Alessandro Belluscio: un big delle assicurazioni, amante del golf

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Alessandro Belluscio
Alessandro Belluscio

(Articolo su Alessandro Belluscio da Vicenza Più Viva n. 3 dicembre 2023-gennaio 2024, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Fiorentino, ma da 50 anni a Vicenza, divide il tifo calcistico fra viola e biancorossi.
I mondiali di ciclismo 2020: «un’altra grande occasione persa da Vicenza».

“La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti”. La frase, contenuta nella canzone “Beautiful Boy” di John Lennon, ben si adatta a quanto accaduto 50 anni fa ad Alessandro Belluscio, arrivato a Vicenza per un impegno di lavoro che doveva durare poco e che si è trasformato, al contrario, in un trasferimento definitivo. Lo ricorda lui stesso, con l’accento fiorentino di Borgo San Lorenzo, Comune che fa parte dell’hinterland di Firenze, rimasto immutato nonostante il mezzo secolo trascorso nella città del Palladio: «Ero ispettore della Fondiaria», ricorda. «Mi mandano a Vicenza per risollevare una piccola agenzia che non andava bene. Pochi giorni dopo, il 15 maggio 1973, mi chiama l’amministratore delegato della compagnia e mi propone di rilevare l’agenzia. La mattina dopo gli ho detto sì e sono ancora qua».
Cinquanta e più sono anche gli anni della collaborazione con Fondiaria (ora, dopo le varie fusioni, Unipol Sai) di Alessandro Belluscio, titolare con il fratello della Belluscio Assicurazioni che ha sede nel Palazzo della Dogana, nel Centro Storico della città, e che controlla una rete di dieci agenzie in provincia: «La nostra», sottolinea con orgoglio, «è la prima agenzia di Vicenza e una delle più grandi d’Italia».
Arrivato a Vicenza per una sfida imprenditoriale, Belluscio ha mantenuto però le sue passioni sportive: «Facevo atletica leggera, correvo gli 800 metri, e giocavo a tennis, che ho dovuto lasciare per un infortunio. Andavo a vedere le partite della Fiorentina in Curva Fiesole. Non dimenticherò mai un gol di testa di Hamrin, che non era propriamente alto. Ricordo il debutto di Antognoni nel ’72. Dal Lanerossi vennero a Firenze Speggiorin e Vitali, che furono considerati dei “bidoni”…». Pur senza rinunciare al tifo per i Viola, Belluscio con il passare degli anni si appassiona al Lanerossi: «Erano gli anni del Real Vicenza, di “G.B.” Fabbri e di Paolo Rossi», ricorda. «Ho conosciuto alcuni di quei giocatori perché frequentavano come me il ristorante Sergio e Ciacio. Da allora sono rimasto sempre vicino al Vicenza, continuo ad andare a vedere tutte le partite al Menti. Sono anche sponsor, come lo sono dell’Arzignano». Non ha mai voluto entrare in società ma è stato uno dei fondatori di “Vicenza Futura”, il gruppo di imprenditori che voleva costruire a Vicenza Est una Cittadella dello sport con nuovo stadio e nuovo palasport: «Era un grande progetto, volevamo dare qualcosa d’importante alla città, ma abbiamo trovato ostilità dappertutto, dai politici ai tifosi, fino ai gruppi economici».

Belluscio e il Luxury Golf Trophy a Brendola
Belluscio e il Luxury Golf Trophy a Brendola

Pur continuando a coltivare gli sport praticati fino ad allora, a Vicenza Belluscio viene folgorato da un colpo di fulmine, non amoroso, ma sportivo: scopre il golf, che diventa una parte importante della sua vita e lo è tuttora. I primi swing li prova sul campo pratica di Sant’Agostino, perché a Vicenza non c’è ancora un campo. Poi le lezioni tra le 18 buche del “Meltar” di Asiago, per “accasarsi”, infine, al Club Colli Berici di Brendola.
«Oggi da buon amateur ho 20 come handicap (colpi a disposizione per mandare in buca la palla, ndr) ma posso migliorarlo. Gioco tutte le domeniche e, d’estate, anche il sabato. Partecipo ai tornei sociali e anche a quelli ufficiali. Vado varie volte all’estero da turista, per giocare, in Scozia, Spagna Portogallo, dove ci sono i campi più belli d’Europa».
Le sfide non ufficiali sono sempre con gli amici del gruppo “Golf e Torcolato”, una ventina di golfisti che – come si deduce dal nome della compagnia – uniscono sport e buona cucina.
«Fa parte del gruppo anche il cardiochirurgo Sandro Frigiola, al quale sono molto legato. Dopo la partita, chi ha perso paga il pranzo agli altri. Mentre si gioca sono ammessi gli sfottò e le battute per deconcentrare chi deve tirare. Si può perfino gufare. Siamo, in fondo, tutti “grandicelli” che tornano bambini quando si gioca».
La passione per il golf non si limita al green ma si è estesa da tempo all’organizzazione: «Sono vicepresidente del Club Colli Berici da quindici anni, sempre in tandem con il presidente Alberto Ferrari e sono anche presidente del Cda dell’Immobiliare. Abbiamo fatto crescere il club, che oggi conta trecento soci. Abbiamo assunto dal 1° gennaio di quest’anno un nuovo direttore, Luigino Conti, molto noto nel nostro mondo e, con lui, puntiamo al ringiovanimento degli iscritti. Abbiamo fissato l’iscrizione per i giovani a 10 euro, per spingerli a provare. Il golf è considerato uno sport d’élite ma il maestro costa come quello di tennis; certo la sacca e le mazze sono un piccolo investimento per un ragazzo o una ragazza, quasi un migliaio di euro, ma durano dieci anni. Il campo è un ambiente sano e curato dove si possono passare molte ore. Qui i ragazzi imparano  l’autocontrollo, il rispetto delle regole e per la natura».

Handicap di 20. Belluscio
Handicap di 20. Belluscio; “migliorerò!”

Un’altra avventura “imprenditoriale- sportiva”, che non è andata a buon fine è stato il progetto dei Mondiali di ciclismo 2020 a Vicenza: «Abbiamo portato due arrivi del Giro in città e ci è balzata in mente l’idea di provare a portare anche il Mondiale. Nell’agosto del 2014 con Claudio Pasqualin, Moreno Nicoletti e Gabriele Viale abbiamo costituito il Comitato promotore.
Nel congresso dell’UCI del 2017, in occasione del Mondiale di Bergen, c’è stata l’aggiudicazione ufficiale. Abbiamo lavorato per due anni per preparare il progetto, investendo 100.000 euro, tutti a nostro carico. Ci siamo fatti vedere in tutti i Mondiali per promuovere Vicenza. All’ultimo miglio, come direbbero gli inglesi, sono mancate le fidejussioni, che doveva fornire il Governo di centro sinistra. Abbiamo subìto l’ostilità del ministro Lotti, che non voleva far fare bella figura a Zaia e alla Lega, poi, quand’è cambiato il Governo, era troppo tardi perché il sottosegretario Giorgetti non aveva le risorse in Finanziaria. Inoltre, il presidente della Federazione Di Rocco non ci ha sostenuto. Peccato, è stata un’altra grande occasione persa da Vicenza.”