Acqua, 4 miliardi di persone devono far fronte a scarsità idrica

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ROMA (ITALPRESS) – Circa 4 miliardi di persone, la metà della popolazione mondiale, devono far fronte ad una scarsità idrica grave almeno per parte dell’anno, 3,5 miliardi non hanno accesso a servizi igienico-sanitari e 2,2 miliardi ad acqua potabile gestiti in sicurezza.

Questa la drammatica situazione globale fotografata nell’edizione 2022 dello UN-WWDR. Oggi, nell’Anno internazionale dedicato dalle Nazioni Unite alla conservazione dei ghiacciai, i riflettori vengono puntati proprio sulle montagne e i ghiacciai, spesso definiti “torri d’acqua” del mondo, che stanno diventando sempre più vulnerabili alla crisi climatica e alle attività umane non sostenibili, mettendo in pericolo le risorse idriche da cui dipendono miliardi di persone e innumerevoli ecosistemi.

Sono 33 i milioni di km2 della superficie terreste occupati dalle montagne e ospitano oltre 1,1 miliardi di persone, mentre altri 2 miliardi vivono a valle e dipendono dalle riserve idriche naturali fornite dallo scioglimento dei ghiacciai. Le foreste coprono circa il 40% delle aree di montagna e svolgono funzioni di protezione contro calamità naturali grazie alla stabilizzazione dei pendii più ripidi, alla regolazione dei flussi verso gli acquiferi, alla riduzione del deflusso superficiale e dell’erosione del suolo e alla mitigazione del rischio di frane e inondazioni.

È quanto emerge, in estrema sintesi, dal Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2025 con focus su “Montagne e ghiacciai: torri d’acqua”, pubblicato da UNESCO per conto di UN Water, la cui produzione è coordinata da UNESCO World Water Assessment Programme (WWAP) e la cui traduzione ufficiale in italiano è curata dalla Fondazione UniVerde con il supporto di UNESCO WWAP in collaborazione con Acquedotto Pugliese, G.M.T., E.P.M., CiviSmart e AVR Associazione italiana produttori Valvole e Rubinetti federata Anima Confindustria presentato questa mattina a Palazzo Rospigliosi in occasione del convegno “Acqua e Agricoltura: politiche e strumenti per innovazione ed efficienza”, promosso da Fondazione UniVerde e Coldiretti, con il patrocinio di UNESCO WWAP, con Almaviva in qualità di main partner, con la media partnership di Rai Radio 1 e con event partner Acea, trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale.

In occasione dell’evento, com’è tradizione, è stato presentato il Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura” giunto alla XV edizione, con focus su Acqua, agricoltura e crisi climatica, realizzato dalla Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi in collaborazione con Coldiretti, ANBI e Fondazione Campagna Amica. Da quest’ultimo report emerge che gli italiani sono particolarmente preoccupati dal rischio alluvioni e dal rischio siccità considerando (85%) gli effetti del cambiamento climatico un problema urgente da affrontare anche per tutelare gli agricoltori, custodi del territorio e della nostra sicurezza alimentare.

Per contrastare gli effetti sull’agricoltura di lunghi periodi siccitosi, sempre più frequenti, il 77% ritiene necessario realizzare nuovi invasi ma favorire interventi di risparmio ed efficientamento idrico, unitamente all’elaborazione di piani di adattamento specifici per il settore agricolo e investimenti in innovazione tecnologica, non escludendo la possibilità di garantire sussidi agli agricoltori.

La proposta di istituire meccanismi incentivanti il risparmio idrico come i certificati blu, anche in agricoltura, è sostenuta dal 69% degli italiani, con alte percentuali di apprezzamento al Sud (76%). Ben l’81% si dichiara favorevole all’ipotesi di fare uso delle acque reflue depurate per fini irrigui (item in crescita del 9%), soprattutto a garanzia del risparmio idrico, mentre, per il 66%, occorre investire in tecnologie per il monitoraggio e la gestione dell’irrigazione.

L’incontro è stato aperto dal saluto di Vincenzo Gesmundo (Segretario Generale Coldiretti): “Cinque anni fa abbiamo lanciato la proposta di un piano di invasi con sistemi di pompaggio per generare energia elettrica, con l’obiettivo di affrontare un problema, quello della mancanza di risorse idriche, che sta diventando purtroppo un fenomeno strutturale, per l’agricoltura ma anche per i cittadini, con molti comuni delle aree interne e del Centro Sud dove la presenza delle autobotti per rifornire di acqua potabile è ormai una consuetudine. È ora di capire che non possiamo più limitarci a inseguire le emergenze. Serve adottare una strategia che, oltre alla realizzazione di nuovi invasi, comprenda la manutenzione dei corsi d’acqua e una più efficiente distribuzione delle risorse idriche. Solo così potremo affrontare le sfide del clima rispetto a fenomeni che negli ultimi tre anni sono costati 20 miliardi di euro all’agricoltura italiana”.

“Drammatiche alluvioni, prolungate siccità e inquinamento delle acque dolci richiamano l’attenzione sull’urgenza di realizzare iniziative per un uso più intelligente e sostenibile della risorsa acqua – ha detto Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde e promotore della campagna #NoFakeFood contro l’agropirateria e in difesa del made in Italy) -. Un percorso che interessa Istituzioni, imprese, organizzazioni di categoria e tutti i settori produttivi. Lo UN-WWDR 2025 mette in guardia sugli impatti presenti e futuri di tali fenomeni: la tutela delle acque di montagna è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare ed energetica rinnovabile a miliardi di persone. A giudizio degli italiani, come evidenzia anche il Rapporto “Gli italiani e l’agricoltura”, Istituzioni e amministrazioni locali dovrebbero contribuire a facilitare l’adozione di sistemi che favoriscano l’efficientamento idrico in agricoltura. Parliamo di infrastrutture tecnologiche abilitanti, semplificazione burocratica e fattori premianti. La proposta rilanciata al Governo è quella di istituire meccanismi di incentivi al risparmio idrico, come i certificati blu, al fine di promuovere innovazione e applicazione delle migliori soluzioni tecniche di efficientamento idrico per l’approvvigionamento e per gli usi agricoli e industriali”.

Per Fulvio Conti (Director Customer Project Management, Almaviva) “diventa strategico integrare la filiera irrigua nel processo di digitalizzazione che ha investito il Sistema Idrico Integrato. Il Gruppo Almaviva è sicuramente oggi il player più competente che può affrontare questa sfida grazie alla conoscenza dei dati agricoli, alla competenza ingegneristica/idraulica e alla pluralità di tecnologie da poter applicare. La nostra piattaforma permette una gestione integrata, con un unico punto di accesso a tutte le informazioni rilevanti per la gestione della rete e dei fabbisogni e abilita i Consorzi a prendere decisioni consapevoli che li accompagnano nell’adozione di pratiche agricole sostenibili”.

Tommaso Foti (Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di coesione) nell’intervento di indirizzo ha dichiarato: “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una straordinaria opportunità per la nostra Nazione anche nell’ambito della rivoluzione verde e della transizione ecologica, a cui è dedicata la Missione 2 del PNRR. Complessivamente la dotazione di investimenti dedicati agli interventi di potenziamento e resilienza delle reti e di contrasto della dispersione idrica ammonta a 5,4 miliardi di euro, ripartiti su quattro misure: sicurezza dell’approvvigionamento idrico; migliore gestione delle acque di scarico; uso irriguo della risorsa idrica; implementazione della dotazione di contatori di terzo e quarto livello, con l’obiettivo di misurare il volume d’acqua utilizzato e limitare sprechi e usi non autorizzati. Questi investimenti non solo migliorano la gestione dell’acqua, ma contribuiscono a rendere la nostra agricoltura da un lato sostenibile e dell’altro resiliente di fronte ai cambiamenti climatici. Ulteriori investimenti, poi, sono previsti nell’ambito dei Programmi finanziati dai Fondi Strutturali Europei che contribuiscono al settore idrico con 1,7 miliardi, a cui si aggiungono 1,4 miliardi previsti dalla programmazione del Fondo Sviluppo e Coesione, i cui strumenti sono stati recentemente riorganizzati negli Accordi per la Coesione. La gestione sostenibile delle risorse idriche e la qualità delle acque, compresa la conservazione delle infrastrutture idriche esistenti, rappresentano dunque un tema ormai centrale delle politiche di investimento e un obiettivo di primo piano per il governo Meloni”. 

La traduzione ufficiale del UN-WWDR2025, sostenuta da partner virtuosi, e frutto della collaborazione tra la Fondazione UniVerde e l’UNESCO WWAP, si rinnova ormai dal 2018 ed ha notevolmente contribuito alla diffusione di una maggiore informazione e a un più alto grado di sensibilizzazione intorno al tema dell’acqua a tutti i livelli, permettendo all’Italia di elevarsi verso le prime posizioni al mondo per numero di download del Documento e di stimolare i necessari interventi di Istituzioni e imprese, a favore della tutela della risorsa idrica e per il conseguimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 6 dell’Agenda 2030: “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”.

Tuttavia, afferma il Rapporto, “la carenza di dati e le lacune nelle attività di monitoraggio continuano a ostacolare una valutazione accurata degli altri traguardi dell’Obiettivo 6, ad esempio con riferimento alla gestione delle risorse idriche, alla qualità dell’acqua, agli ecosistemi idrici e a un ambiente ad essi favorevole”.

Miguel De França Doria (Direttore UNESCO WWAP – World Water Assessment Programme) ha spiegato che il Rapporto “evidenzia naturalmente l’urgenza di migliorare la governance delle risorse idriche negli ambienti montani, anche tramite la gestione integrata dei bacini fluviali, e la necessità anche di aumentare la capacità, aumentare le innovazioni, aumentare la cooperazione a tutti i livelli per raggiungere la sicurezza idrica”, evidenziando anche il ruolo degli investimenti e dei finanziamenti in quest’area.

La criosfera delle montagne costituisce una delle componenti del sistema terrestre più sensibili al cambiamento climatico. La maggior parte dei ghiacciai del mondo si sta sciogliendo ad un ritmo crescente, aumentando lo scioglimento del permafrost e il rischio di catastrofi naturali, come colate di detriti, valanghe, inondazioni da collasso di dighe e di laghi glaciali.

I flussi di acqua provenienti dalle montagne diventeranno sempre più imprevedibili, incerti e variabili. I cambiamenti nei tempi e nei volumi dei flussi massimi e minimi, oltre all’erosione e ai carichi di sedimenti, influenzeranno le risorse idriche a valle in termini di quantità, regolarità e qualità. L’UNWWDR2025 richiama dunque l’attenzione sui servizi e sui benefici essenziali che le acque di montagna, e i ghiacciai alpini, forniscono alle comunità, alle economie e all’ambiente.

Concentrandosi sulle soluzioni tecniche e sulle politiche necessarie per migliorare la gestione dell’acqua in montagna, il Rapporto di quest’anno affronta questioni fondamentali come l’approvvigionamento idrico e i servizi igienico-sanitari, la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, la sicurezza alimentare ed energetica, l’industria, la riduzione del rischio di disastri naturali e la protezione degli ecosistemi.

-Foto ufficio stampa Fondazione UniVerde-
(ITALPRESS).