Andrea Rinaldo, al docente dell’Università di Padova premio Nobel dell’acqua

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Andrea Rinaldo

È stato assegnato oggi, 21 marzo 2023, il “premio Nobel dell’acqua”, al professor Andrea Rinaldo, ordinario di Costruzioni idrauliche all’Università di Padova.

Lo Stockholm Water Prize è identificato appunto come “Premio Nobel per l’acqua” essendo caratterizzato da un processo di selezione e una cerimonia di consegna del premio analoghi a quelli dei premi Nobel.

“La ricerca di Rinaldo – informa UNIPD – ha delineato un quadro ecoidrologico integrato, che fonde studi sperimentali di laboratorio, lavoro empirico di campo e sviluppi teorici che si sono concentrate sui controlli idrologici delle comunità vive (uomo incluso), che hanno contribuito in modo sostanziale alla comprensione dell’origine dinamica di forma e funzione delle reti fluviali”. E ancora: “Rinaldo ha dimostrato che i processi ecologici dominanti nel paesaggio fluviale sono fortemente vincolati dall’idrologia e dalla matrice per le interazioni delle comunità vive, rendendole di fatto quantificabili. Ha dato un fondamentale contributo alla nascita e allo stabilirsi dell’Ecoidrologia come scienza autonoma a pieno titolo e assolutamente attuale, chiave di volta per la comprensione e la risoluzione di molteplici problemi controllati dalle acque del ciclo idrologico”.

“L’acqua è un bene di tutti – dice Andrea Rinaldo – essenziale: come scrive il poeta W.H Auden a migliaia sono vissuti senza amore, non uno senz’acqua. Le mie ricerche e quelle delle persone che in questi anni hanno lavorato con me, avevano e hanno come scopo quello di rendere equa la distribuzione dell’acqua per tutti (universa universis) nel contesto di una generale progressiva riduzione delle disuguaglianze sociali ed economiche e di una corretta percezione ecologica dei processi controllati dall’acqua.

Nei luoghi dove è concentrato molto del mio lavoro di campo, l’Africa Subsahariana, il Bangladesh, l’isola di Haiti, ma anche nei fiumi alpini in Svizzera, si percepisce chiaramente la necessità di ripensare la giustizia distributiva della gestione delle risorse idriche su scala globale. Quando viaggio nel Sud del mondo per studiare come si propagano le malattie portate dall’acqua, vedo che la distribuzione di acqua sicura è per pochi privilegiati, mentre tutti hanno un telefono cellulare.

Cosí, quando diventa evidente che piani di gestione delle risorse idriche possono causare perdite di biodiversità o portare malattie debilitanti in aree che ne erano prive, è facile valutare l’impatto economico positivo sull’agricoltura, ma non lo è dare un valore ai servizi degli ecosistemi che perdiamo per sempre, o al vero costo dei ritardi cognitivi causati dalle malattie debilitanti. Tutto questo deve cambiare: oggi abbiamo gli strumenti per poter stimare quantitativamente il vero valore del capitale naturale, essenziale per valutare la vera ricchezza (o povertà) delle Nazioni. I miei studi sulle reti fluviali sono incentrati su piene, siccità e una giusta distribuzione dell’acqua, guardando alle forme naturali dei paesaggi fluviali come corridoi ecologici per specie, popolazioni e patogeni: una chiave potente per capire come funziona la natura”.

“Mai come in questo periodo storico e in questi giorni di preoccupazione per la siccità, possiamo sentirci così onorati e orgogliosi che l’Accademia reale svedese delle Scienze abbia concesso il ‘Nobel dell’acqua’ ad uno scienziato veneto. Al professor Andrea Rinaldo esprimo le più vive congratulazioni ed il plauso per il lavoro che sta portando avanti, riconosciuto ad un così alto livello internazionale”. Queste le parole del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia alla notizia.

Domani, mercoledì 22 marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua o World Water Day: giornata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. L’obiettivo è quello di sensibilizzare il più possibile i cittadini al consumo responsabile, alla conservazione, al rispetto, di una delle risorse più importanti e fondamentali per la vita.

“Marzo – ha detto Zaia – è fra i mesi più piovosi dell’anno secondo gli esperti meteorologi, ma non lo è più da tempo. Purtroppo, infatti, soprattutto negli ultimi anni, si è registrato un drastico calo delle precipitazioni, sia a marzo che negli altri mesi. Arpav, braccio operativo della Regione del Veneto, ci informa, ad esempio, che nel corso dei primi venti giorni di marzo, in Veneto, sono caduti mediamente poco più di 17 mm di precipitazioni contro una media mensile di 65 mm: significa quindi che a metà mese risulta caduto solo il 25% degli apporti attesi a fine marzo. Una situazione preoccupante che è simile a quella che abbiamo registrato lo scorso anno con un quantitativo medio mensile di 13 mm circa. A febbraio le precipitazioni in Veneto si erano fermate alla quantità, irrisoria, di 3 mm di pioggia, contro la media del periodo 1994-2022 che è di 60 millimetri. È tempo di fare qualcosa: lamentarsi dicendo che siamo vittime della siccità non risolve il problema.

Il Veneto – ha detto – potrebbe diventare un faro in questa grande ricerca e sete di acqua che incombe non solo in questo territorio ma in tutta la nazione e oltre confine, a causa dei cambiamenti climatici. Può essere un polo di innovazione di nuovi sistemi tecnologici all’avanguardia, sviluppati da tempo anche in altri Paesi. Le nuove tecnologie potrebbero riguardare l’irrigazione, il monitoraggio satellitare delle fonti idriche, la ricerca scientifica per produzioni agroalimentari a più basso consumo d’acqua. La sfida principale resta quella di contenere ogni spreco: ricordo la necessità di aggiornare e modernizzare la rete idrica. Dobbiamo avere il coraggio di agire, prendere in mano la situazione e acquistare o realizzare in casa delle tecnologie che ci permettano di ridurre e risolvere il problema della siccità. Il mantra del lamento deve avere le ore contate e lasciare spazio all’invenzione e all’innovazione: come Regione, con anche le sue società partecipate, stiamo lavorando con soluzione concrete a questa sfida”.