Sono trascorsi 62 anni dalla legge della veneta Lina Merlin, insegnante scolastica e poi diventata la prima donna eletta in Senato, con i socialisti. Chiusi tutti i bordelli con le prostitute e relativi tariffari. Altri tempi, soprattutto quello fascista in cui pullulavano. Le “case chiuse”, come erano denominate, oggi sono in tanti però a volerle riaperte, anche per tentare di mettere fine alla piaga della prostituzione su strada.
Aperture in altre forme, meno “scadenti” rispetto all’epoca, come prevede il progetto di legge statale del bassanese Antonio Guadagnini, consigliere regionale uscente e ora candidato presidente per il Partito dei Veneti. La proposta, lanciata già diversi anni fa, si era concretizzata con l’arrivo nel 2019 in Consiglio regionale del Veneto e prevedeva un albo professionale per le prostitute, in modo da disciplinare l’esercizio della professione. Una proposta di legge però che si è arenata in Consiglio:
“La maggioranza è della Lega – ci spiega Guadagnini – e non hanno ritenuto di calendarizzarla, c’è stato solo un primo passaggio in commissione sanità e poi si è fermato tutto. Ancora non capisco il perché”.
“Il dibattito è impostato sempre in modo sbagliato – spiega il candidato presidente alla Regione – l’alternativa non è prostituzione sì o no: in quel caso io sarei per il no. Ma il dato di fatto è che è sempre esistita in tutti i posti del mondo e in tutte le epoche, i paesi proibizionisti hanno alimentato soltanto lo sfruttamento e i protettori, creando una economia illegale che è peggio della droga, con donne schiavizzate e che rischiano ogni sera la pelle”.
“Il modello Austria – argomenta Guadagnini – che è un Paese cattolico come il nostro, dimostra che all’interno di quelle strutture non c’è sfruttamento, c’è igiene, c’è rispetto per le persone, è un’attività dignitosa e dove non entrano i protettori. Quelle sono strutture lussuose con professioniste e tasse che vengono pagate, in cui i clienti sono anche tanti italiani”.
“Secondo un sondaggio – conclude – il 73% dei veneti è a favore delle case chiuse, d’altronde questa è una questione di buon senso per togliere la prostituzione dalle strade“.
Ad affiancare Guadagnini due giorni fa è arrivato al Caffé Pedrocchi di Padova anche il conduttore radiofonico de La Zanzara su Radio 24 Giuseppe Cruciani, affiancato nella battaglia per la riapertura delle case chiuse da un altro candidato consigliere, il conte veneziano Giancarlo Dolfin.
“Cruciani è un accanito sostenitore della proposta – precisa Guadagnini – in questa battaglia ci crede: lui ha dichiarato che ci appoggerà anche come partito“.
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