Allarme Pfas nel cibo, Guarda (EV): “Dalla Regione solo silenzio assordante”

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Cristina Guarda

L’allarme Pfas sembra lasciare indifferente la Regione Veneto stando a quanto dichiara oggi la consigliera regionale Cristina Guarda. La rappresentante di Europa verde nel parlamentino veneto torna a portare l’attenzione sul tema, in particolare in merito alle conseguenze dell’inquinamento sugli alimenti. Conseguenze che si ripercuotono soprattutto su consumatori e agricoltori.

“A fronte dei dati del recente studio condotto dal CNR-ISRA (consultalo cliccando qui), i cui esiti oggi dimostrano chiaramente come i PFAS si trasferiscono dall’acqua agli alimenti nel processo di cottura, è necessario intervenire attivando le misure necessarie a salvaguardare la salute di migliaia di persone che vivono nelle aree rosse e arancione e non collegate all’acquedotto”, esordisce la Guarda.

“Si tratta di questioni – prosegue la consigliera – che ho già sollevato attraverso una interrogazione depositata lo scorso novembre, tuttavia, ancora oggi, a più di due mesi di distanza, nessuna risposta è pervenuta dalla Giunta regionale, e questo silenzio è preoccupante, tanto quanto sono preoccupanti i dati che emergono dalla ricerca CNR-ISRA, considerate le alte concentrazioni rilevate del cancerogeno pfoa e di pfos nei cibi cotti con acqua contaminata.

A fronte di queste evidenze, che conferma l’allarme Pfas che dal 2016 ad oggi ho indirizzato alla Giunta regionale, l’immobilismo, non è un’opzione consentita. La questione non investe solo le famiglie, ma anche il comparto dell’agricoltura, perché agli agricoltori occorre indicare strategie vere e aiuti.

Sostituire l’acqua quando il suolo è contaminato o si continuano a utilizzare, dentro o fuori le aree con acque inquinate, gessi, ammendanti, prodotti fitosanitari con PFAS, è semplicemente del tutto inutile.

Serve il coraggio di attuare una strategia vera, vietando l’utilizzo in agricoltura di sostanze contenenti PFAS e sostenendo ricerche per ridurre l’esposizione delle piante, come sta procedendo l’Università di Padova, da sola e con le sole proprie forze.

La Regione, invece, di continuare a fare solo analisi deve investire in queste ricerche, come ormai richiedo dal 2016 assieme a cittadini. Se si riescono a trovare i soldi per le Olimpiadi, è così difficile trovare anche quelli per proteggere la salute e il comparto produttivo agricolo Veneto da Verona a Venezia”, ha concluso Cristina Guarda.