Alla Biblioteca Bertoliana arriva un lettore microfilm di ultima generazione

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Consapevole dell’importanza della tecnologia per la cultura, la Bertoliana ha adeguato ai tempi la strumentazione per la consultazione dei microfilm. Nella sala riservata di palazzo San Giacomo è entrato in funzione un lettore microfilm di ultima generazione, piccolo e compatto, che consente la lettura dei microfilm, la stampa delle videate e il salvataggio dei file digitali. Il nuovo lettore consente inoltre di leggere lo schermo con un’immagine “in positivo”, mentre in precedenza era possibile solo guardare il “negativo” del microfilm.

«Si tratta di una piccola-grande innovazione, quasi una rivoluzione – commenta la presidente della Bertoliana, Chiara Visentin – che renderà più agevole e veloce il lavoro di ricerca per i moltissimi studiosi e studenti che affollano la biblioteca. Generazioni intere di utenti hanno sudato attorno ai vecchi lettori che ormai avevano fatto il loro tempo».

La Biblioteca Bertoliana, biblioteca di conservazione e designata dalla Regione Veneto quale sede del deposito legale, vanta nel proprio patrimonio l’intera raccolta cartacea de “Il Giornale di Vicenza” – dal 1867 ad oggi – e dei quotidiani vicentini (“El Visentin”, “Il Berico”, “Corriere Vicentino”, “L’agricoltura vicentina”, “L’amico del Popolo” e molti altri).

Si tratta di documentazione importantissima e fragilissima: le pubblicazioni periodiche sono infatti materiale effimero, destinate a vivere un periodo di tempo limitato, un solo giorno nel caso dei quotidiani. La deteriorabilità si attribuisce per lo più alla natura stessa della carta con cui vengono fabbricati; i giornali che noi oggi tentiamo di conservare sono stati prodotti con carta che contiene pasta di legno meccanica più recentemente unita a varie quantità di pasta chimica. I periodici sono d’altra parte un patrimonio importantissimo da salvare, perchè documentano la storia locale del Novecento, che è a rischio di distruzione.

La Bertoliana ha pertanto iniziato progetti di microfilmatura del patrimonio dei periodici vicentini a partire dagli anni ’80 del Novecento. Oggi però le esigenze stanno cambiando. Se da una parte l’istituzione vicentina ha sopperito alla richiesta dei propri utenti di consultare i microfilm e ricavare in autonomia fotocopie e file con il nuovo lettore, dall’altra c’è l’esigenza di provvedere alla completa digitalizzazione del patrimonio dei periodici con l’acquisto di uno scanner planetario che consenta di gestire documenti rilegati o semi-rilegati di grandi formati, garantendo la massima resa dell’immagine acquisita e una grande versatilità d’impiego. Se si vuole conservare la nostra storia del Novecento questa sarà la necessaria strada da intraprendere. E il prima possibile.