Si addensano i commenti sull’incidente sul lavoro in Veneto nel quale ha perso la vita ieri Anila Grishaj, operaia di 26 anni in servizio all’azienda alimentare Bocòn, di Pieve di Soligo (Treviso).
Ansa ha appreso da fonti investigative che l’incidente potrebbe essere stato causato da un errore umano: il meccanismo che ha provocato il trauma mortale sarebbe stato azionato inavvertitamente da un collega della vittima.
La Procura di Treviso ha avviato un’inchiesta per l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Le organizzazioni sindacali hanno organizzato stamani un sit-in all’esterno dello stabilimento, tra i cui dipendenti non ci sono lavoratori iscritti al sindacato.
Inoltre, sempre oggi, nell’azienda è tornata una delegazione di ispettori dello Spisal.
Morte sul lavoro di Anila Grishaj: i commenti della politica
Sul caso si sono espressi esponenti della politica veneta.
“È a dir poco straziante l’incidente mortale sul lavoro verificatosi ieri nel trevigiano: un’altra, giovanissima, vita persa per colpa di un sistema produttivo che nel suo insieme ha troppe inaccettabili falle sul fronte della sicurezza. Eloquente il dato del Veneto relativo ai primi otto mesi dell’anno, con ben 60 morti, in media uno ogni 4 giorni”. La presa di posizione è dei consiglieri regionali del Pd Veneto, Vanessa Camani e Andrea Zanoni, a nome del gruppo dem.
“Il lavoro ha un valore enorme. E non si può più consentire che prevalga la logica del risparmio, del lavoro precario o in subappalto e del lavoro malpagato – affermano gli esponenti del Partito Democratico regionale – Sono queste le storture che espongono i lavoratori a rischi pesantissimi per la loro vita. E anche la Regione ha il dovere di mettere un argine a questa deriva. Servono innanzitutto iniziative concrete per la verifica delle condizioni di sicurezza sui posti di lavoro. Presenteremo in questo senso un’interrogazione per chiedere nel dettaglio l’attuale organico Spisal che è operativo in ognuna delle province venete”.
I consiglieri dem, inoltre, chiedono tempi celeri per “la campagna di informazione e sensibilizzazione sulla sicurezza che la Giunta ha annunciato qualche giorno fa presso H-Farm”. E aggiungono: “C’è la necessità di allargare l’iniziativa con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali che hanno il polso reale della situazione e una conoscenza approfondita dei problemi e delle soluzioni da adottare per un vero contrasto al fenomeno delle morti bianche”.
“Non si può perdere la vita così, a 26 anni, sul luogo di lavoro: la morte di Anila Grishaj, giovane lavoratrice di Pieve di Soligo, è una tragedia che ci riempie di dolore”.
Le parole sono di Erika Baldin, Capogruppo del Movimento 5 Stelle a palazzo Ferro Fini, che esprime “il cordoglio del Movimento 5 Stelle del Veneto, assieme alla rabbia che proviamo di fronte all’ennesimo infortunio mortale avvenuto nei luoghi di lavoro della nostra regione”.
“Proprio in questi giorni – ricorda l’esponente pentastellata – avevo sollecitato una risposta da parte della Giunta regionale alla mia interrogazione del 9 settembre 2022, relativa proprio al grave peggioramento dei dati sugli infortuni in Veneto. Avevo chiesto alla Giunta Zaia di riferire in Aula sul Piano regionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, siglato con i sindacati e le parti datoriali per la prima volta nel 2018 e poi rinnovato. Il Piano prevedeva un maggiore impegno da parte della Regione sul fronte dei controlli e della prevenzione, in particolare con un piano di assunzioni negli Spisal delle Ulss venete”.
“La scia di sangue nei luoghi di lavoro del Veneto non si è interrotta – aggiunge la consigliera M5S – vogliamo sapere a che punto è l’attuazione del Piano regionale per la sicurezza. Sono passati 14 mesi e non ho ancora ottenuto una risposta alla mia interrogazione e questo, purtroppo, la dice lunga su quale sia l’attenzione rivolta dalla Regione a questo problema. E sì che il Veneto è tra le regioni maglia nera per infortuni sul lavoro, come dimostrano i dati dell’Osservatorio Vega di Mestre: da gennaio ad agosto, 60 persone sono morte sul lavoro in Veneto, mentre si sono registrate 46.099 denunce di infortunio complessive, pari a oltre il 12% di quelle rilevate in Italia”.
“Spesso – conclude Erika Baldin – l’insicurezza è legata ai lavori più precari. Per questo, ci preoccupano i dati emersi dai controlli Inps, resi pubblici oggi, che parlano di 9.511 lavoratori irregolari in Veneto, per 26,5 milioni di evasione contributiva. I lutti fanno rumore, anche se mai abbastanza, ma poi la questione della sicurezza sul lavoro torna nel dimenticatoio della politica veneta”.