Ambiente, infrastrutture, edilizia, scuole, ricerca e sanità: il consigliere comunale Ciro Asproso interviene nel nostro dibattito sul dopo Coronavirus

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Dopo l’intervento dell’onorevole marosticense Silvia Covolo (Lega) e del deputato forzista vicentino Pierantonio Zanettin su ParlaVeneto.it, la testata del network VicenzaPiù dedicata alle attività dei politici eletti (o candidati a una elezione) in Veneto e degli europarlamentari del Nordest, anche il consigliere comunale Ciro Asproso (Coalizione Civica per Vicenza), invitato al pari di tutti gli altri oltre che dei consiglieri regionali e assessori comunali e regionali,  partecipa al dibattito sul dopo Coronavirus lanciato da “Ambiente, infrastrutture, edilizia, scuole, ricerca e sanità: i temi che dopo il Coronavirus devono diventare… virali“, un articolo in cui da direttore di VicenzaPiù invito a confrontarsi sul dopo Coronavirus.

Ecco il suo intervento, che pubblichiamo su ParlaVeneto.it e subito dopo su VicenzaPiu.com senza anticiparne nel titolo i contenuti, il che potrebbe ingenerare equivoci o potrebbe essere parziale, e senza nostri commenti, che ci riserviamo di fare a fine percorso informativo magari in un confronto pubblico, fisico o a distanza che potrà essere, per rispettare il pensiero di ognuno e per dare modo al dibattito di svolgersi con totale libertà di espressione.

Riflessioni intorno al Coronavirus Covid-19

Ancora non sappiamo quando e come usciremo da questa tremenda pandemia che ha sconvolto le nostre vite e quelle di milioni di altri esseri umani nel mondo, ma è pur vero che il Covid-19 ci offre molti spunti di riflessione sulla vita e sul nostro futuro. Ne accenno almeno tre che mi paiono significativi.

1 – Le responsabilità dell’Uomo e i danni all’Ambiente.

Oramai vi sono pochi dubbi sul fatto che gli animali selvatici siano i principali serbatoi dei virus, l’abbiamo già sperimentato in passato con l’Ebola, con la MERS o con la SARS. In questi come in molti altri casi il salto di specie è avvenuto in seguito ai nostri comportamenti scriteriati e ai danni causati all’ambiente, in particolare la deforestazione, gli allevamenti intensivi, la distruzione di ogni forma di biodiversità. Oltre a ciò, sembra ormai dimostrata una correlazione diretta tra inquinamento atmosferico e diffusione dei patogeni, con il particolato sottile che agirebbe da vettore tra il Covid-19 e il nostro sistema respiratorio. E’ pur vero che nel corso della storia le epidemie ci sono sempre state e l’umanità ha poi saputo sviluppare i necessari anticorpi, ma non dobbiamo dimenticare che a causa di esse intere popolazioni sono state cancellate dalla faccia della Terra (si pensi agli indios dell’America Latina), e che la globalizzazione degli scambi internazionali è cresciuta a tal punto da abbattere in tempo reale qualsiasi barriera o distanza tra i popoli.

2 – Il ritorno dello Stato Sociale.

A detta di molti, con la caduta del Muro di Berlino e con il collasso delle economie del Socialismo reale avremmo registrato la vittoria del Capitalismo e l’affermazione di un sistema di libero mercato; l’unico in grado di assicurare benessere diffuso ed emancipazione individuale. Tuttavia, l’acuirsi delle diseguaglianze, il progressivo impoverimento della classe media, l’inarrestabile supremazia del profitto e lo sfruttamento sempre più massiccio di lavoratori sottopagati e privi di tutele, ha finito col rendere evidenti tutti i limiti e le miserie di un sistema economico basato sull’individualismo e sulla prevaricazione.  A maggior ragione ora, con il virus che non fa distinzioni tra ricchi e poveri, tra reietti e privilegiati, ci rendiamo conto di quanto sia fragile e anacronistico questo meccanismo infernale che istiga l’individuo a privilegiare il proprio tornaconto di fronte all’interesse generale.

3 – Democrazia e beni comuni.

Lo smantellamento del sistema sanitario pubblico ha trasformato un semplice virus in un flagello per l’umanità. Dobbiamo quindi comprendere che siamo tutti connessi in una relazione di interdipendenza e che la salute di ognuno dipende dalla salute di tutti. Ragione per cui riaprire le Aziende non basta per far ripartire il Paese. Occorre innanzitutto stabilire un nuovo ordine di valori, basato sulla cooperazione, sulla solidarietà, sulla tutela dei beni comuni. L’Ambiente, la Ricerca, l’Istruzione, la Sanità, la Biodiversità, sono beni comuni globali, che devono essere preservati grazie ad una rete di Istituzioni e di Organizzazioni non governative, le quali dovranno godere di dignità e legittimazione pari, quanto meno, a quelle del Fondo Monetario Internazionale. Ne va della coesione sociale e del mantenimento dei nostri sistemi democratici.

Quando tutto questo sarà finito avremo l’occasione per dare inizio ad una rinascita economica incentrata sull’equità, sull’efficientamento energetico, sulla riproducibilità delle risorse, sulla messa in sicurezza del territorio. Per citare Oscar Wilde: “Il capitalismo conosce il prezzo di tutto e il valore di niente”. Diamo un valore a questo niente e facciamo in modo che da una simile tragedia si possa ripartire con la consapevolezza di avere imparato la lezione.

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