Antica ingegneria: l’Acquedotto Vespasiano in “opus caementicium” nei pressi di Minturnae, l’attuale Minturno, sulla Via Appia

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Acquedotto Vespasiano, Minturnae. Credits: viviminturnoscauri.
Acquedotto Vespasiano, Minturnae. Credits: viviminturnoscauri.

L’Antica Minturnae ha rivestito un ruolo strategico importantissimo nel mondo romano e nella Campania felix/Terra di Lavoro: via terra, in quanto punto di transito tra il centro-nord ed il sud; via mare, poiché riusciva a servire le città più interne e persino montane grazie ad un grande porto.

Si intuisce, quindi, quanto il territorio fosse brulicante di vita, di commerci, di affari e quanto, perciò, fosse importante avere sempre a disposizione ingenti rifornimenti d’acqua. L’Acquedotto Vespasiano, di cui ancora oggi è possibile ammirare alcune meravigliose ed imponenti arcate, provvedeva a tutto questo.

Estetica e funzionalità – L’Acquedotto Vespasiano, che porta il nome dell’imperatore che l’ha voluto, aveva origine dalle sorgenti di Capodacqua, a Spigno Saturnia, e dopo oltre 11 chilometri di percorso si immetteva nella città sfruttandone l’ingresso formale: Porta Roma (o Porta Gemina).

Sorgente di Capodacqua.
Sorgente di Capodacqua: sorgente perenne con portata media di 1.100 l/sec. conosciuta sin dall’epoca romana. Credits: Wikipedia.

Dal materiale con cui è stato realizzato si è riusciti a risalire in maniera abbastanza precisa alla sua datazione, che gli storici collocano intorno alla prima metà del I secolo (si ipotizza una costruzione nel tardo periodo Augusteo, 72 d.C. circa, in concomitanza con la realizzazione del grande teatro da 5mila spettatori).

La struttura appare in opus caementicium (il calcestruzzo romano), con una particolare cura decorativa della tecnica edilizia dell’opus reticolatum, ed ingloba blocchi di tufo e calcare. Tra la linea degli archi e lo specus (il condotto in cui scorreva l’acqua) è ancora visibile una lavorazione con decorazioni bicolori variegate, che appaiono più intense nella zona contigua alla città e in punti di snodo importanti: si va da intenzioni a zig zag a losanghe, da sagome a scacchiera a linee diagonali o parallele. Osservando attentamente è anche possibile intravedere, in alcuni punti, lo strato di intonaco che rivestiva l’intradosso delle arcate, con funzione protettiva. Inoltre, la parte superiore dei pilastri presenta dei rinforzi ottenuti con un sottile strato di laterizio.

Le condizioni di degrado in cui vertono alcune parti dell’acquedotto, però, ci tengono segrete molte altre caratteristiche di questa grande opera: ad esempio, non sappiamo se l’acqua scorresse a cielo aperto o meno.

L'Acquedotto Vespasiano. Credits: RomanoImpero.
L’Acquedotto Vespasiano. Credits: romanoimpero.

Dove visitarlo – L’Acquedotto Vespasiano è visitabile h24 nei pressi dell’Antica Minturnae, in zona Archi-Virilassi, per un percorso di oltre 100 arcate che sono riuscite ad arrivare sino a noi. Attraversa la Via Appia proprio all’altezza del sito archeologico ed è, quindi, una meta che può facilmente inserirsi in un itinerario alla scoperta delle meraviglie di Minturno.