Alfredo Cospito, Partito della Rifondazione Comunista: “Cosa aspetta Nordio a intervenire”?

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caso Delmastro e Alfredo Cospito (foto Il Riformista)
Alfredo Cospito (foto Il Riformista)
“Il caso di Alfredo Cospito sta suscitando giustamente attenzione e appelli a cui anche noi abbiamo aderito”.
È quanto affermano in una nota Maurizio Acerbo, Giovanni Russo Spena, Gianluca Schiavon, Eleonora Forenza Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, su Alfredo Cospito, l’anarchico italiano detenuto da oltre 10 anni nel carcere di Bancali, in provincia di Sassari. L’uomo sta portando avanti uno sciopero della fame di protesta dallo scorso 20 ottobre 2022 contro l’applicazione nei suoi confronti dell’articolo 41-bis dell’ordinamento penitenziario, quello che prevede il “carcere duro”, e dell’ergastolo ostativo, per cui non può accedere ai benefici penitenziari che sono invece concessi ad altri incarcerati.
“Constatiamo l’assordante silenzio del ministro Nordio che invitiamo alla coerenza con la sua pubblicistica e a proporre l’abolizione del 41bis perché consiste in un trattamento inumano e degradante.
Lo sciopero della fame del militante anarchico sta evidenziando come nel nostro paese si continui, andando contro la Costituzione e gli stessi pronunciamenti della giustizia europea, a utilizzare misure emergenziali con una disinvoltura disumana.
Nello specifico dell’anarchico pescarese vanno ascoltate le voci che stanno denunciando l’assurdità di un trattamento pensato per evitare che i vertici mafiosi dirigano moltitudini di malviventi applicato a comparse del sistema criminale o a persone come Alfredo Cospito.
Una cosa è che Alfredo Cospito sia stato condannato per i reati commessi, altra un accanimento come quello che sta subendo.
Cosa aspetta Nordio a intervenire? Da anni critichiamo il perdurare dell’ergastolo ostativo e del 41bis. Ma una cosa dovrebbe essere evidente anche a chi ne invoca la necessità per la lotta alla mafia.
Nel caso di Alfredo Cospito non vi è davvero alcuna giustificazione. Pare che questa evidenza ampiamente riconosciuta non scuota chi dovrebbe e potrebbe intervenire.
A prescindere dal giudizio sulle opinioni o le azioni di Alfredo Cospito non si può non riconoscere che sta conducendo col suo sciopero della fame una lotta che chi si riconosce nell’articolo 27 della Costituzione non può che condividere”.