Aggressioni in sanità, ok dalla Camera: ora è legge. Le reazioni in Veneto

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La Camera dei deputati ha dato via libera ieri alle misure per contrastare le aggressioni al personale della sanità nell’esercizio delle loro funzioni e il danneggiamento di strutture e macchinari.

Il decreto è passato con 144 voti favorevoli, nessun voto contrario e 92 astenuti, ovvero i deputati delle opposizioni. Il provvedimento, già licenziato dal Senato e ora approvato senza modifiche dalla Camera, viene dunque convertito in legge.

La norma prevede l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti sanitari, sociosanitari e dei loro ausiliari. Prevista l’applicazione del procedimento con citazione diretta a giudizio anche per il reato di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria.

Queste le reazioni del mondo della politica veneta all’approvazione della legge che dovrà porre un freno alle aggressioni agli operatori della sanità in tutta Italia.

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Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia

“Accolgo con soddisfazione che con il voto della Camera sono finalmente legge le misure per contrastare le violenze nei luoghi di cura e contro i professionisti della sanità. Grazie al voto della maggioranza cambia definitivamente l’approccio nei confronti di una forma di violenza sconsiderata che colpisce, nella loro dignità e nella loro dedizione oltre che fisicamente, i lavoratori in un ambito tanto delicato ma anche mette a rischio la sicurezza di tutto il nostro sistema sanitario. Ora la nuova legge deve essere divulgata e conosciuta nel modo più diffuso possibile affinché tutti sappiano che azioni incontrollate verso gli operatori sanitari e negli ospedali saranno severamente perseguite. La regione è pronta a fare la sua parte in questa opera di comunicazione e sensibilizzazione”.

Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, esprime soddisfazione per il voto odierno della Camera dei Deputati e aggiunge: “Ringrazio i parlamentari, gli uffici e tutti coloro hanno contribuito a questa legge che in molti abbiamo sollecitato. Lavoriamo ogni giorno per migliorare i nostri servizi di assistenza e tutela della salute e non possiamo, quindi, tollerare che atti violenti minaccino quelle serenità e sicurezza necessarie agli operatori ma anche ai tanti pazienti che, pacificamente, sono presenti nelle nostre strutture. Il decreto ora è una legge che va applicata con il massimo rigore a garanzia dei nostri sanitari che ogni giorno si occupano della salute di tutti”.

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Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale

“L’approvazione da parte della Camera dei Deputati del Decreto aggressioni per contrastare la violenza sui professionisti sanitari, pur affrontando una drammatica emergenza, rischia di rimanere un provvedimento puramente punitivo, con un’ottica di mera deterrenza, ma che non protegge il personale sanitario e non previene a monte i pesantissimi rischi cui sono sottoposti gli operatori delle nostre strutture. Al di là del trionfalismo del centrodestra e di Zaia in Veneto, il problema resta aperto”.

La presa di posizione è, a nome del Gruppo consiliare del Pd, della Capogruppo Dem in Consiglio regionale Vanessa Camani.

“Il nodo attorno al quale ruota tutto è che oggi non basta punire o, peggio, come dice Zaia, ‘comunicare o sensibilizzare’ – spiega la Capogruppo del Pd – Oggi serve evitare che le aggressioni si compiano. E per farlo servono protocolli tra strutture sanitarie e forze dell’ordine e sistemi di sicurezza e video sorveglianza, oltre che un impegno concreto delle aziende sanitarie. L’adozione di misure organizzative adeguate, l’introduzione di piani di formazione e prevenzione del rischio, e, prima di tutto, l’adeguamento degli organici, sono impegni rispetto ai quali la Regione del Veneto deve stanziare risorse adeguate. Su questo tema – conclude Camani – non siamo disponibili a tollerare propaganda e immobilismo”.

“Finalmente ci saranno misure concrete per contrastare le aggressioni nei luoghi di cura e tutelare i nostri professionisti della sanità. Sono molto soddisfatto dell’approvazione definitiva della legge oggi alla Camera. Purtroppo, questi episodi sono ormai la quotidianità per molti operatori, con tutte le ricadute sul nostro sistema sociosanitario. Un episodio increscioso di questo tipo è avvenuto di recente anche a Cittadella”.

Con queste parole, il consigliere regionale Giuseppe Pan (Lega – Liga Veneta) commenta “con entusiasmo l’approvazione della norma in Parlamento”.

“La violenza contro medici e infermieri non è un danno solo per la loro sicurezza fisica, ma anche per la loro dignità professionale – osserva Pan –  A maggior ragione, trattandosi di lavoratori che si prendono cura di noi, con compiti molto delicati. Se poi li si disincentiva a proseguire nel loro percorso professionale, il danno alla nostra società può diventare enorme. Ecco perché attendevamo con urgenza un provvedimento legislativo come questo”.

“La Regione Veneto è pronta a fare la propria parte per farla conoscere a tutti. In riferimento al fatto di Cittadella, abbiamo pure fatto richiesta di encomio alla Giunta per il carabiniere che ha fermato l’aggressore a rischio della propria vita”, conclude Giuseppe Pan.

“Attendevamo da tempo una legge per contrastare la violenza contro gli operatori sanitari. E oggi finalmente è arrivata, con l’obiettivo di dire basta a un’autentica piaga sociale, vista la sua frequenza: chi ha un ruolo così importante deve poter lavorare con la giusta tranquillità”.  La presidente della Quinta commissione consiliare Sonia Brescacin (Lega – Liga Veneta) accoglie con queste parole “La norma approvata oggi dalla Camera dei deputati. Leggiamo di aggressioni ormai quotidiane a medici e infermieri, soprattutto nei reparti di pronto soccorso. Non si tratta solo di dare il dovuto rispetto a una categoria di lavoratori, che in questo caso ha compiti molto delicati verso il pubblico, ma di garantire la tenuta del sistema sociosanitario: quando si teme per la propria incolumità nell’ambito di una professione, si fa fatica a essere disposti a intraprenderla; per non parlare dei rischi di chi ha bisogno di assistenza o di cure. L’attuale maggioranza in Parlamento ha capito tutto questo e con l’approvazione odierna vuole segnare un cambio di passo. Come rappresentati delle istituzioni, faremo il possibile per farla applicare negli ambiti di nostra competenza e per renderla nota a tutti”.