
Arrivato da Roma nella sala “alta” del bar degli Scrigni di Vicenza, Fabrizio Maronta, redattore e Responsabile relazioni internazionali di Limes, ha smontato stasera le illusioni sull’Europa unita e sulla stabilità del Mediterraneo. Tra gli scenari trattati: la crisi ucraina, l’Europa divisa, l’incognita Trump e la nuova minaccia che si addensa a Sud Est, tra Israele, Iran e Turchia.

Vicenza ha scelto il cuore del centro storico, in un bar dalle atmosfere accoglienti ma non banali come il Bar degli Scrigni, per trasformare una serata qualunque in un’occasione di riflessione politica e culturale ad alto contenuto. L’incontro, organizzato per “Parole socialiste“, dalla sezione locale del Partito Socialista Italiano, ha visto protagonista Fabrizio Maronta, giornalista e responsabile delle relazioni internazionali della prestigiosa rivista di geopolitica Limes, chiamato a presentare il numero 2 della testata dal titolo eloquente: “Allarme a Sud Est”.
La serata, oltre 90 minuti di “scambi”, è difficilmente sintetizzabile in poche righe per cui, a parte l’estrema sintesi seguente, la lettura del numero di Limes ve ne restituirà una parte anche se lo speech di Maronta rimane, per aneddoti e dettagli, un patrimonio unico per chi c’era.
Ad aprire la serata, il segretario cittadino del Psi, Luca Fantò, che ha rivendicato la scelta coraggiosa e necessaria di offrire anche alla politica locale uno sguardo consapevole e critico sui grandi scenari globali. «Il Mediterraneo – ha ricordato – non è più da tempo un mare pacificato. Quel che accade a Sud Est ci riguarda, eccome, anche qui a Vicenza».
A dare ritmo e stimoli all’intervento di Maronta ci ha pensato Stefano Ferrio, che con una serie di domande ha guidato il pubblico – attento e partecipativo – attraverso i principali nodi geopolitici dell’attualità. La prima tappa, inevitabile, è stata la guerra in Ucraina e le fratture che sta provocando in seno all’Unione Europea, sempre più lontana dall’immagine di un soggetto geopolitico compatto e capace di dettare una propria linea autonoma.
Ma è stato il Mediterraneo orientale il vero centro della riflessione, quel triangolo teso e instabile che vede come attori principali Israele, l’Iran e la Turchia, e che, secondo Maronta, rappresenta oggi una delle aree più a rischio di deflagrazione globale. A rendere il quadro ancora più inquietante, l’imprevedibilità delle future mosse degli Stati Uniti di Donald Trump.
«La posizione geografica dell’Italia – ha sottolineato Maronta che ha arricchito i suoi interventi con aneddoti e riferimenti storici – la pone inevitabilmente a ridosso di scenari esplosivi. Illudersi che ciò che accade a Est o nel Levante non ci riguardi è una pericolosa cecità. E se l’Europa si mostra incerta e senza una linea condivisa, la nostra responsabilità nazionale dovrebbe crescere, non ritirarsi».
L’incontro è proseguito con un interessante scambio con il pubblico, che ha posto domande sui possibili scenari futuri in Medio Oriente e sul ruolo che l’Italia può realisticamente giocare tra diplomazia e difesa degli interessi strategici.
«Allarme a Sud Est – ha spiegato Maronta – non è solo un titolo evocativo: è la constatazione che una nuova e diversa guerra fredda è già iniziata. Una guerra frammentata, asimmetrica, che passa per conflitti regionali, pressioni migratorie, tensioni religiose e giochi economici senza esclusione di colpi. E l’Italia, al centro del Mediterraneo, è in prima linea, che lo voglia o meno».
Mentre ricordiamo che gli argomenti affrontati stasera da Fabrizio Maronta sono approfonditi nel numero 2 di Limes, la sensazione diffusa a fine serata è che, per affrontare le sfide di un mondo sempre più instabile, serva più conoscenza e meno propaganda. E anche che la politica, quella vera, può ancora trovare casa anche in una sala sopra un bar (e non a caso i bar una volta erano anche più delle sezioni dei partiti), se chi la propone ha contenuti da offrire.
Con questa iniziativa, il Psi vicentino ha dimostrato che cultura, attualità e pensiero critico possono e devono tornare protagonisti anche nella vita politica locale: lo sguardo va a Sud Est, ma il pensiero critico deve partire da casa nostra.