Fino a pochi mesi fa la panacea per gli immobili comunali in centro storico secondo la giunta Variati era quella di cederli, dopo averli ristrutturati col denaro di Invimit Sgr, società di gestione del risparmio che fa capo al Ministero del Tesoro, a un fondo di investimento immobiliare, gestito nella fattispecia da Investire Sgr, balzata alle cronache a inizio 2017 per il flop di due suoi altri fondi collocati ai suoi correntisti da Poste Italiane, che ne ha dovuto coprire i rimborsi ai sottoscrittori per “non perdere la faccia“.
L’operazione, “da farsi subito, anzi prima” secondo lo stile di Achille Variati (vedi Tac Tav, Aim a Verona, Torrione di Porta Castello, ecc.), è saltata tra mille proteste e mugugni offesi del sindaco uscente e dei suoi assessori Dalla Pozza e Cavalieri, dopo un primo nostro warning del 7 gennaio 2017 ripreso più volte da noi come il 10 giugno 2017 e poi anche da politici e sindacati (qui tutto o quasi tutto), non solo per l’opposizione delle minoranze ma anche per i legittimi dubbi sorti nella maggioranza per i costi eccessivi per la collettività, tutti a vantaggio certo della SGR privata, che comunque avrebbe incassato le sue commissioni di gestione con addirittura alcune certezze tipo la cessione in affitto di alcuni degli immobili prima di proprietà del locatario stesso. E’ recente, tanto epr capire, il caso di alcuni uffici della Polizia di Stato a Vicenza, prima ceduti e poi pagati di più in affitto per un certo numero di anni.
Ebbene noi parlammo anche dei rischi connessi a queste operazioni che finanziano l’acquisto degli immobili con quote fatte sottoscrivere a tanti piccoli soci che si aspettano un certo rendimento e poi una restituzione finale del capitale versato a chiusura del fondo, ma spesso si ritrovano come i clienti di Poste di cui sopra, tanto simili ai soci della BPVi che ne hanno sottoscritto fiduciosi le azioni.
E far incassare soldi al Comune di Vicenza, al di là di quelli in più che poi, magari, avrebbe dovuto pagare ai nuovi proprietari a fronte di futuribili vantaggi, a spese di cittadini finanziariamente indifesi non ci sembrava il massimo proprio in un territorio che ora dovrebbe essere refrattario a questi tragici giochi sulla pelle umana.
E’ di questi giorni la notizia che Vegagest Sgr, come segnalato in ambito finanziario, ha sospeso il pagamento finale da parte del Fondo Europa Immobiliare 1, collocato sempre da Poste Italiane.
Ma a margine di questa notizia pubblichiamo quest’altra: “dei 65 gestori attivi nel real estate (settore dei beni immobili), la maggiorparte (43) opera a livello globale (30 fondi in Italia). Il loro ritorno medio a tre anni segna un pesante -7,4%. Soltanto due gestori hanno mantenuto (di poco) le performance in positivo“…
Dobbiamo aggiungere altro per gli amministratori della nostra città a cui nulla pare abbia insegnato il crac della BPVi a carico della povera gente?