Amazon, Il Sole 24 Ore: “Svolta sul lavoro: stop a smart working dal 2025”

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Il ceo di Amazon, Andy Jassy, in una lunga lettera ai lavoratori ha spiegato che l’inizio del 2025 segnerà la fine dello smart working e il rientro di tutti in sede. Lo si legge oggi, mercoledì 18 settembre 2024, sull’edizione in edicola de Il Sole 24 Ore.

I lavoratori torneranno al lavoro in presenza cinque giorni su cinque con alcune eccezioni che esistevano anche prima dell’avvento della pandemia da Covid e legate a motivi di flessibilità del lavoro che la multinazionale aveva da tempo fatto propri.

La tempistica  si legge su Il Sole – lascia intendere che i prossimi mesi serviranno per fare gli aggiustamenti necessari per mettere a terra il piano, anche perché sul tema ci sono tali spinte e contro spinte che è difficile dire che cosa accadrà e se il ritorno al passato di Amazon avrà un seguito anche in altre società“.

E ancora: “Lo smart working apparterrà sempre di più al passato di Amazon perché la società ha capito che stare insieme ha molti più vantaggi. Come spiega Jassy, «quando guardiamo indietro agli ultimi cinque anni, continuiamo a credere che i vantaggi dello stare insieme in ufficio siano significativi. Abbiamo osservato che è più facile per i nostri compagni di squadra apprendere, modellare, mettere in pratica e rafforzare la nostra cultura». E poi ancora «collaborare, fare brainstorming e inventare sono più semplici ed efficaci». Così come «l’insegnamento e l’apprendimento reciproco sono più fluidi». E i team? «Tendono ad essere meglio collegati tra loro». Gli ultimi 15 mesi di lavoro in ufficio almeno tre giorni alla settimana «hanno rafforzato la nostra convinzione sui vantaggi»”.

Il manager non tralascia il tema dei temi e cioè le sedi e le possibili dimissioni. “Lo smart working massivo – prosegue l’articolo – ha ridotto enormemente gli spazi di lavoro e introdotto quelle che chiama le scrivanie agili, ossia le scrivanie condivise. Anche su questo si torna al passato. «Ripristineremo anche la disposizione delle postazioni assegnate in luoghi precedentemente organizzati in questo modo, comprese le sedi centrali degli Stati Uniti (Puget Sound e Arlington). Per le sedi che disponevano di scrivanie agili prima della pandemia, inclusa gran parte dell’Europa, continueremo a operare in questo modo».

Jassy sa bene di dire cose che non tutti i lavoratori apprezzeranno perché, forse, «potrebbero aver impostato la propria vita personale in modo tale che tornare in ufficio costantemente cinque giorni alla settimana richiederà alcuni aggiustamenti». Anche lui però ricorda che aveva previsto di tornarsene a New York dopo qualche anno e invece non lo ha fatto perché ha trovato più ragioni a rimanere a Seattle che a rientrare nella Grande mela. È facile prevedere un’ondata di dimissioni soprattutto tra i tech workers che hanno più mercato. Ma la via è stata imboccata e anche gli eventuali svantaggi, forse, saranno già stati messi in conto dalla società”.

Fonte: Il Sole 24 Ore