Agroalimentare Veneto e Pfas, Cristina Guarda (EV) lancia l’allarme per nuovo regolamento dell’Ue

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agroalimentare veneto
Cristina Guarda

L’economia del settore agroalimentare del Veneto è minacciata da un nuovo regolamento dell’Ue sulla concentrazione dei Pfas negli alimenti.

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Cristina Guarda

La consigliere regionale di Europa Verde, Cristina Guarda, ne ha parlato apertamente nel corso di una conferenza stampa, incentrata sulle colpe della Regione, accusata per l’ennesima volta di scarsa trasparenza sulla vicenda sia nei confronti dei cittadini che delle Istituzioni sovrannazionali.

Per la consigliera regionale, il governo regionale dovrebbe risolvere il problema della contaminazione degli alimenti nelle aree maggiormente interessate dall’inquinamento (leggi qui) considerando anche “il rischio economico cui sono soggetti i settori coinvolti dell’inquinamento, anzitutto la produzione agroalimentare.

Oltre alla trasparenza dei dati – ha aggiunto – servono azioni e progetti per sostenere gli agricoltori e gli operatori della sicurezza alimentare: da gennaio 2023, infatti, devono rispettare un primo regolamento europeo, il regolamento 2022/2388, che vieta la commercializzazione specifiche produzioni alimentari determinate concentrazioni di 4 tipi Pfas.

Chiediamo dunque di aiutare le aziende fornendo la possibilità di analisi dei prodotti oggetto del regolamento attraverso una rete istituzionale, dato che attualmente sono pochissimi i laboratori attrezzati per questo tipo di analisi.

Chiedo inoltre anche un supporto economico, visto che nelle zone inquinate da Pfas dal Basso veronese a Rovigo gli agricoltori sono vittime dell’inquinamento. Si tratta peraltro di questioni che ho recentemente posto alla Giunta regionale con una mia interrogazione.

Oltre a questo rilanciamo ricerca e diffusione di strategie, pratiche agronomiche, l’uso di varietà più resistenti, eliminando l’uso di concimi e fitosanitari contenenti Pfas. Sono necessarie delle azioni per ridurre l’esposizione della produzione alle sostanze pfas trattenute nei suoli o trasportate dalle acque di falda o superficiali utilizzati per l’irrigazione, con un sistema di assistenza specifico per gli imprenditori locali, come fanno Baden Würrtemberg, lo stato del Maine, o l’istituzione Victoria in Australia”, ha concluso Guarda.