Aggressioni al personale sanitario in Veneto: la Regione lancia un piano da 4 milioni di euro con braccialetti d’allarme e microcamere per medici e infermieri

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La Regione Veneto ha presentato ieri un innovativo piano da 4 milioni di euro per contrastare le crescenti aggressioni al personale sanitario. Il progetto prevede l’introduzione di strumenti tecnologici avanzati, come braccialetti con allarme per medici e infermieri e, in via sperimentale nell’Ulss 4 Veneto Orientale, microcamere indossabili capaci di registrare immagini e audio durante le aggressioni.

Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha evidenziato come in Italia si registrino annualmente circa 25.940 aggressioni al personale sanitario, con il 69% dei casi non denunciati. In Veneto, il fenomeno è in allarmante crescita: 220 casi nel 2020, 663 nel 2021, 883 nel 2022, 2.229 nel 2023 e 2.595 nel 2024.

Zaia ha sottolineato la necessità di una risposta sistematica, destinando 4 milioni di euro all’acquisto delle tecnologie necessarie. Ha inoltre affermato che, sebbene l’ospedale sia per definizione un luogo aperto, la difesa dei sanitari è una priorità assoluta, richiedendo anche un supporto legislativo in sede penale per tutelare la sacralità dell’ospedale.

L’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha ricordato che, già con le linee guida del 2022, sono stati formati 5.000 operatori. Ha inoltre sottolineato come il timore di subire violenze sia tra le principali cause di dimissioni nel settore sanitario pubblico, evidenziando l’urgenza di intervenire per garantire un ambiente di lavoro sicuro e proteggere la professionalità degli operatori sanitari.

Questo piano rappresenta un passo significativo verso la tutela del personale sanitario in Veneto, con l’obiettivo di ridurre drasticamente il numero di aggressioni e garantire un ambiente di lavoro più sicuro per chi ogni giorno si dedica alla cura dei cittadini.