Pubblicato il 22 marzo all’1.58, a breve sarà visibile il video dell’intervento di Dalla Rosa ora in caricamento. “Iniziamo una nuova stagione“: è questo lo slogan, accanto a quello più ovvio “Dalla tua parte“, con cui il candidato sindaco Otello Dalla Rosa (“non sono nè continuo, nè discontinuo con chi mi ha preceduto, sono io“) si rivolge ai vicentini nella serata di lancio della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative. Il Teatro Comunale di Vicenza è strapieno (sul palco le scatole con le “massime”) e soprattutto alla gente rimasta fuori, con cui si è sinceramente scusato l’aspirante sindaco, già manager di Ferretto Group e di Aim Energy oltre che consigliere comunale ai tempi del primo Variati, è dedicato il nostro video dell’intervento integrale di Dalla Rosa.
“Tra poche settimane, Vicenza sceglierà il suo prossimo sindaco – ha ripetuto e sottolineato Otello Dalla Rosa -. In dieci anni di buona amministrazione molto è stato fatto per la nostra città. Ma ci sono pfogetti da completare o da realizzare, nuovi problemi da affrontare e nuovi obiettivi da raggiungere. Ci sono nuove sfide che richiedono nuove competenze e nuovi approcci“.
“Queste sfide – aveva annunciato e oggi Dalla Rosa ha argomentato – le sento mie perché sono vicentino da sempre, in città vivo e lavoro. Non sono un politico, ma un manager d’azienda e sono abituato a risolvere i problemi lavorando in squadra ogni giorno: è questa esperienza che oggi può fare la differenza per dare le risposte che servono alla città. Per il futuro di Vicenza, l’alternativa è chiara. Possiamo scegliere di tornare indietro di dieci anni. Oppure, di fare un altro passo avanti. Io e le migliaia di vicentini che hanno partecipato alle primarie abbiamo scelto di aprire, insieme, una nuova stagione. E stavolta non si voterà un partito, ma un’idea di città e la persona che vuole realizzarla con la sua sqaudra“.
Oltre a Otello Dalla Rosa e prima che lui presentasse a grandi e non particolareggiate linee il suo progetto per il futuro di Vicenza, sono saliti sul palco per primo il sindaco uscente Achille Variati (il più tradizionalmente anche se efficacemente ecumenico suggeritore di cosa fare per vincere: “e ve lo dico io che due volte ho vinto!“) e, poi, per raccontare alcuni temi prioritari per la città, portando la propria esperienza, Marino Moro, direttore dell’incubatore padovano M31, che ha parlato di sviluppo, innovazione e imprese al posto del Ruggero Frezza, presidente e fondatore di M31; Piera Moro, ex sindaco di Marano Vicentino, che ha ricordato le buone pratiche che hanno portato il suo Comune nel 2016 al titolo di più virtuoso d’Italia; la psicologa e mediatrice Monia Paita, che ha illustrato alcuni progetti realizzati nel campo della promozione della partecipazione della cittadinanza alla gestione della comunità; l’esperto di meteorologia Marco Rabito, che si è concentrato infine sulle sfide ambientali che le città oggi devono affrontare.
Sono, quindi, arrivati sul palco, destando sicuramente maggiore attenzione tra i presenti, i due partecipanti alle primarie di dicembre, Jacopo Bulgarini d’Elci e Giacomo Possamai, rientrati nella squadra dopo le iniziali minacciate defezioni, negate oggi ovviamente da Dalla Rosa, capitano di tutti ma “non uomo solo al comando”, per mantenere l’impegno assunto prima dell’indizione della sfida interna al centrosinistra.
Il più arguto e trascinante col suo discorso, ci è parso Bulgarini, bravo come è a dire e, da un po’, dal flop alle primarie, anche a prendersi in giro esponendo la sua “superbia” come un male da cui si può guarire con l’autoironia, anche se, come gli altri, si è contraddetto, lui nato in Toscana, sparando a zero e con ecccessivo provincialismo, che stride contro le mire di una Vicenza città del mondo, contro l’ipotetica “candidada sindaco di Vicenza” Elena Donazzan, perchè è di Pove.
A ricordare, oltre a quelli geografici, i motivi politici della sua bocciatura (era dell’Msi, poi di An, quindi è passata al PdL…) ci ha pensato Giacomo Possamai, più compassato per sua stessa ammissione e l’unico, andiamo a memoria, che abbia nominato anche Francesco Rucco come altro candidato da (com)battere e pure lui con lo stesso percorso partitico di Donazzan “salvo poi scoprirsi civico mentre noi i civici veri li abbiamo, quelli di Vicenza Capoluogo, che civica è ad 15 anni e non dagli ultimi 5 minuti“).
In nessun intervento dei 4 politici che hanno parlato (Dalla Rosa di fatto molto ha alluso al centrodestra ma nomi non ne ha fatti) si è sentito un sia pur minimo accenno al nome del candidato, Francesco Di Bartolo, e il nome della sua formazione, il Movimento 5 Stelle.
Si è parlato appena una volta di Rucco e mai di Di Bartolo per esorcizzarli?
Un vicino di poltrona (più navigato in politica) mi ha fatto osservare che “i meno nominati sono gli avversari più temuti“, e ci può stare, ma ha aggiunto che “così faceva Walter Veltroni”, e questo viste le sue sconfitte non sarebbe di buon auspicio per i presenti in sala…
È toccato, quindi, a Otello Dalla Rosa cominciare a motivare in 30 minuti le truppe per il primo assalto alle linee “nemiche” e lo ha fatto molto bene quando ha parlato da manager e da padre di famiglia.
Due ottime sue caratteristiche ma, al di là della sua citazione dei primi alleati (oltre, per ora, alle civiche Vinòva e Vicenza Capoluogo il Partito Democratico e, l’ha citata lui, la lista Insieme che nasce dal Psi) portare l’elevata attenzione del pubblico che ha suscitato al coinvolgimento emotivo di cui era stato capace Variati e, a seguire, Bulgarini sarà il primo compito che lui stesso e il suo staff si dovranno dare.
Perchè le competizioni si vincono anche con le emozioni.