Agriturismi, interrogazione della vicentina Caretta al governo per riaprirli

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Il grido d’allarme degli agriturismi veneti arriva sul tavolo del governo. La deputata vicentina Maria Cristina Caretta ha presentato, insieme alla collega Lucrezia Maria Mantovani, un’interrogazione al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali per chiedere di adottare le iniziative possibili “per l’immediata apertura degli agriturismi per il pernottamento, parificando la disciplina a quanto già disposto per gli alberghi”.

L’interrogazione parte in seguito alla segnalazione di Agriturist Veneto, l’associazione regionale degli agriturismi di Confagricoltura, che, all’indomani del Dpcm del 4 maggio e della successiva ordinanza del governatore Luca Zaia, ha rilevato una discriminazione palese nei confronti degli agriturismi, ai quali viene concesso di accogliere il personale ospedaliero, ma non gli operai e i dipendenti aziendali come accade invece per gli alberghi. Come segno di protesta Agriturist Veneto ha lanciato una campagna di protesta sui social con gli hashtag #ospitalitàinagriturismo e #apriamogliagriturismi, che in una sola giornata ha raccolto migliaia di like, con foto di giardini e ampie distese pubblicate dagli agriturismi di tutte le province del Veneto.

Con il decreto del 4 maggio è stata autorizzata la riapertura per le attività di ospitalità, le attività alberghiere e simili, individuate con il relativo codice 55.1 – scrive Maria Cristina Caretta -. Il codice tuttavia esclude di fatto tutte le attività di accoglienza, tra cui gli agriturismi, con diverso codice, pur prestando attività analoghe e facenti entrambi parte della macro-categoria di riferimento relativa agli alloggi”. La Caretta ricorda inoltre che “l’accoglienza effettuata dagli agriturismi è intrinsecamente connessa con l’attività agricola, la quale, in quanto attività primaria ed essenziale, è sempre stata consentita da tutti i provvedimenti normativi in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”. Per questo, conclude, ritiene “incomprensibile il motivo di una restrizione di tale entità, dal momento che anche le attività di agriturismo hanno approntato tutte le misure previste dai vari protocolli in materia di contenimento del virus”. Infine chiede “se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda adottare al fine di disporre un’immediata apertura degli agriturismi per il pernottamento, parificandone la disciplina a quanto già disposto per gli alberghi”.

“Apprendiamo con soddisfazione quest’interrogazione che segue al nostro grido d’allarme – commenta Leonardo Granata, presidente regionale di Agriturist, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura -. Non abbiamo nulla contro gli albergatori veneti, con i quali spesso collaboriamo per dare risposta nella maniera più soddisfacente alle richieste dei turisti, ciascuno per le proprie specificità. Sediamo insieme i tavoli del turismo e all’interno delle diverse Organizzazioni di gestione della destinazione turistica. Il problema è a Roma. Chiediamo perciò che, in questa fase in cui tutta l’Italia sta ripartendo, di poter anche noi riprendere la nostra attività di pernottamento come avviene per gli alberghi, dal momento che disponiamo di ampi spazi all’aperto, che facilitano la possibilità di operare in sicurezza, nel rispetto di tutte le normative relative al distanziamento sociale dettate dall’emergenza coronavirus”.


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