AgCom contro Meta: la battaglia per l’equo compenso nell’era digitale

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agcom Par condicio Europee 2024

L’AgCom ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che ha sospeso il regolamento sul diritto all’equo compenso per gli editori. La posta in gioco è alta: da un lato la tutela del pluralismo dell’informazione e dei diritti dei giornalisti, dall’altro il potere dei giganti del web come Meta, proprietaria di Facebook.

La vicenda. Tutto nasce dalla Direttiva europea sul copyright, recepita in Italia nel 2021, che prevede il diritto per gli editori e gli autori di ricevere un compenso per i contenuti giornalistici utilizzati dalle piattaforme online. L’AgCom ha quindi elaborato un regolamento per l’attuazione di questa norma, ma Meta ha presentato ricorso al Tar del Lazio, ottenendo la sospensione del regolamento.

I giudici del Tar hanno sollevato dubbi sulla compatibilità del regolamento AgCom con il Trattato dell’Unione Europea, dubbi che hanno portato alla richiesta di un parere alla Corte di Giustizia Europea.

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni contesta la decisione del Tar su due fronti. Innanzitutto, ritiene che il rinvio alla Corte di Giustizia Europea non sia necessario, in quanto la normativa europea è già sufficientemente chiara. Inoltre, l’AgCom critica la sospensione del regolamento, che impedisce di fatto le trattative tra editori e società web per l’equo compenso.

Le implicazioni. La sospensione del regolamento AgCom ha un impatto significativo sul panorama dell’informazione in Italia. Da un lato, blocca le trattative per l’equo compenso, privando gli editori di una potenziale fonte di reddito importante per la loro sopravvivenza. Dall’altro, crea incertezza per il futuro del giornalismo online, in un contesto già dominato dai giganti del web.

La decisione del Consiglio di Stato sarà fondamentale per il futuro dell’equo compenso in Italia. Se il Consiglio dovesse dare ragione all’AgCom, le trattative tra editori e Meta potrebbero riprendere, con l’obiettivo di raggiungere un accordo che tuteli entrambi i diritti degli autori e la concorrenza nel mercato digitale.

La vicenda AgCom-Meta evidenzia la complessità del rapporto tra media tradizionali e piattaforme online. La sfida è trovare un equilibrio che garantisca il pluralismo dell’informazione e la qualità del giornalismo, senza soffocare l’innovazione e la concorrenza nel mondo digitale.

L’esito di questa battaglia avrà un impatto significativo non solo sull’Italia, ma sull’intera Europa. La partita è aperta e il futuro dell’informazione digitale è in gioco.

Fonte: La Repubblica