Altri due suicidi in carcere, uno di detenuto straniero “incensurato” a Montorio di Verona. Zanettin e Tosi chiedono rimedi urgenti

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Nella casa circondariale di Montorio di Verona, un’altra drammatica vicenda di suicidi in carcere ha scosso la comunità carceraria. Un cittadino straniero, recentemente dimesso dal reparto psichiatrico, si è suicidato nella sesta sezione del penitenziario, segnando il secondo caso dall’inizio dell’anno a Montorio e il 14° a livello nazionale. L’associazione “Sbarre di zucchero” ha reso noto questo ennesimo episodio, mettendo in luce la crescente contabilità dei suicidi nelle carceri italiane, che oggi registra un altro caso a Carinola in provincia di Caserta.

Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza
L’avv. on. Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza

Il senatore vicentino Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, ha reagito con preoccupazione a questa tragica notizia. In una dichiarazione ha evidenziato la necessità di affrontare urgentemente il problema, considerando il recente aumento dei suicidi in carcere “abnorme e repentino”. Zanettin ha sottolineato che solo poche settimane fa ci si compiaceva per la significativa riduzione nel 2023 rispetto al record assoluto registrato nel 2022.

Il senatore ha dichiarato: “Non possiamo rassegnarci ai suicidi in carcere, come se fossero inevitabili. È cruciale individuare la ragione di questo aumento e adottare misure concrete per porvi rimedio.” Ha, inoltre, espresso la necessità di un’indagine approfondita per comprendere le cause di questa tragica escalation, affinché si possano implementare soluzioni efficaci.

Il cittadino ucraino che si è suicidato nel carcere di Verona era un individuo incensurato, arrestato un mese prima per presunte minacce nei confronti della moglie, che lo aveva denunciato. Il deputato Flavio Tosi, coordinatore veneto di Forza Italia, ha sottolineato la regolarità della sua vita quotidiana, con lavoro e una figlia. Tosi ha sollecitato il viceministro della Giustizia, Paolo Sisto, chiedendo la revisione delle misure cautelari in casi simili, dove l’incarcerazione precauzionale non dovrebbe equipararsi al trattamento riservato a condannati per reati gravi. Tosi ha esortato il Sindaco e il Garante dei Detenuti di Verona ad agire senza sollecitazioni, sottolineando che la tragica morte del detenuto avrebbe potuto e dovuto essere evitata

La società civile è sempre più chiamata a riflettere sulle condizioni all’interno delle carceri italiane e sull’urgente bisogno di migliorare la salute mentale dei detenuti. La tragedia di Montorio di Verona sottolinea la necessità di un’azione immediata per prevenire ulteriori perdite di vite umane dietro le sbarre. La comunità, insieme alle istituzioni, è chiamata a unirsi nel cercare soluzioni che vadano oltre la mera constatazione di cifre tragiche, con l’obiettivo di garantire un ambiente carcerario più sicuro e umano.

Il fenomeno dei suicidi in carcere è, infatti, una questione complessa e delicata che coinvolge numerosi fattori. La detenzione può avere un impatto significativo sulla salute mentale dei detenuti, contribuendo all’insorgere di disturbi psicologici come depressione, ansia e disperazione. Le condizioni di vita difficili, l’isolamento sociale, la violenza all’interno delle strutture carcerarie e l’incertezza sul futuro sono fattori che possono aggravare la sofferenza emotiva dei detenuti. La mancanza di accesso a servizi di salute mentale adeguati e il trattamento inadeguato possono contribuire ulteriormente al problema. Le autorità carcerarie devono affrontare la questione con approcci multifattoriali, implementando programmi di prevenzione, migliorando le condizioni di detenzione e garantendo supporto psicologico efficace per i detenuti vulnerabili.