Aim, Colombara a Rucco: “iniziata la svendita, perché non creare holding con Etra, Ava, Agno-Chiampo?”

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Sboarina e Rucco per la firma su aggregazione Aim - Agsm (archivio)
Sboarina e Rucco per la firma aggregazione Aim-Agsm (archivio)

Rucco vuole rilanciare? – scrive Raffaele Colombara, Consigliere comunale Lista “Quartieri al Centro” – Allora, perché non ripartire da una aggregazione provinciale? Sta dunque prendendo forma ciò che avevamo definito in via precauzionale “la svendita di AIM“.

Apprendiamo, infatti, con grave preoccupazione ciò che viene rivelato quest’oggi dal Giornale di Vicenza, che riferisce dell’apertura da parte del sindaco Rucco ad una ridiscussione del valore di AIM e, più grave ancora, di una marginalità di Vicenza nella governance effettiva della nuova società: tutto ciò in sede di firma della Lettera di intenti, un atto ufficiale con il quale si dà il via alla procedura di aggregazione. Una grave responsabilità per questa Amministrazione.

In particolare (a firma Enrico Giardini): “Due anni si fa si ipotizzò la presidenza a Verona e la vicepresidenza a Vicenza e due amministratori delegati. Ora la strada sarebbe una presidenza, un solo amministratore e un cda ipotizzato di sette membri, di cui la maggioranza veronesi.”; sul valore del concambio, che sinora, fatto 100, era 58 per Agsm e 42 di Aim: «anche se questi erano i valori fissati all’inizio e ora potrebbero cambiare», aggiunge Rucco.

Ricordo per l’ennesima volta al sindaco Rucco che solo poco più di un anno fa la precedente amministrazione aveva concluso con Verona un accordo che prevedeva un concambio giusto al 42% per Vicenza, ma, nota più importante, il coinvolgimento totale nel processo di governance e dunque nel processo decisionale. Nell’accordo, quindi non in patti parasociali, vincolante, forse più importante anche del valore del concambio (e infatti su questo punto c’è stata la maggiore discussione con Verona) era stabilito che ogni decisione su aggregazioni, management, al di là delle quote societarie, doveva essere presa in accordo con il socio vicentino, così come il mantenimento a Vicenza di alcuni centri decisionali e garanzie per le sedi organizzative di Vicenza: per dire della dignità della partnership, che la nuova ipotesi sembrerebbe mettere in discussione. Non si trattava, quindi, di una semplice vendita, ma del mantenimento di un valore, non solo patrimoniale, per la città.

Oggi, purtroppo, sembra che qualcuno abbia cominciato a fiutare il prelibato ed indifeso boccone. Si parla di cda a maggioranza veronese. Va da sé che una simile ipotesi rappresenterebbe una vergognosa sconfitta per Vicenza. Il rischio reale è quello di essere fagocitati ed annullati completamente, una minaccia per il futuro dei vicentini e dei lavoratori.

Se confermata questa ipotesi sembra il Sindaco stia rispondendo a qualche logica che non risponde affatto al bene dei cittadini, ma a pure logiche politiche (che rischiano di indebolire ancor di più una già trasparente leadership) mettendo in luce la inadeguatezza e incapacità di chi dovrebbe fare il bene di Vicenza oggi.

Se le cose stanno così, a questo punto, data la volontà di rilanciare manifestata da Rucco, perché non ripartire invece da una posizione di maggior forza con la costituzione di un polo vicentino a base provinciale che metta insieme in una holding le società pubbliche di servizio del nostro territorio (Etra, Ava, Agno-Chiampo …) per creare un polo territoriale vicentino comparabile a quello di AGSM e partire per una fusione alla pari?