Dopo il presidente («Agsm Aim, Tribunale delle Imprese rigetta ricorso del Collegio dei revisori. Pres. Federico Testa: “Buona notizia dopo strumentalizzazioni irresponsabili”») interviene sull’argomento anche Angela Broglia, un’altra esponente con Stefano Quaglino (al centro del caso Compago che ha scatenato la “guerriglia”) del cda di Agsm Aim in quota Verona, socio di maggioranza, mentre i tre consiglieri nominati dalla vecchia Amministrazione di Vicenza (Gianfranco Vivian, Fabio Sebastiano e Anna Massaro) non accennano a “dignitosi” passi indietro, che in buona sostanza Broglia “suggerisce” rispetto alla città che rappresenterebbero compiutamente se la maggioranza dei cittadini avesse confermato quella politica precedente di cui erano espressione.
“Il Tribunale delle Imprese di Venezia, ricorda Angela Broglia nella sua nota, ha definitivamente e perentoriamente rigettato il ricorso ex art. 2409 c.c., depositato dal collegio sindacale (a trazione vicentina, ndr) il 14 marzo scorso.
Personalmente non ho mai dubitato di questo epilogo che è certamente una buona notizia per AGSM-AIM.
Quanto deciso dal Tribunale mette fine alle tensioni all’interno del CdA a seguito dell’adesione al suddetto ricorso da parte dei Consiglieri di nomina vicentina Massaro, Sebastiano e Vivian.
In questi lunghi mesi abbiamo sempre e solo operato per il bene della società e, quindi, degli utenti e della cittadinanza tutta, nonostante alcuni evidenti tentativi di strumentalizzazione e di resistenza all’interno del CdA. A ciò si aggiunge l’imponente eco mediatico, alimentato da notizie non sempre corrette e precise, forse anche per la complessità della materia.
Tutto ciò, non è difficile comprenderlo, ha arrecato un grave danno reputazionale alla società: AGSM-AIM beneficia di 700 milioni di affidamenti che le banche garantiscono e sostengono grazie al suo buon nome, alla sua storia e ai soci che ne sono i proprietari; per contenere il danno di credibilità che il ricorso ha creato ed evitare conseguenze potenzialmente pesantissime dal punto di vista finanziario, abbiamo dovuto mettere in campo tutto il nostro patrimonio di conoscenze, competenze e di credibilità personale. Abbiamo potuto così scongiurare un innalzamento dei tassi di interesse sugli affidamenti che avrebbe comportato un ingente costo supplementare per salvaguardare la necessaria liquidità e, dunque, l’operatività aziendale.
Ora si deve voltare pagina; ma prima è necessario riflettere su quanto è successo, separando la ragione dal torto affinché chi ha strumentalizzato e operato contro l’interesse della società ne tragga le opportune conclusioni e rifletta attentamente sul proprio ruolo all’interno di AGSM-AIM. Ma soprattutto dobbiamo decisamente concentrarci sul nostro compito fondamentale, ossia la crescita dell’azienda, il suo posizionamento e la sua competitività nel mercato dell’energia, un settore dove nessuno ha un futuro garantito.
Ma non basta, dobbiamo fare di più: dobbiamo essere un’alternativa convincente a chi come noi è sul mercato, intessendo una rete di relazioni con potenziali partner al fine di creare opportunità e sinergie grazie alle quali rispondere adeguatamente alle esigenze dei soci, ma soprattutto alle richieste dei nostri clienti nel rispetto dei valori condivisi dalla cittadinanza”.
Che dire? Agsm Aim, nell’interesse dei cittadini di Verona e Vicenza, va fatta uscire dall’impasse in cui si è trovata dopo le oggettive strumentalizzazioni che l’hanno bloccata per mesi.
Se per rilanciarla verso obiettivi condivisi e fruttuosi per il suo consolidamento e la sua crescita in un panorama di alta competitività occorrerebbe che Gianfranco Vivian, Fabio Sebastiano e Anna Massaro, per intenderci i tre consiglieri indicati dall’Amministrazione Rucco e in carica fino all’approvazione dl bilancio 2023 da parte dei soci Verona e Vicenza, da validi professionisti quali certamente sono anche nelle altre attività che di sicuro svolgono, capiscano che il clima del cda non può riconquistare la necessaria serenità con la presenza di chi ha, per ragioni che non vogliamo qui collegare a ordini politici della precedente Amministrazione di Vicenza, l’ha minata.
Se le motivazioni che hanno portato i tre consiglieri vicentini alle loro denunce, ora smentite dal tribunale delle Imprese, sono state politiche, la loro permanenza nel Cda, dovendo riportare in quella sede gli obiettivi e le indicazioni che verranno da chi rappresenta pro tempore Vicenza, cioè la nuova Amministrazione Possamai, li ridurrebbe da professionisti capaci al mero ruolo di esecutori di decisioni altrui, peraltro diverse da quelle finora da loro rappresentate.