Persino Mattia Feltri ha sentito il bisogno di fare uno sdegnato pippone (e io di pipponi come sapete sono esperto) perché si è osato buttare a fiume la statua dello schiavista Edward Colston. Ma come, ha scritto, uno che ha devoluto una fortuna ai poveri, molti dei quali affollarono il suo memorabile (testuale) funerale?! Dato che lui, Feltri, non era presente al funerale desumo che abbia letto l’informazione su Wikipedia.
Ma come non essere d’accordo, uno fa la grana letteralmente sulla pelle di esseri umani, e la reinveste in altre lucrose attività dove, all’epoca, non si andava tanto per il sottile a sfruttare anche quelli di pelle bianca, ma devolve ingenti somme in attività benefiche (anche a favore di quelli che sfruttata quindi gli da indietro solo e in parte quello che gli ha rubato) e così siamo pari e patta. Anzi no, a lui gli si erige una o più statue.
Piccolo particolare lo schiavista Colston non si sposò (Wikipedia) e quindi non ebbe a chi lasciare le sue ingenti fortune, magari pensò che dimostrandosi così generoso, oltre alle statue avrebbe avuto diritto ad un posticino nel paradiso dei protestanti. Tutto ha un prezzo, si dice. Sapete quanti ne conosco così? Scommetto che ne conoscete anche voi.
Ma questa è la parte, se volete, umoristica, la parte seria (parte il mio pippone) è, come ha già detto qualcuno, che se la storia non è revisione, ovvero esame e verifica del passato, alla luce del presente e in relazione al futuro, allora non è nulla.
Quanti sanno che Leopoldo II, re del Belgio, nella seconda metà dell’800 divenne personalmente padrone dello stato libero del Congo (poi Congo belga) che sfruttò ferocemente causando la morte, attraverso modalità che non hanno nulla da invidiare ai metodi nazisti, dai 10 ai 20 milioni di africani. Ho detto proprio dai 10 ai 20 milioni. Mai studiato vero? E come si fa a costruire una damnatio memoriae di simili ributtanti personaggi, con tanto di statue, se nessuno a scuola te lo spiega?
Ma non ho finito, vi è ancora un aspetto che personalmente mi da fastidio: quale è il criterio per il quale si erigono i monumenti o si intitolano scuole, giardini, eccetera? Perché i posteri ti ricordino e ricordino le tue imprese. Ma se non viene raccontato tutto ricordi, se ricordi, solo la parte bella…Quindi le fake news possono essere anche per omissione.
E poi è così vero che la gente ti ricorda? Sfido chi abita a Torino a dirmi in grazia di che Felice Govean e Giuseppe La Farina hanno due monumenti persino più maestosi di quelli di Cavour e Garibaldi. Credo che neppure l’1 per mille dei torinesi si sia mai neanche posto il problema di sapere chi diavolo fossero e cosa diavolo avessero fatto di buono. Figurarsi quanti sanno cosa fecero di così importante da meritare la posterità.
Forse sarebbe ora di smetterla di erigere monumenti e non sarei neppure contrario a cominciare a ridimensionarne il numero.