Aeroporto Catullo Verona, Valdegamberi (Misto): “piano rilancio di Save in realtà è castrazione”

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Terminal_Partenze_Verona_Valerio_Catullo
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“Nei giorni scorsi ho letto parole trionfalistiche sull’avvio di un progetto che doveva essere realizzato cinque anni fa e che, comunque, oltre a partite in ritardo, non ha nemmeno uno dei caratteri propagandati. E’ arduo comprendere come si possa parlare di “riqualificazione ed ampliamento” se, con 68 milioni di lavori, si passa da 40 a 46 banchi di accettazione e da 13 a 19 cancelli di imbarco, precludendo anche possibili ulteriori sviluppi”. Il consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi (gruppo misto) in un comunicato solleva nuove perplessità sui piani di rilancio annunciati da Save per l’aeroporto Catullo di Verona. Un piano di rilancio che, per Valdegamberi, equivale a una “prospettiva di castrazione” dello scalo scaligero. “I numeri investiti a Verona negli ultimi cinque anni – argomenta il consigliere eletto con la lista Zaia – sono lontani anni luce da quelli investiti (diverse centinaia di milioni di euro) negli altri aeroporti a noi vicini, da Venezia a Bergamo, Bologna, Treviso compreso. Quando ci di sveglierà dall’incanto e si scoprirà l’inganno sarà tardi e non si potrà più tornare indietro”.

“Ai veronesi si è detto che l’intervento riguarda la riqualificazione e ampliamento del terminal partenze, la cui superficie passerà dagli attuali 24.840 mq a 36.370 mq – ragiona Valdegamberi – e che i banchi accettazione passeranno da 40 a 46 compresi di postazioni self check-in e baggage drop. E poi che i gate d’imbarco passeranno da 13 a 19. Vorrei tanto che ci fosse qualcuno in grado di spiegarmi come sia possibile considerare questo progetto come un investimento di rilancio. Si può parlare di “infrastrutture nuove” di un progetto con cui vengono aumentati solamente di 6 unità i banchi check-in e gate d’imbarco? Il tutto spendendo 68 milioni di euro? Non siamo ridicoli! Chiunque dotato di normale intelligenza capisce che con un progetto del genere non si va da nessuna parte e non sarà certo possibile affrontare la crescita prevista del medio-lungo termine (circa 10 milioni di passeggeri l’anno) che sicuramente non passeranno da Verona ma saranno dirottati per forza altrove con le relative ricadute sui nostri territori, dal Trentino al modenese e dal bresciano al vicentino con baricentro Verona!”

“L’ampliamento costerà 11.4 milioni di euro a gate + banco check-in o peggio ancora gli 11.530 mq di ampliamento ci costeranno quasi 6 mila euro a mq per avere sempre una piccola ed insignificante aerostazione se confrontata con Bologna e Bergamo – calcola l’esponente veronese -Ma la chicca di cui nessuno parla è che gli arrivi non saranno toccati. Come è possibile – domanda Valdegamberi – a meno si pensi di fare viaggi di sola andata e senza ritorno? È questo il gran piano di rilancio di cui si scrive e si parla in abbondanza in questi giorni o è il solo un ennesimo modo per buttare fumo negli occhi e distogliere temporaneamente lo sguardo dalla triste realtà? Sono questi gli investimenti che renderanno competitivo il nostro aeroporto? Non credo proprio”.

“La decisione di partire con questo progetto di sviluppo farsa, insieme al disastro che hanno iniziato a fare a Brescia con la rinuncia alla componente passeggeri e trasformando il terminal in magazzino – conclude il consigliere regionale – ci metterà nella casistica degli errori progettuali da ricordare (e studiare) nel mondo. Fino a quando andrà avanti l’inganno?”.