L’operazione di aggregazione Aim-Agsm , scrivono nella nota che pubblichiamo Partito Democratico – Quartieri al centro – Da Adesso in Poi – Vinova – Coalizione Civica, sta diventando realtà in questi giorni, almeno a quanto si legge sulla stampa visto che ancora nulla è stato ufficializzato in qualche sede comunale. Non neghiamo che l’operazione abbia un suo valore industriale, come abbiamo sostenuto da tempo, ma è assolutamente indispensabile capirne i dettagli perché il passaggio da aggregazione con pari dignità industriale a incorporazione con cessione di sovranità è breve e sta tutto nei patti e negli statuti, ancora non visti. Emergono intanto con evidenza, dai resoconti letti e da informazioni raccolte, alcuni elementi:
- Abbiamo fatto il giro dell’oca. Dopo due anni di lavoro, consulenze molto costose e fatica a inseguire ipotesi fantasiose se non illegittime torniamo a quello che due anni fa era già pronto: l’accordo a due, AIM-AGSM.
- Ci torniamo con un concambio peggiore e una governance che appare sbilanciata su Verona che esprimerà Presidente e Amministratore delegato: un gran risultato per Rucco-Vivian che hanno condotto la trattativa!
- Si intuisce una moltiplicazione di poltrone “pesanti”, ben 24, che rischia di essere non solo costosa ma soprattutto inefficiente e possibile origine di gestioni conflittuali e non unitarie delle società del gruppo.
In particolare appare sbagliata la scelta di moltiplicare i CDA anche nelle società controllate, scelta che indica in realtà il ritorno della politica alla spartizione dei posti al contrario di uno spostamento della gestione operativa a favore dei manager.
La fusione per incorporazione, la sede a Verona, la denominazione sociale AGSM indicano un peso veronese preponderante, incomprensibile. Ovviamente in ossequio alla Lega di Verona ben più vicina alla Lega lombarda e certamente con un risultato molto lontano dal quel 50-50 che i leghisti vicentini sbandieravano e Vivian pubblicamente annunciava “la fusione non si risolverà con AIM socio minore”
Tutta l’operazione avviene attorno ad uno schema finanziario non supportato da un piano industriale, anzi con analisi superficiali di un advisor che sostenevano come debole questa aggregazione, senza i dovuti passaggi istituzionali e confronti con la città, le categorie, i lavoratori.
I giornali ed il comunicato ufficiale parlano di “accordo quadro vincolante”, vincolante per chi? Ma sulla base di quale mandato ha agito l’Amministratore Unico? Ancora una volta l’AU si è mosso ed ha messo il Consiglio Comunale davanti al fatto compiuto che dovrà quindi esprimersi a cose fatte.
- Il ritorno di AMCPS in house è un errore che costerà caro ai vicentini, il perimetro delle società veronesi è ancora tutto da capire e sarà da porre estrema attenzione a ciò che sarà oggetto dell’operazione.
AIM non è un problema di questa città ma una risorsa. Un Sindaco, un Amministratore Unico e un’amministrazione con poche idee ha trattato il processo aggregativo senza trasparenza, senza obiettivi chiari, senza visione. È arrivata all’ultimo giorno utile a prendere una decisione, da noi suggerita due anni fa, tanto per non restare al palo. Con un rischio: anche le buone intenzioni, se non sostenute da solide e robuste basi industriali, statutarie e di governance possono rivelarsi errori clamorosi. Noi non vogliamo “cedere” AIM ma fare un’aggregazione in grado di dare maggiore forza alla società. Patti, obiettivi industriali e statuti fanno la differenza. Arrivarci così mette a rischio il risultato. A Rucco e Vivian la richiesta di fare un passo indietro: non si gestisce in questo modo il patrimonio della città.
Partito Democratico – Quartieri al centro – Da Adesso in Poi – Vinova – Coalizione Civica