“Ancora una volta il Covid diviene pretesto per agire illecitamente, calpestando leggi e diritti. È successo pochi mesi fa nella Scuola Allievi Agenti di Polizia Vincenzo Raiola, nel rione di San Giovanni a Trieste dove, con il pretesto di una fantasiosa interpretazione della normativa Covid, per giorni gli allievi sono stati rinchiusi e isolati, senza alcun valido motivo, e senza alcuna possibilità di veder rispettati anche i più essenziali diritti umani. Ne sono venuta a conoscenza solo ora e ho depositato immediatamente un’interrogazione al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, raccontando quanto accaduto, e denunciando che tutto questo era già stato riferito alla Questura di Trieste”. Lo sostiene in una nota la parlamentare vicentina del Gruppo Misto Sara Cunial, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Lamorgese.
“Nel dettaglio – spiega Cunial – il giorno 2 aprile 2021 è stato ordinato a tutti gli allievi di rimanere chiusi nelle loro camere. La motivazione pare fosse legata al fatto che nella stessa mattina sia stato comunicato che in caserma la presenza di un caso di Covid19. Tutti gli allievi sono stati subito sottoposti a tampone, e dai risultati si è appreso la negatività di tutto il gruppo. Nonostante questo – continua Cunial – viene comunque intimato loro di non uscire dalle rispettive camere fino al giorno 8 di aprile. Viene loro vietato di uscire dalla struttura e di accedere agli spazi comuni e all’area esterna, quale il piazzale interno alla caserma, e di adempiere a qualsiasi altra necessità personale, quale fare la spesa, andare in farmacia, prelevare al bancomat etc… in questo lasso di tempo – aggiunge Cunial – sono state sospesi anche le attività di pulizia e gestione della struttura da parte del personale di servizio. Solo i pasti hanno continuato ad essere distribuiti presso le stanze, da appositi addetti. Tale trattamento di isolamento è stato riservato esclusivamente agli allievi mentre tutto il resto del personale, che è stato a contatto con loro, compresa la Direttrice, ha continuato ad agire normalmente, entrando, uscendo e lavorando liberamente. Pare che questa struttura non sia nuova a casi di mobbing e mala gestione. Poche settimane fa, un agente che vi lavorava da un anno è stato ritrovato morto, con un colpo di pistola alla testa. Il proiettile è stato esploso dalla sua pistola d’ordinanza. Per questo ne ho chiesto conto al Governo – conclude Cunial – domandando altresì se non intenda avviare una ispezione nella scuola allievi Agenti di Polizia di San Giovanni a Trieste e assicurarsi, con ogni mezzo disponibile, la legittimità di quanto avvenuto e la sicurezza degli allievi presenti e di tutto il personale in servizio”.