I punti base dell’ANDU (Associazione Nazionale Docenti Universitari)) per uscire dall’inferno del precariato all’ordine del giorno del prossimo Congresso nazionale dell’ANDU. sono 5: 1. I precari come attrezzi e i nuovi gironi del Ministro 2. Opporsi veramente al precariato con obiettivi complessivi e dettagliati 3. 45.000 posti di professori di ruolo anche per non abolire gli attuali precari 4. Al Senato, nel silenzio generale, si sta decidendo il massacro di migliaia di studenti all’anno 5. La proposta dell’ANDU per rifondare l’Università italiana Ecco le
1. I precari come attrezzi e i nuovi gironi del Ministro
Il Governo ha recentemente approvato un disegno di legge sul precariato il cui contenuto è stato elaborato da una Commissione ministeriale presieduta da Ferruccio Resta. La Commissione, a sua volta, ha sostanzialmente ripreso quanto indicato nel documento approvato nell’aprile del 2021 dalla CRUI presieduta dallo stesso Resta (v. nota 1).
A difesa del ‘suo’ disegno di legge Anna Maria Bernini, ministro dell’Università, ha espresso giudizi totalmente infondati come: «È la riforma delle opportunità, che restituisce dignità alla ricerca, anche nelle sue tutele» e che permetterà di superare l’attuale «inferno del precariato».
Ma come fa il Ministro a parlare di «tutele» per figure come quelle attuali, e come quelle aggiunte dalla ‘sua’ riforma, quando si tratta di figure ‘perfettamente’ precarie, arbitrariamente reclutate, senza alcuna autonomia e senza alcuna prospettiva? E come si può solo pensare di potere superare l’«inferno del precariato» aumentandone i gironi?
Il Ministro ha anche affermato che «si tratta di una vera e propria “cassetta degli attrezzi”».
In realtà il disegno di legge amplia gli attuali “attrezzi” (le figure precarie) previsti dalla «rivoluzionaria» riforma Verducci (nota 2), aumentando ulteriormente il tempo della durata dello stato di precario cha attualmente può arrivare a 17 anni.
NOTA 1. Sulla posizione della CRUI e, in particolare, sulla ‘visione’ dell’Università di Ferruccio Resta v. il documento La CRUI contro il Sistema universitario.
NOTA 2. Poche ore prima dell’annunciata approvazione dell’”emendamento Verducci”, in documento unitario, ANDU, ARTED, CISL UNIVERSITÀ, CNU, FLC CGIL, RETE 29 APRILE, UIL RUA e UNIVERSITÀ MANIFESTA avevano denunciato «un improvviso deragliamento (…) un percorso che non solo chiuderebbe rapidamente i tempi, ma impedirebbe di fatto ogni seria discussione parlamentare (…) introducendo una riforma universitaria per emendamento ad un decreto.». Peraltro, quanto proposto dal senatore Verducci non era mai stato discusso, in nessuna sua parte, nella Commissione Cultura del Senato (v. il documento DL precariato: «rivoluzione»?).
2. Opporsi veramente al precariato con obiettivi complessivi e dettagliati
Opporsi al peggioramento del precariato previsto nel disegno di legge Resta, senza contemporaneamente chiedere lo smantellamento di tutto l’attuale sistema del precariato e senza proporre in alternativa un progetto complessivo e dettagliato, equivale a volere il mantenimento del precariato anche se in condizioni meno peggiori.
Per abolire veramente e definitivamente il precariato nell’Università italiana occorrono tre imprescindibili condizioni:
a. introdurre una unica figura di vero pre-ruolo che abbia un numero direttamente rapportato agli sbocchi programmati in ruolo; diversamente l’accademia italiana trasformerebbe qualsiasi figura in una sconfinata quantità di precari. Occorre ricordarsi che già oggi circa il 90% dei precari viene espulso dall’Università dopo anni e, a volte, decenni (attrezzi usa e getta!);
b. questa unica figura di pre-ruolo, della durata massima di tre anni, deve essere definita minuziosamente con una legge nazionale in tutti i suoi aspetti (mansioni, diritti, retribuzione, modalità di reclutamento, etc.);
c. il reclutamento in questa unica figura di pre-ruolo non deve avvenire per cooptazione personale, come accade oggi a tutti i livelli (dal dottorato all’ordinario) con gli attuali concorsi fintamente competitivi: il posto viene bandito per chi lo deve occupare. Solo prove esclusivamente nazionali possono evitare quella subalternità umana e professionale che mortifica in Italia chi vuole intraprendere la carriera universitaria, con ricadute negative anche nella qualità della ricerca e della didattica.
3. 45.000 posti di professori di ruolo anche per non abolire gli attuali precari
L’Università italiana ha bisogno di almeno 45.000 nuovi posti di professori di ruolo da espletare in 4-5 anni (nota). Per questo occorre il bando immediato di questi posti con fondi specificatamente stanziati dallo Stato. Nel frattempo deve essere prevista la proroga, a domanda e su fondi nazionali, di tutti gli attuali precari fino all’espletamento dei concorsi.
Nota. Questo numero è indicato nella relazione tecnica della legge di bilancio 2022 e servirebbe anche ad avvicinare l’Italia alla media europea del rapporto tra docenti e studenti.
4. Al Senato, nel silenzio generale, si sta decidendo il massacro di migliaia di studenti all’anno
La Commissione istruzione del Senato, nella seduta di lunedì 8 luglio, per motivi pare tecnici, non ha formalmente votato il “testo ampiamente condiviso“, cioè il modello simil-francese che programma il massacro di almeno 45.000 studenti ogni anno.
‘Naturalmente’ di questa scelta devastante, voluta non si sa da chi, nessuno parla, dato che è condivisa da tutte le forze politiche, eccetto AVS. Un trasversalismo che ha sempre riguardato tutti i provvedimenti che dal 1989 hanno man mano smantellato il Sistema universitario, al di là delle finte opposizioni. Su questa importante questione v. il documentoNumero chiuso Chi stanno ascoltando i Senatori?
5. La proposta dell’ANDU per rifondare l’Università italiana
Come ricostruire l’Università tutta è una proposta complessiva elaborata dall’ANDU nel corso di decenni, riguardante i punti di maggiore criticità dell’Università:
1. Diritto allo studio
2. Abolizione del precariato (non degli attuali precari) e nuovo reclutamento
3. Docente unico
4. Autonomia del Sistema nazionale dell’Università
5. Gestione democratica degli Atenei
6. Finanziamento dell’Università per migliorare tutti gli Atenei
Prossimo Congresso nazionale dell’ANDU
Il 20 settembre 2024 con inizio alle 14.30 si terrà il Congresso Nazionale dell’ANDU al quale potranno partecipare tutti gli iscritti che lo avranno comunicato entro il 10 settembre scrivendo ad anduesec@tin.it. Per iscriversi all’ANDU cliccare qui. All’ANDU possono iscriversi anche i docenti in pensione.