(Nel video il servizio “Vicenza, le strade del degrado e della prostituzione” andato in onda su Rai1 in Storie italiane del 24/01/2019)
“Era il 20 settembre 1958 quando venne istituita la legge che chiuse definitivamente le “case di tolleranza” nei fatti bandendo la prostituzione. Nonostante questo, oggi lavorano in Italia oltre 70.000 donne e quasi la metà immigrate. Di queste molte sono minorenni e altre 2000 sfruttate e alla mercé degli schiavisti. Il 65% di loro lavora in strada senza alcuna forma di protezione. Sono numeri che ci devono far riflettere di come questa situazione non sia più accettabile”. Sono le parole del Consigliere regionale vicentino Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) che ha depositato la Proposta di legge statale n. 28 “Disciplina dell’esercizio della prostituzione” inserita all’ordine del giorno della Quinta commissione consiliare permanente del Consiglio regionale del Veneto.
“La Corte di Cassazione – ricorda il Consigliere – ha dichiarato la prostituta una ‘libera professionista’ con il diritto di ricevere giusto compenso e dovrebbe emettere fattura con Partita Iva. E la stessa Corte in un’altra sentenza ha dichiarato come la prostituzione tra adulti deve essere soggetta a tassazione poiché attività lecita. Ma ad oggi queste sentenze sono state totalmente disattese. Il giro d’affari è stimato in 25 miliardi di euro, con 9 milioni di clienti all’anno. Ciò significa che se questi 25 miliardi venissero fatturati, ci sarebbero introiti fiscali miliardari per lo Stato. Un libero professionista subisce una pressione fiscale per più di metà del suo reddito”.
“Oltre a legalizzare la prostituzione – conclude Guadagnini – il progetto di legge prevede delle modifiche al codice penale inasprendo le norme esistenti tra cui l’ergastolo per chi sfrutta la prostituzione minorile con multe fino a 500.000 euro e 15 anni di reclusione e fino a 100.000€ di multa per chi istiga e costringe alla prostituzione”.