«Esprimiamo netta contrarietà e preoccupazione sulla ventilata ipotesi, da parte di un consigliere comunale di Vicenza, dell’eventuale quotazione in borsa di Agsm Aim Spa”: inizia così la nota dei vertici locali della CGIL contro l’ipotesi di Raffaele Colombaral’ipotesi di Raffaele Colombara sulla quotazione in borsa di una quota di minoranza dell’azienda per sottrarla ai giochi politici nelle nomine e ricondurle alla professionalità, ipotesi che ci pare da valutare con attenzione e non da rigettare tout court.
E’ falso pensare – si legge invece nella nota – che la quotazione sia la risoluzione di tutti “i mali”. In altre esperienze, che abbiamo già vissuto, sappiamo che porta malessere fra i dipendenti e un abbassamento del servizio in favore della logica del profitto.
Per questa ragione chiediamo altre scelte su Agsm Aim spa.
Su una cosa siamo d’accordo nella presa di posizione del consigliere comunale vicentino Raffaele Colombara: si lavori ad un piano industriale efficace ed efficiente, che valorizzi il territorio vicentino, sia sul personale, sia sui servizi. Noi siamo pronti a fare la nostra parte» concludono Giancarlo Puggioni, segr. gen. CGIL Vicenza, Giulia Miglioranza, segr gen FP CGIL Vicenza, e Giuliano Ezzelini Storti, segr gen FILCTEM Cgil Vicenza.
Eppure non si capisce il perché del no a priori all’ipotesi di Raffaele Colombara che manterrebbe pubblica la quota di maggioranza di Agsm Aim ma, quotando l’azienda in borsa, ridurrebbe le fasi di stallo che, come si è visto nel caso della guerra tra Verona e Vicenza, quando erano di colori diversi, danneggiano la società, i cittadini proprietari e i lavoratori allo sbaraglio.
A meno che, dietro il rifiuto secco anche solo di discutere dell’opzione, che include anche i capitali freschi che immetterebbe per sviluppi futuri, industriali e di acquisizioni esterne, non ci siano resistenze a tutela dello status quo delle influenze sindacali… di bottega.