Al “Pedrollo” i capricci di Alfredo Piatti: “Paganini del violoncello”

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“I Martedì al Conservatorio”, il tradizionale cartellone dedicato alle performance dei docenti e dei migliori laureati dell’istituto musicale vicentino, ripartono dopo la pausa per l’ultimo del Carnevale con un nuovo appuntamento di grande spessore e qualità. Domani (martedì 12 marzo 2019) alle ore 18.00 alla Sala Concerti “Marcella Pobbe” del “Pedrollo” si esibirà il docente di Violoncello, nonché etnomusicologo, Giovanni Maria Cecchin nei 12 Capricci per violoncello op. 25 di Carlo Alfredo Piatti.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Violoncellista e compositore, il bergamasco Alfredo Piatti (1822-1901) fu un talento precoce dello strumento, diplomandosi a soli 15 anni presso il Conservatorio di Milano. Girò poi l’Europa cercando il “proprio posto” e trovandolo, dopo non poche delusioni, in Inghilterra, dove conobbe e ottenne la stima di Felix Mendelssohn e Franz Liszt (fu quest’ultimo a definirlo “un Paganini del violoncello”). Visse a Londra fino al 1898, suonando con i più famosi musicisti e ottenendo importanti riconoscimenti. Nel 1866 gli fu regalato un violoncello Stradivari, al quale venne aggiunto il suo nome (che tuttora porta). Prezioso anche il suo lascito di composizioni che definiscono una nuova estetica ed espressività dello strumento.

Giovanni Maria Cecchin è nato a Trieste e ha studiato nella sua città con il celebre violoncellista del Trio di Trieste, Libero Lana. Si è quindi diplomato brillantemente in violoncello presso il Conservatorio di Bolzano. Si è perfezionato poi con Antonio Janigro, David Geringas e Pierre Fournier. Ha frequentato i corsi di Pedagogia all’Università di Padova, si è diplomato con lode in Tradizioni musicali extra-europee presso il Conservatorio di Vicenza e alla facoltà di Lingue Orientali di Ca’ Foscari a Venezia ha sostenuto gli esami di Storia dell’India e Filosofia e Letteratura indiana. Ha suonato in varie orchestre, quali “La Fenice” di Venezia, “Haydn” di Bolzano, Arena di Verona e altre, come violoncello di fila e primo violoncello.

Ha registrato per la Rai e ha tenuto concerti in molti paesi europei e del Medio Oriente. Suona su un raro violoncello Nicholaus Staudinger del 1758. Appassionato cultore di etnomusicologia, suona il bansuri e il sarangi ed è dedito allo studio della trattatistica musicale sanscrita (che studia in lingua originale). Ha firmato più di un centinaio di colonne sonore pubblicitarie, andate in onda in tutto il mondo.