AMCO – Asset Management Company S.p.A., è la ex Sga spa nata per il recupero dei crediti in sofferenza del Banco di Napoli quando Intesa Sanpaolo lo assorbì e, poi, diventata di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze – Mef che l’ha acquistata proprio da Intesa.
L’obiettivo iniziale o solo dichiarato, non si sa, del Mef era quello di gestire tramite Sga spa le sofferenze della BPVi e di Veneto Banca poste in Liquidazione coatta amministrativa dopo che le loro “parti buone” erano state cedute per un euro all’Istituto di Carlo Messina che ora, forte anche dei miliardi (4.75) incassati nominalmente dallo Stato ma a carico proprio delle due liquidazioni, sta provando a far sua con un’operazione carta contro carta anche Ubi Banca.
Liberata Intesa per decreto (il n. 99 del 25 giugno 2017) e grazie a Sga spa di ogni obbligo verso i soci azzerati delle due Popolari Venete e, rispettivamente, di ogni peso del passato, il Mef ha, quindi, rapidamente accompagnato Sga verso il cambio di denominazione in Amco, primo e passo per allargare il suo business alla gestione “privatistica” delle sofferenze del sistema bancario, cioè dei debiti dei cittadini e delle aziende.
Il 12 marzo scorso Marina Natale, Amministratore Delegato di AMCO ed ex Unicredit, ha, quindi, voltato definitivamente pagina di questo processo presentando ad investitori e giornalisti i risultati finanziari del 2019 (“AMCO ex Sga, Natale e Rivera: in crescita società pubblica gestione crediti “non performanti”, 2019 con 24 mld gestiti e ca. 40 mln utili“.
Tutto questo riguarda una società di servizi al servizio della collettività e di proprietà pubblica a cui lo Stato, senza indire alcuna gara, ha affidato la gestione degli Npl delle banche venete per i quali viene percepita da AMCO una commissione di gestione, secondo alcuni esperti, assolutamente alta e, comunque, tale da consentire alla Ad Natale di vantarsi degli utili conseguiti e di non parlare di alcune opacità nella gestione dei crediti di Veneto Banka in Albania, anch’essa ora di Intesa, tra atti notarili dubbi e società coinvolte dalla Sga nel recupero crediti come la russo-americana Tranzit con sede alle Cayman.
Di queste opacità abbiamo riferito in una nostra lunga inchiesta con grande eco sui media albanesi ma non certo su quelli italiani pieni, ovviamente è un caso, anche di pubblicità pagata da Cassa Depositi e Prestiti, sempre del Mef.
Per chiarirne, almeno, i contorni il parlamentare vicentino Pierantonio Zanettin ha presentato all’ex ministro, del Mef ovviamente, Giovanni Tria, un’interrogazione che ad oggi non ha avuto risposta né da lui né dal suo attuale successore Roberto Gualtieri nel silenzio totale dell’allora Sga che non si degnò di chiarire opacità e contorni direttamente a noi che glielo avevamo chiesto.
Tornando a casa nostra, in Veneto, dall’Albania e dalle Cayman, dove ci siamo beccati la nostra razione di minacce per aver messo il naso dove non si può, c’è da dire che la signora Natale, il presidente di Amco Alessandro Rivera, che è anche direttore generale del Tesoro all’interno del Mef, ma soprattutto i vertici politici del Ministero, proprietario di Amco, e, quindi, dello Stato, dimenticano, però, di considerare che anche gli utili di questa società pubblica vengono tolti ai soci delle ex Venete che già tante perdite hanno subito.
«In un paese giusto e senza poteri forti che fanno quello che più loro aggrada, la gestione degli Npl veneti avrebbe dovuta essere fatta al costo e non generando utili. Ma queste sono fatti che la gente non coglie e allora assistiamo alle esternazioni di Natale e Rivera. Una assoluta vergogna pubblicizzata senza alcun pudore“.
Questo ci dice un commentatore di “adeguato standing”, uno dei pochi che, come il dg di Bene Banca Vagienna, Silvano Trucco, quel sistema lo ha conosciuto da vicino prima di combatterlo e subirlo, senza, per ora, abbassare la testa (suo anche lo spunto per “Intesa Sanpaolo retrocede a BPVi in Lca altri crediti deteriorati. Bankitalia lo comunica con calma e senza cifre: la forma è salva, la sostanza la conoscono i risparmiatori azzerati” e suoi gli articoli sul commissariamento “predittivo” della banca del cuneese da parte di una Bankitalia in futuro su altre banche tipo le venete molto… distratta o da loro indotta in errore).
I 200.000 e passa soci azzerati di BPVi e Veneto Banca, circa due terzi over 65 e alcuni dei quali, i più vecchi, magari colpiti dal secondo flagello in pochi anni, il coronavirus, non condividono il commento su Amco – Sga – Mef – Stato – Sistema?
Se sì, farebbero allo Stato proprietario quest’altra domanda?
“La società pubblica Amco ex Sga sta gestendo il recupero diretto o indiretto, quello affidato, cioè, a società terze, dei crediti dei debitori, cittadini privati o soci di aziende che siano, tenendo conto non del dio profitto privato ma del bene superiore publico magari mettendoli in condizioni di pagare con modalità umane e ripartire, loro e l’economia di cui sarebbero i motori da non spegnere?“.