Allerta gialla della Protezione Civile per temporali in Veneto, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Toscana. Siamo preoccupati per le conseguenze in campagna dove, tra l’altro, si sta entrando nel vivo della vendemmia. Lo sottolinea Confagricoltura nazionale che, con le proprie strutture territoriali, sta attivamente monitorando la situazione meteo.
Il cambiamento climatico in atto fa sì che si scarichino vere e proprie bombe d’acqua localizzate in alcune aree; mentre in altre solo sporadiche e insufficienti bagnature: così complessivamente il livello di umidità del terreno resta estremamente basso e le colture, in assenza di irrigazione, continuano a patire la siccità. Senza dimenticare il rischio alluvioni, passando da un eccesso all’altro: da zero pioggia a fenomeni virulenti, con l’acqua che scorre sui terreni aridi e non viene assorbita causando, peraltro, forte erosione del suolo fertile.
L’agricoltura è il primo settore economico a subire le conseguenze del clima – ricorda Confagricoltura –. Prima l’inverno con temperature sopra la media stagionale, poi la primavera con centinaia di ettari di frutteti colpiti da gelate, trombe d’aria, temporali violenti. Quindi l’estate con la siccità e danni notevoli alle colture in campo, e con gli incendi boschivi.
“È necessario rivedere la normativa sulle calamità naturali, a partire dal D.Lgs. 102/2004, e sul Fondo di Solidarietà Nazionale, che risulta inadeguato – osserva il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Occorre un approccio nuovo da parte del legislatore, per permettere alle aziende di avere strumenti più efficaci, sia per quello che concerne la protezione attiva, sia per ciò che riguarda la materia mutualistico-assicurativa, con polizze innovative per la tutela del reddito aziendale”.
È poi fondamentale ripristinare e rinnovare una rete infrastrutturale idrica obsoleta, con un tasso di dispersione elevato, senza dimenticare l’importanza di migliorare l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti dell’economia circolare.
“Dobbiamo sfruttare nel migliore dei modi l’occasione del Recovery Plan – conclude il presidente di Confagricoltura -. L’agricoltura negli ultimi decenni ha ridotto di quasi il 30% il consumo idrico, impegnandosi ad adottare modelli sostenibili di gestione, quali l’irrigazione di precisione. Oggi vanno ristrutturate con urgenza le reti idriche e creati nuovi invasi. Nel nostro Paese, infatti, solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta”.