(Articolo sulla sindrome da rientro da VicenzaPiù Viva n. 10, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).
Il conto alla rovescia sul calendario è terminato: sono arrivate le tanto attese vacanze estive, tempo di riposo e di nuova energia.
Andare in vacanza significa “staccare la spina” dal quotidiano, allontanandosi dalle proprie abitudini per creare delle diversità che permettano alla mente di nutrirsi, di ricaricarsi e di evitare il “surriscaldamento” generato da una routine incessante. Come ricordava il sociologo Charles Horton Cooley: «Allontanarsi dal proprio ambiente di lavoro è, in un certo qual senso, allontanarsi da se stessi; e questo è il principale vantaggio di viaggiare e cambiare».
Per aiutarti a godere al meglio questo periodo, ti invito a porti una domanda un po’ particolare, ovvero: «Cosa dovrei fare o evitare di fare, cosa dovrei pensare o evitare di pensare per rovinare le mie vacanze?». Si tratta di un esercizio che ti permetterà da un lato di individuare tutti quegli atteggiamenti che potrebbero trasformare la tua vacanza in un momento carico di frustrazione e di fatica, dall’altro di mettere in luce ciò che ti aiuterà a costruire la vacanza ‘ideale’.
Dopo le vacanze… dobbiamo fare i conti con la sindrome da rientro o post-vacation blues?
No. No, e poi no. Anche se, pur non potendo parlare di disturbo, è un’esperienza di molti sentire un rientro faticoso, con difficoltà di concentrazione, mancanza di iniziativa, irritabilità o nervosismo, incremento dei livelli d’ansia, a cui si può affiancare malinconia, tristezza, sbalzi d’umore. Tra i sintomi fisici, invece, possono manifestarsi spossatezza, cefalea, tensioni muscolari e affaticamento non giustificato.
Innanzitutto chiediamoci perchè viviamo tutto questo?
Mi rivolgo direttamente a te, caro lettore di Vicenza PiùViva: cosa rappresenta per te la vacanza? Uno sfogo, un diversivo dall’immobilità, un’evasione da qualcosa che non va o una forma di evasione dai problemi? Il punto è che una vacanza non risolve tutto: in tal caso, quello che hai da fare, è capire cosa c’è che non va e capire come risolverlo.
Il post vacation blues è una condizione transitoria e facilmente trattabile. Cosa possiamo fare allora per riprenderci dalle vacanze?
C’è qualche insegnamento derivato dalla psicologia breve strategica che possiamo applicare?
Il problema però non è tanto il ritorno, quanto l’adattamento. Immagina questa cosa: metti una mano nell’acqua ghiacciata e dopo un minuto mettila nell’acqua calda: come pensi che sentirai quest’ultima? Bollente, probabilmente. Se invece cominci a versare l’acqua calda all’interno dell’acqua ghiacciata, il cambiamento di temperatura avverrà in modo più graduale, e tu non te ne renderai quasi conto.
Come ci insegna M. Proust: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”… e questo vale soprattutto per il rientro.
L’errore principale di chi torna dalle ferie è quello di ricominciare “a bomba”, vale a dire subito dopo aver terminato le ferie. Attenzione: non sto parlando solo di chi torna dopo due settimane, ma anche di chi torna da cinque giorni.
Quali sono le strategie per un rientro felice?
In primis il rientro dev’essere graduale: come l’acqua calda versata in quella fredda. Dovresti ricominciare pian piano a riabituarti alle quotidianità, miscelando insieme sia i momenti di relax che quelli di “lavoro”, senza voler fare tutto e subito, dandoti obiettivi realistici, “abbassando inizialmente l’asticella” a cui eri abituato.
Quando ad esempio, rientro dalla vacanze nella mia prima settimana cerco di ridurre il numero di sedute, invece di ingranare subito la quarta marcia, parto con la seconda.
Può essere utile anche, organizzare il rientro uno o due giorni prima di riprendere il lavoro, per favorire un riadattamento alla routine più graduale. La ripresa dell’attività fisica, benefica per la salute fisica, meglio se all’aria aperta e alla luce naturale del sole, può svolgere un ruolo chiave nel migliorare l’umore e nello stimolare la produzione di sostanze legate al benessere, come le endorfine e la serotonina.
Al contempo, dedicare più tempo a sé stessi, sia attraverso la lettura di un libro, un bagno rilassante o il ritagliarsi semplicemente momenti di silenzio, di meditazione, darà modo di ripartire senza particolari traumi. Infine, ma non certo per importanza, sarebbe importante cercare di fissare obiettivi, sui quali lavorare nei prossimi mesi, che comprendano momenti di relax e svago. Essere rientrati dalle ferie non significa dedicare la nostra intera giornata solo ad obblighi e doveri. Uno spazio di cura per noi stessi è fondamentale per favorire un rientro caratterizzato da benessere continuativo. Se riusciremo in questi intenti, sarà più facile ‘portare’ dentro di noi un ‘pezzettino’ di vacanza, qualcosa che ha contribuito ad arricchire il nostro bagaglio di esperienze positive. Un caro saluto a tutti i lettori.
Per scrivere alla dottoressa: cittadini@vicenzapiu.com
Riferimenti bibliografici
G. Nardone, P. Watzlawick, L’arte del cambiamento, Milano, Ponte alle Grazie, 1990
P. Watzlawick, Guardarsi dentro rende ciechi, Milano, Ponte alle Grazie, 2007
G. Bormolini. L’arte della meditazione. Meditare per respirare con l’Infinito, Milano, Ponte alle Grazie 2022
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