Aim, Agsm e spartizione multiutiliy, Guadagnini (PdV): “sindaci di Verona e Vicenza dovranno adeguarsi a guerra di potere giocata sulla pelle dei veneti”

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Aim Vicenza e Agsm Verona, con A2A?
Aim Vicenza e Agsm Verona, con A2A?

La guerra in corso tra Hera e A2A per spartirsi le multiutiliy del Veneto – scrive
Antonio Guadagnini, candidato presidente alla Regione per il Partito dei Veneti – è solo una guerra di potere, giocata sulla pelle dei Veneti che hanno sacrificato il controllo delle municipalizzate in cambio di una promessa mai mantenuta: quella di tariffe più basse. Offro una cena a chiunque mi dimostri che il costo dei servizi è più basso da quando si é venduto.

Siamo di fronte ad un fallimento, il risultato di scelte sbagliate compiute in passato. Quando, piuttosto che cercare di creare un polo veneto, esattamente come hanno fatto proprio Hera in Emilia e A2A in Lombardia, si è preferito vendersi al miglior offerente.
Ricordo che nel 2003 Aps Padova è stata ceduta a Acegas Trieste e nel 2013
AcegasAps è stata incorporata in Hera.

Si è continuato con la cessione dei clienti di Ascopiave sempre a Hera l’anno scorso. Oggi, le altre società rimanenti, tra le quali la Agsm di Verona e la Aim di Vicenza, non potranno che seguire lo stesso destino: essere preda di pesci più grandi. Forse qualcuno sarà promosso a Roma dopo aver garantito un saccheggio sul patrimonio strategico Veneto?.

È comprensibile che i sindaci mostrino preoccupazione per quanto sta avvenendo, ma dovranno giocoforza adeguarsi a giochi che si faranno sopra le loro teste. I sindaci di Verona e Vicenza potranno solo scegliere a chi consegnare le rispettive società. Bisogna dire che anche questa volta è mancata la politica.

Si recita a soggetto senza una strategia regionale. Qui in Veneto, l’autonomia è tema di grandi proclami e invettive, poi nei fatti è l’obiettivo meno ricercato in assoluto. Lo dimostrano i fatti: i sindaci spesso si sono piegati agli interessi dei loro partiti di appartenenza piuttosto che fare gli interessi del territorio e lo stesso si può dire dei presidenti di regione. E quando non c’è stata tale accondiscendenza, c’è stato invece il più assoluto menefreghismo, che è ancora peggio.

Oltre alle multiutility abbiamo perso tutte le banche e stiamo perdendo le fiere. Ricordo che nel corso del tempo, la Banca Cattolica del Veneto è stata sacrificata per salvare l’Ambrosiano, le Casse di Risparmio sono state distribuite tra Unicredit e Banca Intesa; la Banca Antoniana è andata in MPS; Il Banco Popolare, dopo aver drenato un bel po ’di miliardi di ricchezza al territorio veneto (gli aumenti di capitale 2011, 2014, 2016 pesano complessivamente per 4,5 miliardi di euro) , è finito annacquato nella Banca popolare di Milano, infine, le BCC Venete sono state conglobate nei più ampi sistemi romani o trentini.

L’autonomia, quella vera, non è solo questione di competenze legislative o amministrative. Non riguarda solo la contesa con Roma sulla spartizione del potere politico. Campi nei quali, peraltro, non brilliamo per risultati ottenuti. L’autonomia è la capacità di governarsi da soli. Virtù che hanno dimostrato di avere molto di più i politici lombardi, emiliani, trentini rispetto a quelli veneti. Infatti, in quelle regioni hanno saputo proteggere il loro ‘patrimonio sociale’ (fatto appunto di multiutility, banche, fiere ecc). Da noi è stato perso o si sta perdendo tutto.

E la politica, sottolineo, ha una responsabilità importante in questo fallimento. Se la politica subisce o si disinteressa di queste dinamiche è una politica perdente. Non ci sono scuse che tengano. La politica è visione, è progetto, è gestione del territorio. Da noi tutto questo è mancato, a differenza di quanto successo nelle nostre regioni confinanti.

Sarà necessario un drastico cambio di passo, se si vuol salvare il salvabile. Le geremiadi post mortem alla fine diventano ridicole.

Tempo e risorse a disposizione non sono ancora molte.


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