È stato presentato venerdì 28 luglio a palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del Consiglio regionale del Veneto, il libro ‘Ucraina. Critica della politica internazionale’ di Alessandro Orsini, professore alla Luiss ‘Guido Carli’, che ha tenuto una lectio magistralis sulla prima delle quattro parti in cui è articolato il volume, inerente alle relazioni tra Nato e Russia a partire dal 1999.
Il prof. Alessandro Orsini, ha innanzitutto invitato l’Italia “a recuperare lo spirito autentico che è alla base della nostra Costituzione, che chiede a governo e istituzioni, di fronte allo scoppio di un conflitto, di profondere il massimo sforzo per cercare di spegnere i focolai di guerra investendo nella diplomazia. Dobbiamo tornare ai contenuti pedagogici della nostra Carta costituzionale”.
Il professore ha quindi spiegato che nel suo libro “c’è una forte critica alla politica internazionale, che penso sia il modo migliore per tutelare gli interessi nazionali. Richiamo all’attenzione alcuni aspetti della politica internazionale che i media dominanti tendono a nascondere, in primis il pericolo rappresentato dallo sfondamento del fronte ucraino. È necessario tenere un atteggiamento culturale più avveduto. L’Italia subisce solo danni dal conflitto in Ucraina, soprattutto sotto l’aspetto economico. Il nostro Paese può prosperare solo in condizioni di pace. Ma il Presidente USA Biden ha voluto perseguire due obiettivi: separare la Russia dall’Europa, e in particolare dalla Germania, costringendo il nostro Continente a predisporsi in un assetto permanente di guerra nei confronti della Russia, e l’espansione della Nato che da 30 membri è passata a 32, 33, di fatto, se comprendiamo l’Ucraina”.
Alessandro Orsini ha poi ricordato che “nel mese di dicembre 2018, in occasione della mia relazione al Senato, ho affermato chiaramente di essere favorevole alle sanzioni contro la Russia, in quanto ero convinto che bisognasse indebolire la forza economica di Putin affinché lo stesso fosse costretto a ridurre gli ingenti investimenti nell’esercito; questo, mentre praticamente tutta l’Italia, in quel periodo storico, voleva togliere le sanzioni”.
Nella sua lectio magistralis, durata quasi un’ora, il prof. Orsini ha fatto una precisa ricostruzione storica delle “relazioni conflittuali tra Nato e Russia dal 1999 fino all’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022. Ho analizzato quindici crisi internazionali tra Russia e blocco occidentale e, documentazione storica alla mano, ho dimostrato come la Russia sia praticamente sempre uscita sconfitta. La tesi fondamentale del mio libro è che la Russia ha invaso l’Ucraina per arrestare quel processo di arretramento nello scacchiere internazionale iniziato con il crollo del muro di Berlino. Ho compulsato documenti dell’epoca, ho analizzato e approfondito il processo di espansione della Nato a Est tra il 1999 e il 2004. Perché, quando scoppia una guerra, si accende anche la propaganda e si assiste a quel fenomeno di re- iscrizione del passato in funzione del presente, che porta alla distorsione e alla manipolazione della Storia. Proprio per restituire la verità storica ho studiato con grande attenzione i documenti dell’epoca”.
Alessandro Orsini, in particolare, ha analizzato dapprima la “‘fase nera’ attraversata dalla Russia sotto la presidenza Eltsin, con le molte umiliazioni subite, a partire dal bombardamento della Nato sulla Serbia, tra il marzo e il giugno 1999, che ha restituito una immagine negativa della Russia sul piano internazionale, in quanto incapace di difendere un suo stretto alleato, fino al bombardamento del 4 ottobre 1993, quando i carri armati dell’esercito russo spararono contro la Casa Bianca di Mosca, la sede del parlamento sovietico”.
“Concluso il periodo nero sotto Eltsin, è iniziato il ‘periodo del recupero’ con Putin – ha aggiunto Orsini – il quale ha investito ingenti somme nell’esercito promettendo ai russi il riscatto. Ma anche Putin, pur cercando di perseguire la via diplomatica, ha dovuto sperimentare solo umiliazioni, a iniziare dal 2003, con il bombardamento ‘illegale’ degli Usa sull’Iraq, giustificato dalle falsità in ordine all’operato di Saddam Hussein accusato, senza alcun fondamento, di possedere armi di distruzione di massa e di essere vicino ad Al Qaeda; fino all’espansione della Nato a Est nonostante la Russia si fosse sempre dichiarata contraria”.
Il prof. Orsini ha concluso il proprio intervento invitando tutti “a recuperare lo spirito critico, a iniziare dall’università italiana, che versa in uno stato pietoso perché soffoca il ragionamento critico e la libertà accademica di molti colleghi. Oggi abbiamo bisogno di coraggio, soprattutto da parte degli intellettuali”.
L’introduzione di Ciambetti su Alessandro Orsini
Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, nell’introdurre la lectio magistralis, ha ringraziato il professore Orsini “che non solo ha accolto il nostro invito a tenere una lectio magistralis qui, nella sede del Consiglio regionale del Veneto, ma anche, pur a fronte di impegni personali, ha fatto l’impossibile per essere con noi. Non è da tutti e anche di ciò devo ringraziarlo. E ricordo che sotto la mia presidenza, quella odierna è la terza lezione magistrale che si svolge in Consiglio; la prima fu quella del professor Giuseppe Gullino, seguita da Stefano Zecchi e oggi, appunto, Alessandro Orsini: tutti docenti universitari”.
“‘Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate serenamente e con rispetto chi come moneta infida pesa la vostra parola’. Inizia così una celebre poesia di Bertold Brecht – ha affermato poi il Presidente del Consiglio – e, in un Paese dove spesso il dibattito e il confronto tra tesi diverse non avvengono né serenamente né con rispetto, è giusto ricordare che il dubbio ha sempre svolto un ruolo imprescindibile nella storia del pensiero tanto che, quando esso diventa strumento di conoscenza e approfondimento, possiamo ben rovesciare e sostituire il cartesiano ‘Cogito ergo sum’ con ‘Dubito ergo sum’. Del resto, siamo a Venezia e, nella storia, la Serenissima tentò, anche se non sempre riuscendovi, di mantenere la libertà di pensiero, religione e parola, cercando di arginare lo strapotere papale, e seppe, con orgoglio, pagare le conseguenze di questo ideale che l’ha resa l’unica repubblica completamente laica, aperta alle diverse culture e religioni, così moderna da essere all’avanguardia, anche per i nostri giorni”.
“Ringrazio anche l’amico e collega Luciano Sandonà, presidente della commissione consiliare Affari istituzionali – ha proseguito Ciambetti – per aver caldeggiato la presenza di uno studioso che ha svolto ruoli di consulenza anche per le principali Istituzioni della nostra Repubblica, governo compreso, visto che fu membro qualificato della Commissione di studio sul fenomeno della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista; docente di Sociologia del terrorismo nonché direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS di Roma, dal 2011 Ricercatore affiliato al Mit di Boston, dove è stato più volte ‘visiting scholar’ al Dipartimento di Scienze Politiche e al Dipartimento per gli Studi internazionali. Il professor Orsini è autore di numerosi studi e saggi, dagli Studi sull’Eretico di Sinistra, Bruno Rizzi, all’approfondimento sui padri della Sinistra italiana Gramsci e Turati, dalle analisi sull’Isis, alle migrazioni e agli studi sul terrorismo in Europa come in Africa. Il suo libro ‘Anatomia delle Brigate rosse’, tradotto da Cornell University, ha avuto un singolarissimo successa di critica negli Usa”.
Come vedete, il campo di indagine del professore è ampio e su fronti non facili, anzi su temi spesso divisivi che chiedono il coraggio e l’intelligenza della ragione. Lo abbiamo inviato proprio perché abbiamo bisogno di dubitare, serenamente e con rispetto, e al contempo abbiamo bisogno di capire perché è scoppiato il conflitto ucraino. Il volume del professore, ‘Ucraina, critica della politica internazionale’, è articolato in quattro parti: nella prima, l’autore ricostruisce le tappe cruciali dello scontro tra Nato e Russia dal 1999 a oggi. Ed è questa la parte che maggiormente ci interessa, perché abbiamo bisogno di dare risposte ai nostri dubbi, abbiamo bisogno di capire allargando lo sguardo e vedendo in un arco di tempo ampio come e perché si siano deteriorati i rapporti e gli equilibri che erano andati definendosi sul finire degli anni Novanta del secolo scorso. Il caso ucraino va contestualizzato in un periodo storico particolarissimo che si colloca alla fine di una serie di eventi, e non è affatto detto che sia l’ultimo fronte drammatico: ci sono segnali inquietanti, visto che la crisi europea potrebbe riflettersi a breve nei Balcani oppure nel Nagorno Karabakh. Sergio Romano, dall’alto della sua esperienza di diplomatico, sosteneva che ‘l’Ucraina è un Paese troppo storicamente legato alla Russia per diventarne un potenziale nemico, come sarebbe potuto accadere se fosse divenuto membro della Nato. Ed era troppo orgogliosamente nazione per diventare un satellite della Russia, se non addirittura una sua provincia’. Rileggere oggi questa affermazione ci fa capire come l’essere intervenuti in uno scenario caratterizzato da un equilibrio particolarissimo e delicatissimo abbia innescato una catena potenzialmente pericolosissima”.
“Nel libro del professor Orsini, c’è un altro dato che personalmente mi ha colpito – ha confidato il Presidente dell’Assemblea legislativa veneta – Le parole della dedica che il professore ha fatto al padre Arturo: ‘Il peso della Bellezza è estraneo a chi è leggero’. E’ difficile per me non sentire in queste parole l’eco di Dostoevskij e ricordare che proprio nel momento del dolore, per la morte del figlioletto, il grande scrittore russo comprese la necessità di far entrare nella nostra vita la cultura, le grandi opere d’arte, i capolavori, l’armonia. Ecco perché scrisse ‘La bellezza salverà il mondo’, con la parola stessa ‘mir’, che in russo ha due significati: mondo e pace. Ecco allora quella frase che si trasforma in profezia perché il mondo, lo spazio dove noi viviamo, si trasformerà in pace. Ecco allora che la dedica al padre diventa una chiave di lettura, ma non solo: ‘Che cosa dobbiamo scegliere, allora? la pesantezza o la leggerezza?’. Ma questa è la domanda che Milan Kundera si pone all’inizio de ‘L’insostenibile leggerezza dell’essere’, aggiungendo poco oltre: ‘l’opposizione pesantezza- leggerezza è la più misteriosa e la più ambigua tra tutte le opposizioni’. Ecco, mi sono permesso questa riflessione per dire quanto ricco è di stimoli il testo del professor Orsini per chi vuole leggerlo al di là di etichette improprie, censure preventive e pregiudizi inopportuni”.
“I regimi, i partiti totalitari, usano lo strumento della censura, anche in forma preventiva, perché hanno bisogno di azzerare il giudizio critico e addormentare le coscienze – ha ammonito Ciambetti – Così, mentre non ho avuto dubbi, e non ne nutro oggi, nel condannare l’aggressione all’Ucraina, ricordando bene il dettato costituzionale per il quale ‘l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’, non ho neanche dubbi nell’ascoltare un ampio ventaglio di opinioni, punti di vista non assoggettati al pensiero unico- dominante, soprattutto quando, come adesso, abbiamo bisogno di parlare di pace, di trovare una strada di dialogo e confronto anche con chi non la pensa come noi. Credo che noi tutti dobbiamo iniziare a riflettere su quello che potevamo fare e non abbiamo fatto per evitare questa tremenda guerra, e questa riflessione, come l’incontro con il professor Orsini, rappresentano un punto di partenza. Non mi sorprende che ci sia stata una levata di scudi per la presentazione a palazzo Ferro Fini del libro ‘Ucraina, critica della politica internazionale’. A suo tempo, fu aspramente criticato anche Papa Francesco quando stigmatizzò ‘l’abbaiare della Nato alle porte della Russia’, per non parlare della censura che colpì il Pontefice quando definì una pazzia l’aumento delle spese militari per sostenere la guerra in Ucraina: se persino il Papa è stato censurato e criticato aspramente, allora…”.
“C’è chi è profondamente convinto della superiorità etica e morale delle proprie idee, per cui nessuna voce deve uscire dal coro – ha osservato in conclusione Roberto Ciambetti – Non ho queste certezze, ho dubbi casomai e per questo cerco risposte, per poter pensare con la mia testa, liberamente. E così finisco la mia introduzione ritornando ai versi di Brecht che conclude la sua lode al dubbio con un invito che si trasforma in un monito, una sorta di dovere etico da assolvere: ‘Tu, tu che sei una guida, non dimenticare che tale sei, perché hai dubitato delle guide! E dunque a chi è guidato permetti il dubbio!’”.
Il consigliere regionale Luciano Sandonà (Lega- LV), Presidente della Prima commissione permanente, competente in politiche istituzionali, dell’Unione europea e relazioni internazionali, ha voluto fortemente presentare il libro del prof. Alessandro Orsini a palazzo Ferro Fini, in quanto “abbiamo voluto sentire dalla viva voce dell’autore del libro ‘Ucraina. Critica della politica internazionale’, tutte le concause, precedenti al conflitto in Ucraina, che hanno poi portato alla guerra. Il professore Alessandro Orsini ci ha parlato del primo dei quattro capitoli di cui si compone il suo volume, relativo agli atti e ai fatti storici che si sono succeduti nei quindici- venti anni che hanno preceduto il conflitto. Desideriamo capire e comprendere maggiormente le vere ragioni di una guerra così drammatica, che rappresenta uno scenario complesso e che sta determinando gravi conseguenze per Italia, ma anche per l’Europa intera, soprattutto sotto l’aspetto economico e per l’elevato numero di vittime. Credo che il conflitto russo- ucraino sia il principale problema che abbiamo nel nostro Continente ed è al centro dell’agenda politica. Ringrazio quindi il professore Orsini per la sua lectio magistralis, di grande spessore e interesse, e per aver richiamato la necessità di valutare i fatti con piena libertà di pensiero e spirito critico”.
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