Avevamo forse letto male: entro una decina giorni la questione della vendita Ita sarà definita. Il premier Mario Draghi lo diceva lo scorso 5 agosto. Abbiamo sperato che Ita Airways, sostanzialmente creata per poterla vendere meglio rispetto alla “cloaca finanziaria” di Alitalia (1), fosse levata dal paniere delle spese fisse e “volatili” del nostro Erario.
Oggi è 27 agosto e la decina di giorni è ampiamente passata.
Non solo, ma la campagna elettorale in corso, decisamente non interessata a come il partito pinco o pallo si prodighino per risolvere la questione, registra una sola presa di posizione della leader di Fratelli d’Italia: contraria alla vendita di Ita e intenzionata a far sì che la questione sia rimandata al governo che scaturirà dalle elezioni (il suo, dato vincente dai sondaggi). Giorgia Meloni sembra che, oltre agli afflati nazionalisti per vantarsi di avere una compagnia nazionale (costi quel che costi), sembra che che sia portatrice degli interessi della lobby romana che chiede addirittura la dismissione di Malpensa, il pesante ridimensionamento di Linate e vita dura alle compagnie low cost (cioè agli italiani non economicamente agiati che in questi hanno potuto permettersi di volare) (2).
Fa tanto schifo l’eliminazione di questa spesa dai soldi pubblici, in cambio di un po’ di euro da parte di Luthansa o AirFrance/Klm (3)?
Noi crediamo che molti elettori (soprattutto giovani) non “pensano” ad Alitalia, e chi oggi ci chiede il voto non vuole andare a rinvangare le proprie responsabilità: nessun partito ne parla, (soprattutto quelli che negli ultimi trenta anni hanno in qualche modo partecipato ai governi), ma marginalmente si riesce a sapere qualcosa di Fratelli d’Italia solo perché si tratta di un partito relativamente giovane (pur se quasi tutti i suoi dirigenti avevano all’epoca le mani in pasta per mantenere Alitalia).
Manca meno di un mese alle elezioni, aspettiamo che gli impegni di Mario Draghi si realizzino, auspicando solo che si tratti di “banali” ritardi.
1 – Si pensi che ancora oggi, a quasi un anno della sua “dismissione” e dopo aver stanziato centinaia di milioni di euro per rimediare ad alcuni sospesi, le vittime di Alitalia (chi ha pagato biglietti poi non onorati) non riescono ancora ad avere il proprio. Ve l’immaginate se fosse lo Stato a dover avere da noi contribuenti un qualche proprio?
2 – Italia Oggi del 27/08/2022
3 – ad AirFrance/Klm – è bene ricordarlo – uno dei tanti governi Berlusconi del passato rifiutò (2008 – Capitani coraggiosi) la vendita più o meno con le stesse motivazioni odierne della Meloni, prorogando l’agonia del vettore e l’esborso di soldi pubblici a vuoto.
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Fonte: Alitalia/Ita. Che fino ha fatto la vendita? Il pericolo del fardello al prossimo governo