualche delega connessa, o indirettamente, come componente del governo, per partire dalle briciole e fare in modo che, se mai verranno messe in mano agli sfortunati che dovranno superare anche le colonne d’Ercole del Portale Consap e di alcuni speculatori, travestiti da associazioni altruiste e legali competenti.

Non terremo conto, neanche, della piccola e imprevedibile componente locale pentastellata e non faremo riferimento alle voci di corridoio, sennò, tra uno spiffero e l’altro, inizieremmo la stagione autunnale con un forte raffreddore.

E allora ci soffermeremo su due possibili aspiranti del Pd.

Sbrollini col marito imprenditore Marelli a un convegno sugli impianti sportivi
Sbrollini col marito imprenditore Marelli a un convegno sugli impianti sportivi

La parlamentare di lungo corso, ora senatrice, Daniela Sbrollini, al suo terzo mandato, la vedremmo bene in un ruolo nell’ambito delle pari opportunità ma non dello sport, settore in cui ha competenza e di cui ha la delega da anni nel Pd perché sarebbe in imbarazzo per l’attività imprenditoriale e non solo svolta dal marito, titolare di Anthea.

Ma è Achille Variati che ci intrigherebbe di più da sottosegretario se fosse scelto da Zingaretti, che qualcosa gli deve per averlo assecondato nella sua richiesta candidatura alle Europee, pur non avendolo messo, poi, nelle migliori condizioni per competere, lui che, comunque, sul territorio e, diremmo, sul terreno, ha raccolto oltre 50.000 voti pur non essendo personaggio mediatico (un difetto oggi) ma di vecchia abitudine ai contatti reali più che a quelli virtuali (un pregio, sempre).

Festa Nazionale 2019 del Pd a Ravenna
Festa Nazionale 2019 del Pd a Ravenna

Intanto conosciamo Variati, oggi alla Festa nazionale del PD a Ravenna con Zingaretti & c. (sua è la foto qui accanto), meglio della Sbrollini, spesso impegnata tra Roma e i suoi convegni relazionali, per averlo spesso “braccato” chiedendogli quello, molto, che da lui ci aspettavamo e che non sempre ha realizzato per lo meno in un modo a noi comprensibile visti i muri che ci frapponevano i suoi collaboratori, il mio ego ma anche, forse, la sua diffidenza verso le critiche che non è abituato a ricevere da collaboratori non sempre al suo livello.

Il suo livello di certo superiore alla media, in modo assoluto a Vicenza e con pochi competitor in Veneto anche allargando la platea del confronto alle altre forze politiche attive in regione, lo dimostra il passo indietro fatto da città e provincia col suo successore, un onesto e buon legale, ma troppo sommerso e sovrastato da ordini superiori e timori inferiori.

Achille Variati, entrato alla fine degli anni settanta nella Democrazia Cristiana, nel 1980 viene eletto per la prima volta in consiglio comunale a Vicenza e diventa segretario cittadino del partito nel 1983, nel 1985 viene rieletto consigliere e diventa capogruppo della Democrazia Cristiana. A soli 37 anni Variati diventare quindi, sindaco di Vicenza dal 1990 al 1995, a cavallo della fine della prima Repubblica, e di nuovo dal 2008 al 2018.

Achille Variati (UPI) insieme all'ex Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Erika Stefan
Achille Variati (UPI) insieme all’ex Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Erika Stefan

Tra le due “sessioni” da sindaco è stato consigliere regionale del Veneto dal 1995 al 2008 e vicepresidente del consiglio regionale dal 2005 al 2008; è stato, infine, presidente della provincia di Vicenza, durante il suo terzo mandato da sindaco, dal 2014 al 2018 e ha maturato una significativa esperienza nazionale da presidente dell’Unione delle province d’Italia (UPI) dal 2015 al 2018 per le quali ha promosso e ottenuto i finanziamenti che oggi le tengono in piedi e nel cui ambito si è occupato di autonomie.

In ambito non direttamente politico Variati, laureatosi in matematica a Padova, ha lavorato alla Banca Cattolica del Veneto come tecnico informatico per, poi, diventare direttore di Itacard srl, società per le carte di credito del sistema bancario, da capo progetto dell’area crediti finanziari e responsabile del marketing per le procedure innovative del gruppo Banco Ambrosiano Veneto (la banca da cui nacque Intesa e che “uccise” la Cattolica, che stava bene ma che fu assorbita per voleri superiori dal Banco Ambrosiano che stava per fallire, la storia si è ora ripetuta…).

Poi la politica … a cui, tramite Upi, deve anche la nomina nel Cda di Cassa Depositi e Prestiti, tramite il quale il Mef pilota gli investimenti pubblici, ora anche nelle banche, di certo un ganglio sempre più vitale della politica finanziaria italiana.

Variati non è mai stato parlamentare, forse perché le sue indubbie capacità di navigatore politico lo facevano temere ai maggiorenti prima della Margherita e, quindi, del Pd ma è da sempre radicato sul territorio cittadino, provinciale, regionale e, ora anche, tramite Upi e Cdp, nazionale. Come a dire che Achille Variati sarebbe un usato, sì, ma come nuovo e, quindi, sicuro…

Achille Variati "torna" sindaco di Vicenza nel 2008
Achille Variati “torna” sindaco di Vicenza nel 2008

Nel 2008 scommettemmo su di lui, della sua onestà personale da amministratore non ci ha mai fatto dubitare ma da lui avremmo voluto molto di più, anche se chi ora è al posto suo (in città, provincia e regione) ce lo fa rimpiangere, ci dispiace dirlo, per Vicenza e il Veneto, ma per noi è così.

Meglio allora poter criticare (in senso costruttivo, qualcuno provi a capirlo!) un sottosegretario vicentino come Variati capace di fare (anche in contrasto con le nostre visioni) piuttosto che nessun vicentino o, peggio ancora, chi non ha la sua esperienza, anche da mediatore (e di mediazioni con i 5S ne serviranno eccome!), che l’Upi e la Cdp hanno arricchito di una visione nazionale e non solo politica dell’Italia.

Se, poi, vorrà anche ascoltarci un po’ di più, beh, male non sarebbe…

Se non vorrà ascoltarci per nulla, libero ovviamente di farlo, ma da queste parti sentirà fischiare di nuovo le sue orecchie.