Non sono ore serene nell’ambito dei servizi per l’ambiente nel territorio di Vicenza e Provincia a causa di alcune grane giudiziarie che hanno riguardato Alto Vicentino Ambiente (Ava) e CZeta.
La prima – lo ricordiamo – interessata da un procedimento riguardante un danno erariale da 2,2 milioni di euro in relazione alle tariffe “al cancello” praticate presso l’inceneritore di Schio, con la doppia conseguenza – ipotizzata dagli investigatori – di condizioni di mercato favorevoli per i clienti privati dell’impianto e di aumenti della Tari per i contribuenti.
La seconda, CZeta Spa, interessata da una interdittiva antimafia emanata dal prefetto di Vicenza, Salvatore Caccamo e che – come abbiamo riferito – ha intenzione di difendersi dal provvedimento.
Sul tema si esprime USB igiene ambientale attraverso la sua rappresentanza territoriale. “Chiediamo che sia fatta chiarezza e che, se le accuse saranno provate, i risarcimenti finiscano nelle tasche dei cittadini. Ai comuni e al nuovo Cda (di Ava, ndr) chiediamo abbassamento della Tari per i cittadini come forma di risarcimento del danno. La colpa della passata dirigenza non deve cadere nemmeno sui dipendenti. Non si deve approfittare di questa vicenda per privatizzare o appaltare”.
E ancora: “Come lavoratori dipendenti di queste aziende siamo estremamente preoccupati anche se non sorpresi, perché la questione rifiuti è per troppi un business e vari poteri più o meno legali intendono lucrarci.
Noi lavoratori facciamo un duro lavoro, usurante, per paghe insufficienti, tanto che nessuno vuole farlo. Deve essere un servizio di utilità pubblica e tutela ambientale, non un mercato e affari.
La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nel Vicentino – prosegue Usb ambiente – sono effettuati in gran parte da aziende partecipate pubbliche, spesso gestite con spirito proprietario dai Cda e dai direttori generali, a volte in conflitto con i comuni, che curano poco la sicurezza sul lavoro, giocano sulle tariffe”.
Poi, tornando in particolare sulla siutazione di Alto Vicentino Ambiente, l’Usb ricorda come “da molti anni ci siamo attivati organizzando lavoratori a loro tutela e del servizio al cittadino, incontrando sindaci per portare il punto di vista dei lavoratori sulle modalità di raccolta. Abbiamo inoltre criticato scelte della direzione aziendale e qualora le accuse si rilevassero fondate sarebbe uno smacco inaccettabile, si sono favorite aziende private a danno dei cittadini”.