(Adnkronos) – Forte crescita delle frodi informatiche su Facebook, Whatsapp e Criptovalute. Secondo l’ultimo report sulla cybersecurity di Swascan (Tinexta Group), gli strumenti digitali più colpiti sono infatti quelli di uso quotidiano come il pacchetto Office 360 (17,8%), Facebook (11,5%) e WhatsApp (3,9%). In questo quadro il report rileva che l'Italia è tra i cinque paesi più colpiti al mondo nell'attacco ransomware, il programma informatico 'malevolo' che può 'infettare' i nostri Pc, tablet, smartphone o la nostra smart TV bloccando l'accesso ai contenuti che vengono poi 'liberati' solo dietro riscatto. I programmi software di uso comune nei nostri pc e cellulari, i social network, le app di messaggistica istantanea e adesso anche criptovalute e portafogli digitali sono sempre più imitati dai criminali informatici attraverso il phishing. A rilevarlo è l’ultimo report "Threatland" curato da Swascan, azienda di cybersecurity del Gruppo Tinexta, secondo cui i programmi più colpiti al mondo sono nell’ordine Office365 (17,8%), Facebook (11,5%), WhatsApp (3,9%), Outlook (2,4%) e “Crypto/Wallet” (2,1%) ormai fra i primi cinque bersagli preferiti dagli hacker. Gli analisti rilevano che la tipologia di cyber attacchi più diffusa a livello globale è proprio quella del cosiddetto phishing che sfrutta tecniche sofisticate per mandare e-mail, sms o comunicazioni ingannevoli che sembrano provenire da fonti attendibili, o legittime, per ottenere informazioni riservate: nel secondo semestre del 2023 nel mondo sono stati registrati ben 448.665 portali dedicati al phishing. Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan (Tinexta Group) sottolinea che "la realtà digitale oggi si evolve nel mondo a velocità impressionante con attacchi informatici che diventano sempre più subdoli e aggressivi, anche grazie alla proliferazione di strumenti e competenze facilitati dall’avvento dell’Intelligenza Artificiale". La cybersecurity, commenta Iezzi, "è diventata una priorità ineludibile e le aziende devono investire per rafforzare le misure di sicurezza dei loro sistemi informatici. Un impegno volto a garantire resistenza e resilienza non solo del tessuto produttivo del nostro paese, ma anche del sistema-Paese Italia. Per raggiungere questo obiettivo, le organizzazioni, in particolare le Pmi, devono essere supportate attraverso percorsi di collaborazione tra pubblico e privato, ma anche tramite incentivi, agevolazioni e defiscalizzazione degli investimenti". Per il Ceo di Swascan, quindi, "la cybersecurity è una necessità imperativa per proteggere il nostro patrimonio, l’economia e la quotidianità dei cittadini". Riguardo il fenomeno ransomware, il report evidenzia che in Italia nel 2023, le vittime degli attacchi ransomware sono nel 77% dei casi piccole e medie imprese con fatturato inferiore ai 250 milioni di dollari: gli hacker entrano nelle reti aziendali, attraverso la diffusione di software malevoli che 'prendono in ostaggio' i dati sensibili dell’impresa, e richiedono un riscatto per ripristinarli. Si tratta di un trend in continua crescita anche nel secondo semestre dell’anno (+44%) e che fa salire il nostro Paese dall’undicesimo al quinto posto tra quelli più colpiti al mondo (88 attacchi in totale): ci precedono solo gli Stati Uniti (1.200), il Regno Unito (171), il Canada (126) e la Germania (105). In questo stesso periodo la gang di hacker che ha compiuto più azioni a livello globale, con 526 attacchi di cui 18 in Italia, è Lockbit, bloccata di recente dalle autorità Usa e Gran Bretagna insieme all'Europol. Tra i settori maggiormente colpiti in Italia spiccano i servizi (21% degli attacchi) e il manifatturiero (20%) seguiti dalla sanità (11%) e del comparto tecnologico (9%). La crescente digitalizzazione di questi ultimi due settori, evidenziano infine gli analisti di Swascan, dimostra "la pervasività della minaccia dei ransomware che in misura minore coinvolge anche altri comparti come i servizi pubblici, la logistica, il lusso e l’alimentare". La maggior parte delle aziende attaccate (58%) ha un numero di dipendenti compreso tra 1 e 50 e si trova quasi esclusivamente nel Nord (56%) e nel Centro Italia (37%), indica il rapporto. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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