Dotare gli agenti di polizia penitenziaria di taser per difendersi. A rilanciare la proposta, con il tema sollevato da recenti aggressioni nel carcere di Vicenza, è la consigliera regionale della Lega, Silvia Maino.
“Le aggressioni all’interno degli istituti veneti – afferma -, in particolare nel carcere di Vicenza (leggi qui), della quale ben conosco la situazione sono purtroppo in aumento, come più volte denunciato dalla sottoscritta. Prendiamo il 2024 iniziato soltanto da 23 giorni: le aggressioni ai danni degli agenti dal primo gennaio ad oggi solo nella struttura di Vicenza sono già salite a tre e hanno coinvolto 7 unità con prognosi superiore 10 giorni.
Pertanto, a seguito di fatti gravissimi come, ad esempio, l’incendio di strutture con il conseguente sgombero di intere zone del carcere Del Papa o le pesanti aggressioni ai danni degli agenti della Polizia penitenziaria, sono costretta a prendere una posizione. È impensabile che gli agenti possano continuare a difendersi dalle aggressioni dei detenuti in costante aumento, a mani nude”.
Nel corso della sessione di ieri del Consiglio della Regione Veneto sono state affrontate e votate quattro risoluzioni sui problemi che attanagliano le carceri venete. Una del consigliere Marzio Favero (Lega-LV), la seconda della consigliera Erika Baldin (Movimento 5 Stelle), la terza a prima firma della capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani e l’ultima presentata appunto dalla Maino.
“La situazione delle carceri venete, pur essendo sotto costante monitoraggio, si sta facendo sempre più difficile da gestire – dice la consigliera leghista -. Come illustro anche nella mozione di cui sono prima firmataria, la possibilità di difesa dalle aggressioni delle forze di polizia penitenziaria è limitata. Il taser, una pistola in grado di immobilizzare tramite l’emissione di una scarica elettrica, è uno strumento che ha numerosi benefici e garantisce maggiore sicurezza agli agenti. Infatti, non causando lesioni eviterebbe, nella maggior parte dei casi, la possibilità di eventuali ritorsioni legali nei confronti degli agenti stessi e fungerebbe anche da deterrente.
Da ultimo – conclude Silvia Maino – chiedo che la Giunta Regionale si faccia portavoce presso il Governo per trovare misure adeguate al fine di evitare il sovraffollamento negli istituti penitenziari”.