“Tranne l’imprenditore Angelo Zen, tutti gli italiani che si trovavano nelle zone del sisma in Turchia e Siria sono stati contattati, sono in salvo. Vicino all’epicentro c’erano poche decine di connazionali, mentre nell’area ce n’erano circa 170, almeno coloro che erano registrati sull’app”.
Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ad Agorà su Rai 3, aggiungendo: “Per adesso è soltanto non rintracciabile, non sappiamo dove stava durante il terremoto. Prima di dare notizie è meglio essere molto prudenti.
Nella zona non ci sono collegamenti telefonici o internet. È difficile trovare una persona in una città di un milione di abitanti. Ai media rivolgo un appello: non andate a cercare notizie all’abitazione del signor Zen. Sarà la Farnesina, d’accordo con la famiglia, a dare tutte le notizie”.
C’è dunque comprensibile apprensione per le sorti di Angelo Zen: l’uomo, 60 anni, si trova in Turchia per lavoro, in qualità di titolare di una azienda del ramo manutenzione per macchine industriali nel settore orafo. È originario del varesotto, ma ha vissuto a Romano d’Ezzelino per molti anni prima di trasferirsi nel Veneziano.
Da quanto si apprende, si trovava a Kahramanmaras, città turca di un milione di abitanti, epicentro del sisma, rasa al suolo dalla scossa. Dopo l’ultimo contatto di domenica sera, poche ore prima del terremoto, di lui non si sono avute più notizie. Mirko, uno dei due figli, ha confermato che nessuno è più riuscito a sentirlo da allora. Il suo cellulare è silenzioso. Non sanno se si sia miracolosamente salvato, se sia ferito, magari portato in un ospedale, o sia veramente disperso.