Questo è quanto ha dichiarato l’onorevole Sergio Berlato durante l’assemblea di Unicarve per sottolineare la sua vicinanza al settore.
“Uno degli obiettivi principali della Politica Agricola Comune prevede l’equa distribuzione del reddito tra gli operatori del settore zootecnico, ma ciò non basta: è necessario adottare misure in grado di proteggere i produttori del settore in Italia. Spesso si pensa al benessere animale senza pensare al benessere di allevatori e agricoltori italiani, i quali lavorano duramente guadagnando la metà di quanto guadagnino gli imprenditori agricoli degli altri Paesi europei. Sebbene andare incontro alle necessità degli animali rispecchi la politica Green Deal dell’Unione europea, è anche vero che l’errato approccio culturale ritrae gli operatori del settore come meri seviziatori che maltrattano gli animali pensando solo ai loro interessi. Oltre ad associazioni animaliste e media, che hanno un forte potere di distorcere la realtà, vi sono una serie di iniziative che danno sempre più spazio a queste associazioni integraliste che si preoccupano più di dare contro a coloro che operano all’interno del settore che dell’effettivo benessere animale”.
Il Deputato italiano al Parlamento europeo ha poi proseguito ribadendo l’importanza di cambiare questo tipo di approccio che ha solamente lo scopo di “allontanare gli utenti dal consumo di carne, non pensando che ciò causerebbe la perdita di milioni di posti di lavoro. Le conseguenze di questo difficile periodo di emergenza economica saranno devastanti, si prevede infatti che tra settembre e dicembre più della metà delle imprese saranno costrette a chiudere. È fondamentale garantire un futuro dignitoso ad allevatori ed agricoltori”.
L’Europa si è finalmente mossa tramite lo stanziamento di 36.3 miliardi di euro per la PAC in Italia, di cui 24.9 sotto forma di pagamenti diretti, 2.5 per interventi settoriali e 8.9 per lo Sviluppo Rurale. Finalmente arrivano i primi aiuti agli operatori di questa importantissima filiera, purtroppo gli agricoltori non potranno beneficiare di più di 7.000 euro per singola azienda e le PMI non più di 50.000 euro ciascuna.
L’onorevole ha quindi colto l’occasione per ricordare che, considerate le drastiche perdite subite a causa del lock-down, un aiuto così esiguo non sarà sufficiente per la ripresa del settore e dell’economia più in generale. É pertanto necessario intervenire con misure più incisive.
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