Tra gli effetti collaterali del Covid c’è anche la difficoltà per gli ospedali di seguire tutte le altre patologie e per i servizi sociali di seguire tutta una serie di problematiche che attanagliano tutte le città più o meno grandi e anche nei passetti. Avviene per i malati oncologici, per la violenza sulle donne e anche per l’alcolismo, una piaga sociale molto ambigua soprattutto in Veneto, dove esiste una sorta di “cultura” del bere. Del resto il consumo di alcol è visto negativamente solo quando viene messo in relazione alla guida, ma per il resto viene molto pubblicizzato e “venduto” come comportamento sociale non solo accettato, ma anche in un certo senso “sponsorizzato” per fare nuove amicizie e divertirsi in compagnia. A differenza delle droghe stiamo parlando di una sostanza legale che non non viene vista come pericolosa per la salute. Eppure le associazioni attive sul territorio di Vicenza e provincia, come Alcolisti anonimi e ACAT, vivono sulla propria pelle e cercano di testimoniare il lato oscuro dell’happy hour: “i medici ci dicono che l’alcol è una droga pesante, l’unica differenza è che ci si mpiega molto più tempo, fino a 8 anni, per sviluppare la dipendenza, ma una volta che c’è, è molto più difficile da eradicare rispetto alla dipendenza da droghe“.
A Vicenza e provincia a causa del Covid i 33 gruppi di alcolisti anonimi e i gruppi di ACAT sono rimasti chiusi per mesi. La settimana prossima dovrebbero riaprire, previo consenso del comune, anche se poi non tutti i gruppi riaprono insieme, ma ciò che Alcolisti anonimi, Romano Noro di ACAT Vicenza e Raffaele Colombara consigliere comunale di opposizione nella lista gruppo Quartieri al Centro chiedono in una lettera al Comune è che i centri restino aperti, con tutte le misure precauzionali, anche in caso di nuove restrizioni anti-Covid (passaggio in zona arancione etc.). “L’alternativa degli incontri online, spiegano, non è la stessa cosa e non ha la stessa efficacia“.
“Ci sono state dal 180 al 250% di ricadute – spiegano ancora alcolisti anonimi e ACAT Vicenza – sono aperti 4 gruppi alcolisti anonimi su 33 nella provincia di Vicenza, aumentano i giovani alcolisti, tanti associano alcol e droghe. Non esiste più – aggiunge Marco degli alcolisti anonimi – l’ubriacone che si attacca alla bottiglia di vino, oggi il consumo di alcol e droghe sono molto connessi, soprattutto tra i giovani. Oggi i ragazzi a 25-30 anni hanno due tre dipendenze, coca, alcol, gioco. Ricadere, se vengono lasciati soli, è molto facile. Noi andiamo nelle scuole, ma a causa del Covid è tutto bloccato. La solitudine fa cadere e ricadere nell’alcolismo. Anche il SERD fa molta fatica a recuperare chi chiede aiuto, perché oggi va su appuntamento. Per cui se a chi chiede aiuto viene fissato un appuntamento per il 24 febbraio, entro quella data chissà cosa può succedere, può passare la voglia di chiedere aiuto e se ne riparlerà quando si sarà toccato di nuovo il fondo“.