Sarà un appuntamento scoppiettante ad aprire la lunga serie degli spettacoli fuori abbonamento del Teatro Comunale di Vicenza, 18 titoli dei più svariati generi, dal musical al cabaret, dall’operetta alla canzone d’autore, compresi due progetti speciali di valore storico e civile, in programma da novembre 2023 ad aprile 2024; protagonisti di questo collaudato palinsesto particolarmente apprezzato dagli spettatori, saranno artisti e compagnie di grande appeal, per offrire una molteplicità di proposte in cui ognuno possa riconoscersi e trovare il “suo” spettacolo di elezione e la sua chiave di lettura della realtà o un momento di evasione e di intrattenimento, con connessioni, rimandi e riferimenti ad un immaginario condiviso.
L’inizio dei fuori abbonamento è previsto sabato 25 novembre 2023 alle 20.45 in Sala Maggiore con l’ultimo show di Maurizio Battista, comico molto amato anche dalle vaste platee televisive, che porterà al Teatro Comunale di Vicenza “Ai miei tempi non era così …”. Oltre due ore di spettacolo in cui l’attore romano racconterà al “suo” pubblico fatti e aneddoti, confrontando il passato con l’attualità, naturalmente a modo suo, con tanta ironia, interagendo spesso con gli spettatori, supportato dalla presenza musicale di Roberto Boribello dei Los Locos e da un ensemble di quattro ballerine (Cinzia Carboni, Michela Bernardini, Jennifer Beranzoli e Beatrice D’Alessandro). Anche la scenografia sarà “a tema”, in quanto riprodurrà una sala cinematografica vintage nella quale, attraverso la proiezione di vecchi film, potremo capire come di questa presunta modernità ci siamo fatti appunto un “film” che non corrisponde ai nostri bisogni reali e che ci fa dire, “Ai miei tempi non era così…”.
Attore, conduttore televisivo e regista teatrale, Maurizio Battista è uno dei più noti comici italiani di cabaret; molto spesso la sua satira prende di mira i comportamenti delle persone negli aspetti banali della quotidianità, portandoli all’eccesso; molto conosciuti sono anche i suoi sketch in cui ironizza su bizzarri articoli di giornale o annunci, tutti realmente pubblicati.
In “Ai miei tempi non era così …”, uno spettacolo che ha debuttato a Roma nel marzo scorso e che in tournée ha riscosso ovunque un calorosissimo successo, Battista è in scena per sostenere la sua causa (ogni tempo ha la “sua” assurdità, il presente come il passato); e lo fa intessendo una battuta dietro l’altra senza sosta, sull’orlo dell’improvvisazione, riuscendo sempre a stabilire un feeling immediato e un rapporto diretto con gli spettatori, che rispondono con simpatia alle sue provocazioni.
Lo show – di cui Battista è anche autore insieme a Fabrizio Gaetani, Gianluca Giugliarelli, Gianni Quinto – è una cavalcata tra gli anni ‘70, ’80 e ‘90, ricordando quel che eravamo, quel che vivevamo, confrontando il vecchio e il nuovo, una narrazione in cui tutto ci riporta indietro in un misto di nostalgia e allegria, con le canzoni, le atmosfere e i tormentoni di quegli anni.
Ma l’asse portante è il funambolico monologo di un uomo solo sul palco, uno sferzante racconto di rapporti familiari e coniugali, sempre con un tono da chiacchierata fra amici: nemmeno per un attimo Maurizio Battista sembra recitare, anche se si tratta di brani di repertorio, di testi super collaudati. A farla da padrona nello spettacolo è Roma sud, come rivendica il protagonista con orgoglio, contrapponendola alla zona nord, dove è diverso il modo stesso di parlare, di interagire; ed è magnetica la capacità di Maurizio Battista di avere costantemente l’attenzione del pubblico.
“Ai miei tempi non era così …” sembra davvero tagliato su misura, calibrato sulla platea, con i suoi racconti di vita in grado di restituire uno spaccato della realtà; quel che colpisce è l’onestà di fondo, il rispetto sincero per le persone e le situazioni, perché Battista prende in giro le sue vittime, ma lo fa sedendosi accanto a loro con la comprensione di chi ci è già passato, di chi ha già vissuto, ed è come se mettesse una mano sulla spalla del marito, del padre, e cercasse di fargli coraggio.
E si ride, si ride tanto e di gusto, nello spettacolo che diventa uno slalom precisissimo, per non urtare i paletti dell’ipocrisia e dell’ignoranza, issati dall’epoca attuale.